Ancora sulla solvibilità dei confidi
Mon 27 Dec 2010, 14.56 Stampa
Alcuni amici non hanno condiviso la mia
decisione di rinviare la discussione sulla notizia (meglio, sulla voce) riguardante la ricapitalizzazione di Unionfidi Torino. Essendosi svolte le cose tra la vigilia e il giorno di Natale, penso sia opportuno spendere ancora due parole sull'argomento.
Premetto che qualunque visitatore può lasciare un commento nel blog. In cinque anni ne ho rimosso uno solo. Qui però si tratta della mia decisione di valutare un fatto. Ho ritenuto che non fosse opportuno per un motivo molto semplice: non c'erano informazioni fattuali da commentare, soltanto voci imprecise. E non essendo io la fonte delle notizie, non penso che il mio silenzio possa destare preoccupazione sulla portata del problema. Penso sia più rischioso (oltre che inopportuno) discutere del problema su elementi parziali e non verificati.
C'è poi un'altra considerazione: non si può discutere un problema che riguarda i confidi senza i confidi, tanto più se il problema è critico. Il blog, da questo punto di vista, da qualche mese non funziona a dovere. Molti operatori dei confidi lo leggono, pochi commentano. Ci possono essere varie ragioni, e prima fra tutte la riservatezza. Però non sono soddisfatto.
I seminari del gruppo Smefin sono stati un'occasione per coinvolgere i confidi nel dibattito, e hanno avuto successo. L'anno prossimo cercherò di portare lo stesso clima nel blog, mettendo al centro fatti concreti, da raccontare e commentare.
E con l'occasione confermo che la prossima iniziativa del gruppo Smefin metterà a tema la solvibilità dei confidi durante e oltre la crisi.
Luca