I contribuenti che hanno un giro di affari inferiore a 30mila euro l’anno, non hanno fatto investimenti superiori ai 15mila euro nel triennio e non hanno dipendenti potranno assolvere ai loro obblighi tributari relativi all’Iva, all’Irap e all’Irpef, attraverso il pagamento di un’unica imposta del 20 per cento commisurata al reddito imponibile, definito come differenza fra il valore del giro di affari annuale e il valore dei costi sostenuti per l’impresa. Si tratta di una misura che riduce drasticamente la documentazione fiscale richiesta e che, essendo opzionale, non dovrebbe tradursi in un aggravio di imposta per il contribuente. Soltanto la lettura del testo della norma ne renderà possibile una valutazione compiuta. Sarà importante verificare: se essa corra il rischio di incentivare il contribuente a sottofatturare, per potere rientrare nel parametro dei 30mila euro; se non crei convenienze a trasformare lavoratori parasubordinati in finti autonomi con partita Iva, che possano quindi beneficiare della forfetizzazione con abbattimento dei costi contributivi; quali possano essere le conseguenze della forfetizzazione dell’Iva per la catena dell’Iva a debito e credito, e così via.
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