Commenti precedenti:
Alfredo L.C. (11/07/2006 17.04)
Gentile Prof. Erzegovesi
ho scoperto da qualche giorno il blog e il progetto di ricerca che sta coordinando.
Complimenti per la modalità, la evidente passione per la materia ed un grande in bocca al lupo per gli ambiziosi obiettivi che si è posto.
Con altrettanta passione mi leggerò il materiale che il suo gruppo sta producendo e produrr■, ma al momento vorrei fare una breve riflessione su uno degli argomenti di recente affrontati nel blog (cartolarizzazione prestiti pmi).
Mi occupo da ca. 10 anni per una banca italiana di finanza per le pmi (gestore corporate) e analisi rischi finanziari (financial risk management).
Da qualche anno inoltre come consulente mi occupo di cf outsourcing (risk management e analisi finanziaria) e cf advisoring (ristrutturazione finanziaria e pianificazione strategica).
Con la duplice ottica ho lavorato alla strutturazione di un bond multidistretto e vi riporto alcune riflessioni maturate dalla specifica esperienza.
La massa critica (almeno 200/250 mln €), la granularità e la distribuzione geo/settoriale degli impieghi è di fondamentale importanza per l'ottenimento di condizioni di mercato realmente vantaggiose
Le criticità del multi-originator esistono (fiducia) ma sono facilmente superabili con i meccanismi dinamici. Sono inoltre decisamente attenuabili in caso di nuove origination.
La segmentazione delle tranche per sub-pool è efficace ma decisamente costosa.
Il modello del business office è sicuramente affascinante ed assolutamente valido ma se comprendo bene (la lettura estiva mi aiuterà senz'altro!) presta il fianco a mio avviso a due importanti criticità:
per raggiungere volumi elevati di impieghi occorre una diffusione massiva con lunghi tempi di gestazione
i costi di diffusione e prima strutturazione dell'operazione sarebbero abbastanza rilevanti e recuperabili solo se si pianifica un programma di emissioni
Infine una breve considerazione. Uno strumento del genere deve a mio avviso offrire alle pmi una ulteriore porta di accesso verso capitali a buon prezzo e possibilmente senza garanzie aggiuntive, anzi deve liberarne alcune. Non deve offrire (solo) alle banche l'opportunità di cedere loan, magari non eccezionali. Quindi combinando nuovi impieghi finalizzati (investimenti, capitalizzazione, ecc..) e standardizzati (qui interviene il modello di analisi condiviso con chi dovrà dare il rating all'emissione) con strumenti di garanzia integrati (confidi di I e II livello) rafforzati da agenzie pubbliche (es FEI) si potrebbe raggiungere un primo obiettivo in tempi ragionevoli utile per le banche e imprese medio-piccole.
Buon lavoro
Alfredo L. C.
Luca (12/07/2006 11.57) n/a
Grazie dei commenti, che condivido in pieno, specialmente là dove dice che le soluzioni devono comporre un nuovo sistema di offerta dove siano potenziati i canali di finanziamento, finalizzati e standardizzati, e di garanzia per le Pmi.