E' vero che, grazie alla controgaranzia pubblica idonea secondo la normativa di vigilanza, le garanzie personali dei "Confidi 106" potrebbero risultare idonee a ridurre i requisiti patrimoniali delle banche. Ma è altrettanto vero che tale contro-garanzia pubblica non è illimitata, in quanto qualora l'ente pubblico accettasse di impegnarsi a coprire le perdite oltre il fondo di dotazione, immagino che imporrebbe rigidi limiti di leva finanziaria. Da ciò discende che per i "confidi 106" tale modalità consentirebbe di veder riconosciute le proprie garanzie personali, ma in misura relativamente "limitata".
Commenti precedenti:
elisa (30/05/2007 12.36) n/a
Buongiorno dottore,
Ho un dubbio che riguarda le controgaranzie che un impresa di assicurazione può offrire. Secondo Lei la quota controgarntita dalla compagnia di assicurazione sotto forma di collateral ha una ponderazione di 20%?
Claudio D'Auria (30/05/2007 13.09)
Anche io penso che l'idea di rendere idonea la garanzia personale dei "confidi 106" mediante la controgaranzia pubblica sia costosa e inefficiente. Resta però una possibilità, qualora gli enti pubblici ritengano utile tale forma di sostegno alle PMI. Infatti, sussiste comunque un beneficio in termini di riduzione del rischio di credito per le banche finanziatrici, dato che i contro-garanti idonei sono solo gli enti pubblici (oltre alle banche multilaterali di sviluppo). La controgaranzia bancaria o di "confidi 107", infatti, non è ammessa come idonea dalla normativa di vigilanza.
Il fatto che ritenga questa una possibilità non vuol dire che ne condivida gli effetti economici. Sono d'accordo sull'idea generale che il modo più effeiciente per dare "valore prudenziale" alle garanzie dei "confidi 106" resta la tranched cover. E ciò per due motivi. Primo, mette in risalto la capacità dei confidi di coprire le prime perdite delle operazioni di finanziamento. Secondo, è pienamente compatibile con la modalità tipica di erogazione della garanzia dei confidi non vigilati, il fondo monetario.
La garanzia personale infatti è una modalità efficiente per un confidi vigilato, ma non lo è per uno non vigilato (a meno della controgaranzia pubblica con tutti i problemi di cui stiamo parlando).
Di conseguenza, non ci sono possibili scorciatoie per i confidi che vogliono operare nel nuovo contesto. O si persegue la trasformazione in intermediario vigilato o si opera coprendo le prime perdite di strutture tranched. Le operazioni "contro-garantite" da un ente pubblico potranno rappresentare infatti una quota relativamente piccola di operatività per i limiti di intervento di cui dicevo nel precedente intervento sul blog.
In ogni caso ritengo che le conseguenze sulle strutture saranno rilevanti. Nel caso di trasformazione in intermediari vigilati, occorre una dimensione idonea, una struttura organizzativa efficiente, l'impostazione "ex novo" di forme di controllo interno. Nel caso in cui il "confidi 106" volesse operare coprendo le prime perdite di strutture tranched, occorre impostare modalità di valutazione dei rischi nuove, orientate al mercato, in grado di far emergere l'effettivo beneficio per la banca finanziatrice della copertura; ancora, occorrono dimensioni idonee perchè un'operazione tranched è complessa da impostare e da monitorare, ed è conveniente per operazioni di dimensione significativa.
La conseguenza di questi ragionamenti è che il mantenimento di dimensioni ridotte, con modalità operative tradizionali rappresenti una strategia perdente, destinata nel breve periodo a essere soppiantata da soggetti più dinamici, di maggiore dimensione, con modalità operativite pienamente riconosciute dal mercato.
Luca (30/05/2007 14.32) n/a
Grazie a Claudio dell'articolato commento. Aggiungo che i confidi 106 che vogliono trovare spazio nel nuovo contesto hanno diverse opportunità, e non solo quella della consulenza o dell'attività distributiva.
Cerco di rispondere a Elisa: le compagnie di assicurazione possono rilasciare garanzie dirette eleggibili per una banca se rispettano i requisiti soggettivi e oggettivi previsti dall'approccio di Basilea 2 scelto da quella banca. Non sono invece tra i controgaranti ammessi (sarebbero in tal caso trattati meglio delle banche, il che non è giustificabile), a meno che a loro volta beneficino di una controgaranzia pubblica ammessa.
andrea bianchi (30/05/2007 15.45)
concordo rispetto all'esigenza di fare massa critica per restare competitivi nel mercato.
inevitabilmente la massa conduce oltre la soglia di volume di attività finanziaria che porta alla vigilanza ed al riconoscimento della garanzia personale.
mi pare peraltro che, sul piano della governance, possa comunque risultare perdente per i 106, dipendendere, rispetto alla propria efficacia, dalla disponibilità del soggetto pubblico.