Confidi: problemi "spiccioli" (che spiccioli non sono)? Parliamone

Wed 5 Jan 2011, 08.22 Stampa

In questi tranquilli giorni di inizio anno, riprendo dai commenti al post di fine 2010 un'osservazione di Roberto Villa sulla presenza rada dei confidi sul blog:
Sommessamente aggiungo un piccolo contributo all'assenza scritta (non quella letta) dei Confidi dal Blog: forse non sempre si affrontano i problemi "spiccioli" (che poi tanto spiccioli non sono) che tutti i giorni si presentano. Qualche volta le argomentazioni di alto livello, lasciano, per quanto mi riguarda, sconcertati e consapevoli di dover crescere, imparare, conoscere; ed allora si cerca di capire e prima di scrivere qualsiasi commento si cercano notizie ed informazioni per evitare di inserirsi in modo inappropriato in una dialettica tra chi ne sa più di te.
Ringrazio Roberto perché è importante non trascurare i problemi "spiccioli" che i confidi si trovano ad affrontare quotidianamente. Problemi vecchi e nuovi, contingenti e strutturali. Nel 2009, anno per me di full immersion in progetti "107", mi sono reso conto di quante questioni si dovessero affrontare per mettere in pista un confidi vigilato. Da allora il sistema ha fatto dei passi importanti, però dubito che tutte le questioni (bilancio, informatica,segnalazioni, controlli, pricing, convenzioni, solvibilità) siano andate a posto.
Sulle grandi questioni stiamo proponendo i seminari Smefin. Ci interessano però anche le numerose questioni apparentemente "spicciole", ad esempio: come presidiare la funzione ICAAP, come riscontare le commissioni pluriennali, cosa segnalare in Centrale Rischi, come disciplinare i rapporti con gli sportelli associativi o gli agenti/mediatori che distribuiscono, et cetera. Trattandosi di temi meno delicati e complessi, ne possiamo parlare sul blog, un tema al giorno ...
Invito dunque tutti gli operatori dei confidi, 107 ma non solo, i loro consulenti, gli enti pubblici e le banche che interagiscono con i confidi, a segnalarmi fatti e problemi che ritengono interessanti per il nostro dibattito. Lo possono fare scrivendo una mail a luca.erzegovesi@smefin.org
Può essere un buon modo per far circolare conoscenze, tenendo viva l'attenzione.

Luca

PS 6/1: Ho creato un riquadro Temi di discussione nella home page del sito del gruppo Smefin. Metterò lì l'elenco degli argomenti che proporrete di affrontare, e sempre da lì sarete guidati alle pagine dei siti Smefin dove si raccolgono idee, informazioni e materiali.

Commenti precedenti:


Sapio (05/01/2011 09.40) n/a

Cominciamo dalla Centrale Rischi: i Confidi hanno risolto i problemi di segnalazione e le banche riescono ad interpretare correttamente e facilmente la Ceri quando un credito di firma protegge un credito di cassa evitando di interpretare la firma come una dulicazione della cassa?

I Confidi che hanno cambiato sistema informativo che tipo di problemi hanno avuto nel trasferire i dati nel nuovo sistema?

Gigi (05/01/2011 09.54) n/a

Credo che sia una ottima idea. Solo la lista dei problemi è già una check-list non da poco. Si potrebbero mettere a fattor comune le esperienze già fatte in una logica di crowdsourcing, problema per problema, per far emergere le best practices o le idee più innovative per la soluzione e nello stesso tempo affrontare con più informazioni la complessità dei temi che sono in campo. Se non si avranno le risposte almeno si avranno le idee più chiare sui temi da affrontare. L'alternarsi di seminari de visu e di lavoro sul web con tecnologia wiki potrebbe abbattere i costi di acquisizione della consapevolezza dei problemi e, perché no, anche di qualche suggerimento verso la soluzione.

Che ne dite? E' fattibile?

Luca (05/01/2011 13.12)

Essendo responsabile di un confidi 106 (vecchio TUB) specifico che la soluzione di tante esigenze "di poco conto" interessano, e anche molto, queste strutture che sono troppo piccole per diventare 107 e troppo grandi per essere assorbite dall'oblio.

Si parla di ICAAP, segnalazioni, ect....ma i problemi dei 106??

Sapio (05/01/2011 13.17) n/a

@ Luca Gargano: per favore non dimenticare il tuo cognome o ti confondiamo col prof. Erzegovesi.

Allora Luca Gargano, comincia tu, indicaci, per favore, qualche problema spicciolo da risolvere per i 106.

Luca E (05/01/2011 14.52) n/a

Caro Luca G, ho fatto quattro esempi, due erano universali (commissioni e rete). Perché scivolare sempre sulla contrapposizione tra 106 e 107? Mi associo all'invito di Sapio, che poi riprendeva il mio messaggio: dateci voi gli spunti prendendoli dalla quotidianità del lavoro nei confidi. Possiamo parlare di qualsiasi cosa pertinente ai confidi.

Emanuela (05/01/2011 16.42) n/a

In linea di principio, riguardo al trasferimento dati dal vecchio al nuovo sistema, non ci sono stati grossi problemi visto che il nuovo programma ricalca grosso modo quello vecchio con la sostanziale differenza che è più specifico e richiede l■inserimento di maggiori informazioni. Proprio in questo consiste secondo me la principale difficoltà. Mi spiego meglio, chi era abituato a tenere fuori dal sistema informatico alcune informazioni non essenziali o comunque non obbligatorie ai fini del 106 (quindi in maniera cartacea o a mente, etc.), si trova ora di fronte alla difficoltà di dover recuperare tutte le info che il nuovo sistema 107 richiede, con grossa perdita di tempo ma soprattutto di pazienza! A parte questo il trasferimento di per sé non ha incontrato alcuna falla, anzi per quanto riguarda i dati anagrafici ha provveduto ad integrare le info con i dati aggiornati. Più problematico risulta il discorso pratiche per le quali occorre invece intervenire manualmente..

Frequento da circa un mese il blog e devo dire che non solo è apprezzabile ma soprattutto lodevole e ammirevole il lavoro di Luca, del gruppo Smefin e di tutti i collaboratori (professionisti e non), che volontariamente (e ci tengo a sottolineare questa parola) rispondo a quesiti e problematiche varie. Mi sembra del tutto fuori luogo quindi l■esistenza di tali polemiche; per rispondere ai problemi spiccioli, occorre che i problemi spiccioli vengano fuori.. forse sarebbe più opportuno far presente la scarsa efficienza di poche (per fortuna) federazioni di confidi che per legge dovrebbero offrire un sostegno ai confidi soci, ma di fatto a volte non lo fanno.

Lo scambio, il confronto e la condivisione di conoscenze, esperienze e professionalità sono fondamentali!Saluti,

E.

Sapio (05/01/2011 17.16) n/a

Brava Emanuela: è proprio quello che volevo venisse fuori: se un sistema Informativo ve lo regalano, se vi regalano la manutenzione (ed ovviamente non accade), quello che costa in tempo e personale è la migrazione dei dati con successiva quadratura. E attenzione alle scorciatoie: guai a trascurare i dati pregressi (es. rate scadute), perché serviranno pure quelli per impostarci un rating interno. Poi quando si adotta un SI si adotta pure un modus operandi al quale bisogna forzosamente adattarsi pena mostruosi costi di personalizzazione. Avvertiti eh!

Gigi (05/01/2011 20.13) n/a

Per quanto riguarda i sistemi informativi, visto che 106 e 107 hanno esigenze diverse, ma sono comunque immersi in una dinamica continua,forse sarebbe il caso di fare un po' il punto. Un altro bel temino che Emanuela ha sollevato. Non si tratta di fare una classifica dei migliori e dei peggiori (mi prenderei gli strali delle società di informatica) ma analizzare concetti come openness, scambiabilità (esportazione e importazione) dei dati, modularità, integrazione con le procedure esterne.

Ad esempio: quanti sistemi prendono input automatici per fare le pratiche (tipo bilanci xbrl, tracciati informatici dei modelli fiscali, e così via?) Credo che alcuni confidi siano avanti, altri non abbiano neanche la consapevolezza di quanto tempo sia sprecato ad inserire dati che possono essere rilevati automaticamente.

bartolo mililli (05/01/2011 21.02) n/a

Ciao a tutti, e ancora auguri di buon anno. Uno dei temi "spiccioli" che chiedo a Luca di riprendere ( e vale sia per i 106 che per i 107) è quello relativo agli aiuti pubblici sia ai confidi (rafforzamento patrimoniale, trasferimento dei rischi, ecc..)che alle imprese (es. contributo in conto interessi).

Se la crisi economica continua i morti e feriti sul campo di battaglia non saranno più solo imprese socie, ma la stessa società confidi. E c'è da dire che le sofferenze che stiamo affrontando oggi si riferiscono a fidi concessi non nell'ultimo anno ma tre-quattro anni fa con un'economia che non faceva presagire "perdite inattese" di tale portata. E allora? Sapio ha ragione nel dire che i Confidi faciloni a rilasciare garanzie non possono contare su pantalone, ma i confidi che hanno operato bene nei passati contesti economici meritano iniziative di sostegno o no? Il Fei, Mcc, le Regioni mettono a disposizione aiuti per i finanziamenti futuri....ma per il passato? e poi..in quale sede istituzionale sono seduti i rappresentanti dei confidi e delle istituzioni per il rafforzamento patrimoniale dei confidi? Si può parlare solo di Mcc (per fortuna che almeno che quello c'è!)?? saluti siciliani

Sapio (05/01/2011 21.17) n/a

@ Gigi, sono curioso di sapere quali sistemi per i Confidi sono dotati del modulo di gestione della Pratica Elettronica di Fido (PEF)? Che io sappia non ce l'hanno nemmeno tante banche ! Le banche che ce l'hanno prendoni i bilanci in primis da Centrale Bilanci. Il problema è che La Centrale non ha i bilanci di tutti, alcuni depositano in Xbrl in Camera di commercio ma altri (D. Individuali, artigiani, P.fisiche) non sono neppure tenute a far bilancio. Mi interessa sapere chi legge i dati dal modulo fiscale.

Roberto Villa (06/01/2011 06.55)

Grazie Luca per aver colto l'essenza del mio post.

E se iniziassimo con una raccolta dei problemi "spiccioli" che i Confidi, giorno per giorno, devono affrontare? L'ha proposto Gigi e lo riprendo volentieri anch'io. Ogni Confidi che frequenta il blog segnali, tempo, per esempio, 10 giorni, un argomento che ritiene importante, Luca (sempre lui!) faccia selezione e stili l'agenda per affrontare in sequenza le problematiche segnalate.

Il primo argomento "spicciolo" che mi viene in mente riguarda la Trasparenza ed il conseguente foglio informativo alla Clientela. Non sarebbe utile avere, con il contributo di tutti, un unico modello al quale far riferimento? Una mia piccola ricerca in rete me ne ha fatti vedere ... di tutti i colori!

Luca (06/01/2011 10.01) n/a

@Emanuela: grazie per aver raccolto per prima il messaggio. E' la dimostrazione che se non si muovono i giovani restiamo fermi. Sui sistemi informativi ci sono tanti aspetti da considerare, la migrazione + arricchimento dei dati è uno dei più importanti per l'avvio di un 107.

@Bartolo: quello che richiami è un problema non spicciolo, ma capitale, perché le risorse pubbliche contano come scudo della solvibilità dei confidi. E' il tema sul quale faremo il prossimo seminario Smefin. E' importante raccogliere informazioni per una diagnosi aggiornata del problema.

@Roberto: trasparenza, sì, è un tema importante, lo possiamo affrontare.

Devo trovare un luogo dove elencare i temi e raccogliere idee e contributi sugli stessi. Rinvio ad un post che farò nei prossimi giorni.

Sapio (07/01/2011 12.02) n/a

@ Roberto: trasparenza, ottimo spunto. Ma ... è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che ......

Roberto Villa (07/01/2011 13.41)

Sapio: dai non essere così negativo. Tanto è stato fatto (magari non benissimo) e questa può essere una buona base di partenza. Io, inguaribile ottimista, vedo per il Sistema Confidi l'allineamento almeno su questo tema. E poi, se la cruna è davvero così stretta basta un pizzico di grasso e ... tanta buona volontà! Da qualche parte dobbiamo pur cominciare ...

Emanuela: è vero quel che scrivi (passaggio da un sistema gestionale ad un altro), le sto sperimentando proprio in questi giorni post fusione. Metodi diversi, approcci variegati, banche che rispondono in modo diverso sulle varie provincie, sistemi di istruttoria disparati, ecc. ecc. Eppur si muove! E' sempre una questione di buona volontà e buon senso applicato a quelli che sembrano problemoni insormontabili. Ce la si fà, ce la si fà .....

Gigi (07/01/2011 19.46) n/a

Il problema della trasparenza è un ottimo banco di prova. Le banche dopo quasi vent'anni di traparenza per legge (l. 154/92) spesso faticano ancora a farsi capire dai clienti e redigono fogli informativi buoni solo per ottemperare alla legge più che per dare una vera e propria trasparenza. Non sempre c'è cattiva volontà, ma la difficoltà di rendere semplice qualcosa di estremamnete complicato come il costo complessivo di un servizio finanziario rende il lavoro più difficile. I confidi hanno servizi più semplici per cui non dovrebbe essere così complicato redigere dei fogli informativi chiari: per tentare di dare delle risposte però bisogna far emergere in concreto i problemi particolari che si presentano, un pezzettino alla volta, in maniera che siano facilmente digeribili. Se poi le risposte faticano ad arrivare, beh, delle domande ben poste sono già una mezza soluzione.

Emanuela (08/01/2011 13.25) n/a

@Luca @Roberto. Proprio vero, l'importante è dotarsi di santa pazienza e iniziare a sistemare le cose. Una volta sistemato tutto il nuovo sistema e il nuovo metodo di lavoro consentirà un lavoro molto più efficiente e soprattutto la creazione di una banca dati oltre che attendibile molto utile e che permetterà di sbizzarrirsi con statistiche stime etc.. Con ovvi feedback positivi per la ricerca e per i Confidi stessi.Non vedo l'ora!

ROE'ROS (09/01/2011 15.24) n/a

Non vorrei essere inopportuno ma gradirei che deste un'occhiata a quest'articolo.

http://www.informamolise.com/settimanale/47788-il-sostegno-al-credito-in-molise

ROE'ROS (09/01/2011 15.29) n/a

E anche a questo !!!http://cms2.mutualcredito.com/index.php?option=com_content&view=article&id=112:lassemblea-dei-soci-da-il-via-alla-ricapitalizzazione-di-mutualcredito&catid=34

Roberto Villa (09/01/2011 19.10)

Roe'ros: ho letto velocemente gli articoli citati. Il tema della finanza pubblica è centrale in tutte le regioni e per tutti i Confidi. E', purtroppo, un tema complesso che DEVE essere affrontato dalla politica (leggi Confederazioni) con, evidentemente, il supporto tecnico dei Confidi. Anche chi scrive gli articoli, però, dovrebbe evitare di scrivere notizie che poi finiscono per penalizzare il nostro Sistema che, di tutto ha bisogno meno che di ulteriori penalizzazioni. Mi riferisco al 15% di costo della garanzia! Certamente in assenza totale o parziale di pubbliche risorse il costo della garanzia è destinato ad aumentare. E con i chiari di luna che si prospettano sulle pubbliche finanze...

D'altra parte i Confidi devono (anche loro) imparare a fare, purtroppo, selezione. Non è più ipotizzabile pensare di prestare garanzie come per il passato; le imprese vanno certamente sostenute; ma solo quelle che si presentano con le carte in regola (e non penso solo ai bilanci) potranno trovare il supporto del Confidi. Dovremo essere in grado di fare selezione, e solo Dio sa quanto mi pesa scrivere queste parole, perchè, purtroppo, non tutto le nostre PMI sono realtà sostenibili. E' forse meglio approfittare della brutta situazione attuale per fare pulizia anche nel nostro sistema imprenditoriale. D'altra parte è stato ed è così anche per i Confidi, quindi ...

L'unica cosa che dobbiamo salvaguardare è la nostra diversità da tutte le altre strutture finanziarie (banche, finanziarie pubbliche e private, società di leasing e factoring, ecc. ecc.), le loro logiche non possono appartenerci se non in parte, per il resto deve valere il criterio della mutualità, ovviamente, rivisto e corretto ed applicato con professionalità operativa e serietà di valutazione fuori dalle sole logiche quantitative.

Come però diceva Luca, è un tema enormemente complesso che deve trovare soluzione, se possibile, nelle sedi adeguate e con gli attori deputati a tale compito.

Qui iniziamo ad affrontare argomenti e problemi più "spiccioli".

Sapio (09/01/2011 20.15) n/a

L'articolo redazionale di Informa Molise segnalato da ROE'ROS è estramemente interessante. Vorrei conoscerne l'autore che sicuramente proviene dal mondo dei Confidi (106, perché in Molise non intendono diventare 107). E' l'equivalente del famoso grido di Molon due mesi prima della chiusura: "Dateci le risorse, aiutiamo noi le imprese!". Ma voleva aiuti per se stesso. L'articolo auspica che vengano tolte risorse alla Fin. regionale per darle ai Confidi che le spartirebbero accuratamente fra gli amici e gli amici degli amici senza alcun controllo che un generico ed inverificabile "merito di credito". L'autore finge di ignorare che non si possono dare aiuti alle imprese in crisi perché sarebbero aiuti di stato. Ignora che le tranched cover (con le quali opererebbero questi Confidi 106) sono operazioni di la da venire perché di onerosissima gestione. Ipotizza che i 106 regionali ricapitalizzati a carico di Pantalone continuino ad operare col Fondo Centrale di Garanzia che significa scaricare l'onere sullo stato, cosa che lo Stato ha sempre più difficoltà a sostenere.

Gigi (10/01/2011 00.27) n/a

Vero quanto dice Roberto Villa, qui (in questo post) affrontiamo problemi più spiccioli, ma non perdiamo di vista quello che succede anche in queste regioni (Abruzzo e Molise). I due articoli sono l'indicazione di un profondo disagio. Finanziario, quello di Mutualcredito: bisogna vedere se e come verranno veramente raccolti i 10 mln previsti, nonostante i 3,25 già dichiarati. Di rappresentanza quello dei confidi molisani. Sanno che fanno fatica a giustificare la propria esistenza così numerosi e si aggrappano ad ogni cosa (forse non a torto su Finmolise) per ribadire il solito bla bla che nasconde le logiche ricordate da Sapio. Molte parole, poca sostanza. Che il fallimento della politica a sostegno delle pmi tramite la finanziaria regionale dia automaticamente l'autorizzazione ai confidi ad ergersi paladini della finanza buona è tutto da dimostrare. Portare le conclusioni del forum europeo a sostegno della tesi che in Molise i confidi (106, non dimentichiamo) siano il meglio che ci può essere per sostenere le pmi è quasi una barzelletta. Grazie per la segnalazione.

Claudio D'Auria (10/01/2011 14.14)

Tornando alla trasparenza, uno dei problemi che i confidi incontrano nel tentare di rispettare la normativa è la consegna della copia del contratto.

Chiedo ai confidi frequntatori del blog. Voi lo consegnate? Se sì, cosa consegnate? Un contratto di garanzia? Di che tipo? Una fidejussione? Un contratto autonomo di garanzia?

Fabio (10/01/2011 14.48) n/a

Per Claudio: Nelle more che fosse introdotta una semplificazione asupicata dalle Federzioni nazionali, abbiamo recepito proceduralmente pienamente quanto richiesto in termini di trasparenza (penso). Dopo aver deliberato sia noi che la Banca, stampiamo un contratto di garanzia che viene firmato dal Confidi e dall'impresa; solo dopo rilasciamo la lettera di garanzia alla Banca. Prima di introdurre tale modalità operativa avevamo valutato la possibilità di attuare la conclusione del contratto con la consegna della copia della domanda di garanzia dopo la delibera completo dei termini di delibera (quindi, contratto sotto sospensiva che si avvia con la presentazione della domanda e si conclude con la delibera). Abbiamo poi optato per la firma di un vero e proprio contratto e, presumibilmente, se anche ci fossero in futuro semplificazioni, non penso che torneremmo sui nostri passi; ci abbiamo guadagnato in trasparenza in quanto prima di rilasciare la lettera di garanzia, l'imprenditore verifica i costi, le quote aggiuntive, l'assetto delle garanzie e solo se ritiene di procedere, firma, diversamente rinuncia. Tenuto conto che con la diversificazione delle commissioni per classi di rischio, di fatto solo dopo la presentazione della richiesta di intervento a garanzia possiamo determinare l'esatto costo a carico dell'impresa, la modalità operativa che prevede la stipula del contratto garantisce sia l'impresa che il Confidi.

Franco (10/01/2011 14.50) n/a

Non c'è l'obbligo contrattuale, un esempio :

http://www.finsardegna.it/essere-soci.html

http://www.finsardegna.it/images/stories/Documenti/Trasparenza/Foglio-Informativo.pdf

Claudio D'Auria (10/01/2011 17.30)

Grazie Fabio. Sarebbe interessante sapere che tipo di contratto stampate, se un contratto fidejussorio o un contratto autonomo.

Franco, la normativa prevede obbligatoriamente la consegna del contratto. Il problema è che molti confidi non lo consegnano per diversi motivi: o non l'hanno mai fatto e continuano a non farlo oppure non sanno esattamente che tipo di contratto stampare.

Luca (10/01/2011 17.45) n/a

Ho creato un gruppo di discussione Google.

L'accesso è qui:

http://groups.google.com/a/smefin.org/group/trasparenza-confidi/topics

Ho riportato gli interventi precedenti.

Alex (10/01/2011 17.53) n/a

Un caro saluto a tutti i blogghisti, scusate la mia prolungata assenza ma sono stato iper impegnato nella trasformazione del Confidi dove lavoro. Ottima idea quella di parlare dei problemi spiccioli dei Confidi e ottima idea partire dalla trasparenza.

@Claudio 1) si lo consegniamo; 2)un contratto che lega il Confidi direttamente al socio-cliente 3) non è un contratto di garanzia.

@Franco dalla normativa sulla trasparenza, a mio parere, si evince chiaramente l'obbligo di stipulare un apposito contratto (forma scritta) tra il Confidi ed il socio-cliente.

Dal documento di sintesi di Fidisardegna credo che si evinca la presenza di un contratto o sbaglio? http://www.finsardegna.it/images/stories/Documenti/Trasparenza/Diritti_Cliente.pdf

Franco (10/01/2011 20.21) n/a

....stipulare il contratto in forma scritta, "tranne nei casi previsti dalla legge" ?

Alex (11/01/2011 09.25) n/a

@Franco riporto quello scritto sul sito di Banca d'Italia in merito alla normativa sulla trasparenza: Il cliente, che ne faccia richiesta, ha diritto di ottenere, prima della conclusione del contratto, per una attenta valutazione del contenuto, una copia completa del testo contrattuale, idonea per la stipula (informazione precontrattuale). La copia da consegnare al cliente deve comprendere il testo delle condizioni generali di contratto e il "documento di sintesi". Il diritto di ottenere la copia non può essere sottoposto a termini o condizioni. La banca deve acquisire un'apposita attestazione, in calce allo schema contrattuale, nella quale il cliente dichiara se intende avvalersi di tale diritto e, ove le parti addivengano alla conclusione del contratto, l'attestazione è conservata dalla banca.

Se le condizioni contrattuali vengono modificate rispetto a quelle indicate nella copia consegnata, il cliente ha diritto ad essere informato e a ricevere, se lo desidera, una copia completa, idonea per la stipula, del nuovo testo contrattuale.

I soggetti incaricati dell'offerta fuori sede sono tenuti agli stessi obblighi in tema di consegna della copia del contratto.

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