Commenti precedenti:
Ciro Candela (17/06/2007 09.58)
Il concetto di TAEG di filiera è molto interessante e credo che dovrebbe stimolare nelle analisi sia la Banca d'Italia (Organo di Vigilanza e Partecipante all'Eurositema) sia i grandi gruppi (Unicredit e Intesa-SanPaolo) impegnati anche a fare cultura sul tema dei Confidi e della struttura finanziaria delle piccole e medie imprese
Dario Boilini (17/06/2007 23.05)
Molto, molto interessante questo concetto di TAEG di filiera.
Mi verrebbe da dire che dovrebbe essere obbligatorio.
Scusate, in questi giorni sono un pò negativo.
E' che ho avuto un incontro, molto atteso, con il rappresentante di un primario istituto, spesso citato in questo blog, per una operazione di TC.
Ne esco sconcertato.
Ho la netta sensazione che l'istituto si muova esclusivamente a proprio vantaggio (niente di male) sfruttando una situazione di fatto nella quale la maggior parte dei confidi apllicano condizioni ai propri soci così alte da lasciare spazio ad operazioni 'dubbie'.
Le condizioni proposteci sono buone solo per l'istituto.
Mi si è negato il valore della garanzia con la tecnica TC, asserendo che solo il cap era l'effettiva garanzia posta dal confidi.
Dopo avermi lungamente spiegato i vantaggi dell'operazione, in particolare il fatto che al confidi si liberano risorse rispetto al classico concetto del moltiplicatore 20 (5%) mi è stato proposto un cap appena inferiore (4,22%) nonotante le serie storiche dei bilanci della cooperativa dimostrino un livello di rischio globale inferiore all'uno per cento.
Mi si è proposto di vendere di tutto, dalle carte di credito a logo confidi ai mutui ipotecari per prima casa.
Tutto questo nella considerazione che un confidi è prima un intermediario finanziario e poi una cooperativa di garanzia.
Non parliamo poi della confusione, peraltro molto diffusa in molti ambienti, del concetto di socio, sistematicamente confuso con cliente.
Luca (18/06/2007 09.18) n/a
Caveat emptor si diceva, no? Gli uomini delle reti bancarie fanno (giustamente, come osserva anche lei) il loro mestiere. Occorre che i confidi acquisiscano i concetti e modelli di valutazione, per poter trattare da pari a pari con la banca. Così si chiarisce da dove vien fuori il cap, le condizioni di tasso convenzionato, ecc. Sono temi nuovi anche per le banche.
Come dimostra l'esperienza di Patti chiari e il recente accordo sull'estinzione dei mutui, l'ABI è sensibile al tema della trasparenza specialmente per le operazioni con clientela "socialmente rilevante", e le PMI lo sono. Le banche rispondono, se sollecitate. Anche gli enti pubblici hanno a cuore questo tema, perché non vogliono certo che i contributi vadano dispersi nell'opacità delle condizioni.
Marina Taddeo (19/06/2007 10.36)
Ciao Luca,
sono d'accordo con te sull'importanza dei due aspetti "impatto" e "costo", A tal proposito ti segnalo, per quanto riguarda il punto a) impatto, che al seminario dell'AECM dell'anno scorso a BONN è stato presentato uno studio empirico che ha tentato di valutare i vantaggi macroeconomici derivanti dalla presenza delle banche di garanzia in Germania. Era il 15 maggio 2006 e abbiamo avuto informazioni sommarie sia perchè lo studio non era ancora stato pubblicato, sia per i tempi strettissimi della presentazione (tipico problema dei seminari AECM). Ho però visto sul sito che oggi lo studio è a disposizione anche in inglese. Te lo giro con mail a parte. Ritengo questo studio veramente importante e secondo me ci sono gli elementi per riproporre lo schema, opportunamente calibrato (tipi di imprese e confidi diversi), anche da noi.
Sul punto b) TAEG di filiera, ti informo che lo schema di certificazione di qualità dei confidi Artigiani della Lombardia, adotta da anni il TAEG di filiera. C'è uno specifico prospetto, sotto forma di preventivo per l'impresa, che viene sottoscritto per prsa visione e acettazione, che prevede proprio il calcolo del costo totale del finanziamento considerando:
tutti i costi del confidi (ivi compresi i mancati interessi attivi non incassati in caso di cauzioni), diritti di segreteria, tasso, spese di istruttoria banche, costo di pagamento singole rate ecc.
Chiaramente è uno schema adottato dai confidi più organizzati e sensibili, ma da tempo sollecitato dal nostro consorzio regionale. (Anche di ciò ti manderò copia con mail a parte).
C'è sicuramente spazio per migliorare anche questo schema, ma non si parte proprio da zero.
Marina
Luca (19/06/2007 12.43)
Grazie, Marina, per le indicazioni molto interessanti. Il grado di trasparenza del costo di filiera è molto variabile nelle situazioni che conosco, mi fa piacere che i confidi artigiani della Lombardia abbiano incorporato questo concetto nelle loro procedure. Testimonianze su altre esperienze sono benevenute.
Dario Boilini (19/06/2007 20.49)
Sarebbe molto interessante poter avere copia del prospetto preventivo di cui parla la Sig.ra Marina.
Se poi fosse un file excel automatizzato sarebbe eccezionale.
Dario
Antonio Giordano (27/06/2007 16.13)
Caro Prof.
non c'entra niente con la discussione di cui sopra, ma segnalo l'aumento gratuito del capitale sociale con i contributi pubblici di Unionfidi Piemonte (www.unionfidi.com), e la news in cui l'Assessore alle Attività produttive del Lazio in cui si specifica un'intesa sulla capitalizzazione dei confidi del Lazio attraevrso i fondi di provenienza pubblica (www.unionfidi.it).
Saluti