La difficile arte della system integration
Commenti precedenti:
bartolomililli (20/11/2007 08.42)
Carissimo Prof. a quando un'altra intervista? L'argomento software mi pare cruciale nell'ambito della trasformazione dei confidi 106 in 107. Sono d'accordissimo con il contenuto della Sua relazione, che ho trovato attuale e in grado di rivedermi in ogni cosa, visto che le stiamo facendo già da qualche mese con enormi sacrifici in ConfeserFidi. Il primo aspetto: le risorse umane. Non mi aspettavo una reazione cosi armonica della struttura: tutti i miei collaboratori hanno capito l'importanza di passare al 107. Io per la verità dapprima ho fatto un po di terrorismo del tipo "il socio/cliente è l'unico che può licenziarci tutti" e ho fatto capire loro che nel futuro prossimo saranno le banche che ci chiameranno per avere la nostra garanzia. Poi però mi sono convinto di non aver esagerato affatto, ma ormai loro si sono convinti più di me nell'impresa. Da noi si dice "a ma purtari sta varca a licata" che significa (durante una tempesta) "dobbiamo fare di tutto per portare la barca sana e salva al porto di Licata". Sono quindi orgoglioso dei miei collaboratori che stanno accettando con me la sfida di dotare la Sicilia del primo confidi 107. Riunioni su riunioni, illustri e fior di consulenti, ci stanno aiutando a cambiare mentalità. Da Confidi senza regole (nel senso della vigilanza) a confidi inquadrato in ogni cosa che fà. Ma come accennavo all'inizio, Carissimo Luca (si può?) è l'imbuto "software". Chi ha una rete commerciale estesa, con uffici mobile come può rinunciare ad un software superlativo (seppur fatto in casa) che ha contribuito al successo della formula imprenditoriale adottata, cioè fare la pratica di finanziamento presso la stessa impresa? Come si può pensare ad un salto nel vuoto per dirottare una struttura intera verso l'uso di software non personalizzabili anche nella parte commerciale? La migliore cosa è quella da Lei avanzata: l'uso del xbrl per ridurre al minimo i passaggi dattilografici (ipotizzati da Lei fino a 5 battiture uguali). Ad ogni modo, nell'attesa, sono utilissimi per tutti i confidi che hanno fatto software in casa, modalità di aggiunta di singoli moduli in ottica vigilanza. Piano piano!
Sapio (20/11/2007 09.48) n/a
Allorchè si sceglie un Sistema Informativo Occorre tenere a mente un paio di cose:
l'onere non si esaurisce con l'acquisto ma continua con la manutenzione correttiva ed implementativa (è costato più lavare i vetri dell'Empire State Building che costruirlo).
Occorre anche calcolare l'onere di recupero di informazioni pregresse (magari con una ricerca cartacea) ancora susscettibili di avere un utilizzo futuro. Es. la storia di un cliente passato può essere utile per valutarlo se si ripresenta o per valutare il pool di clienti.
Inoltre acquistare un sistema significa anche acquistare un modus operandi ed occorre sapersi adattare facendo qualche sacrificio psicologico.
Luca (20/11/2007 19.43) n/a
Caro Bartolo, "a ma purtari stu software a Licata", nei sistemi per i confidi c'è la parte di front office e di controllo di gestione che è ancora in parte da costruire. Buon lavoro a tutto lo staff (che fibrillazione c'è a Scicli!). Per l'intervista, sentiamoci. Sarà il caso di fare un programma di interviste a tutti gli attori (compresi fornitori e consulenti).
Caro Sapio, anche i sistemi fatti in fretta hanno una superficie vetrata molto estesa, e capita che ne esca talora qualche mostro, come il King Kong sulla cima del grattacielo.
Sono felice di questa consonanza di giudizio con i due più assidui commentatori di aleablog.