Moratoria in scadenza tra due mesi. E dopo? Ne discutono ABI e Confindustria
Sat 20 Nov 2010, 14.40 Stampa
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Sole 24 ore:
Abi e Confindustria hanno aperto un tavolo per trovare «in tempi stretti» strumenti alternativi e selettivi alla moratoria che scadrà il prossimo 31 gennaio. Lo hanno annunciato il presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, e il presidente di Piccola industria di Confindustria, Vincenzo Boccia, nel corso di un seminario organizzato dall'associazione bancaria. La moratoria, hanno spiegato, non è «tecnicamente ripetibile» per il dettato di Bankitalia che farebbe iscrivere a sofferenza l'ulteriore proroga dei crediti.
Si tratta, in sostanza, di capire come intervenire per sostenere «alcune imprese sane che presentano però ancora qualche tensione finanziaria», ha spiegato Boccia. Verranno valutate quindi «garanzie aggiuntive come intervento o nuove misure sui tassi». Tecnicamente, secondo i modelli che si stanno studiando, si potrebbe comprendere, ha detto Mussari, un allungamento «ragionevole» di alcuni crediti in scadenza, così come sui tassi, «per quelle aziende che hanno contratto tassi variabili, si può pensare di sterilizzare il rischio con un derivato lineare». Un contratto derivato, ha precisato il presidente dell'Abi, «non è lo sterco del demonio» ma, come per il nucleare, ha aggiunto Boccia, può essere usato per creare energia o altro.
Finalmente si torna a parlare del destino delle imprese in moratoria. Il 31 gennaio prossimo scade la
proroga dell'avviso comune. Secondo una news Radiocor sullo stesso evento, Boccia avrebbe affermato "che si sta pensando alle modalita' per utilizzare il Fondo di Garanzia delle pmi, strumento pubblico, proprio per le imprese che hanno ancora tensioni finanziarie.". Il presidente dell'ABI parla di misure "alternative e selettive", immagino pensate per quelle imprese "sane che presentano però ancora qualche tensione finanziaria".
Nei suoi ragionamenti noto alcune omissioni:
- che cosa accadrà delle imprese incagliate in una situazione di illiquidità non sanabile e quindi escluse dalle nuove azioni "selettive"? Ricordo che le esposizioni "moratoriate" pesavano in agosto per circa il 15% sul credito alle Pmi italiane; quanto peseranno le perdite da deterioramento sui bilanci delle banche? E sulla chiusura di aziende oggi attive, con i riflessi occupazionali e sociali?
- possibile che nessuno parli mai di assistere la pianificazione finanziaria delle imprese in tensione come condizione irrinunciabile prima di qualsiasi altro intervento? OK sul coprire il rischio di rialzo sul debito legato all'Euribor che risale (notando però che uno swap di tasso verso il fisso costerebbe oggi alle imprese un aggravio del tasso IRS pagato oggi, a fronte della copertura del rischio di un rialzo dell'Euribor domani); ma il rischio tasso è un di cui della gestione del debito, che è un di cui della tesoreria, che è un di cui della finanza, che è un di cui della gestione dell'impresa.
E' arrivato il momento di gridare queste cose dai tetti, e soprattutto di buttarsi a capofitto nel farle. Confidi, anche voi, per quanti pesi abbiate già da sopportare.
Luca