Fedart Fidi: la prima indagine congiunturale gennaio - aprile 2010
Sun 4 Jul 2010, 11.52 Stampa
Alla convention Fedart conclusasi ieri, il coordinatore Leonardo Nafissi ha presentato i numeri della prima indagine statistica con cui la federazione dei confidi artigiani intende monitorare i numeri chiave dell'operatività dei suoi associati. Potete leggere sul loro sito il
comunicato e scaricare le
slide.
Hanno risposto 55 confidi sui 167 associati, che rappresentano l'84% delle imprese socie e il 93% dei finanziamenti garantiti. Nel primo quadrimestre 2010 i confidi hanno sviluppato 2,8 miliardi di finanziamenti garantiti (contro 2,1 nello stesso periodo del 2009, un terzo in più). Si tratta per il 32% di fidi a breve, per il 40% di mutui per liquidità e consolidamenti, il resto ha finanziato investimenti. A fine aprile 2010 i confidi censiti detenvano uno stock di garanzie di poco superiore a 5 miliardi di euro:
Rinvio al documento (quando sarà disponibile) per l'analisi completa. Qui annoto due particolari:
- le convenzioni confidi-banca includono nella maggior parte dei casi un moltiplicatore rispetto ai fondi monetari (nel 70% dei casi; considerando i soli "107" si scende al 67% dei casi); i moltiplicatori sono inferiori o uguali a 15x nel 32% dei casi, vanno da 16x a 20x nel 46% dei casi, e sono più alti (fino a un massimo di 30x) nei casi restanti;
- peraltro, in termini di incidenza sui volumi garantiti pesano di più le convenzioni che fissano moltiplicatori rispetto al patrimonio di vigilanza o al patrimonio netto;
- il coefficiente di solvibilità aggregato a fine aprile è sceso al 13,2% rispetto al 14,6% di un anno prima;
- il flusso di nuove sofferenze nel quadrimestre è stato di 27 milioni, un po' di più dello stesso periodo 2009; l'incidenza delle sofferenze sulle garanzie è salita dal 5,1% al 5,2%;
- il costo della garanzia è salito da 0,9% a 1,1% (sul breve) e da 0,6% a 0,8% (sul medio-lungo).
Lo stato di salute dei confidi artigiani appare nel complesso buono, tenuto conto dell'imponente azione di sostegno anticiclico in corso dal 2009. Si colgono i segnali di un cambiamento strutturale in corso, che produrrà assestamenti nei mesi a venire.
Sarebbe una grande cosa se le associazioni dei confidi coordinassero le indagini statistiche, aprendo la strada all'
Organismo gestore dell'elenco confidi. Le rilevazioni abbisognano di estensioni e affinamenti, concetti come "garanzia", "moltiplicatore", "costo", "patrimonio" possono significare cose diverse.
La Banca d'Italia, tra qualche mese, disporrà delle segnalazioni di circa 40 confidi 107 (anche su quel fronte c'è molto lavoro da fare). Ma non basterà. Anche Governo, Regioni, banche, associazioni di categoria, in breve tutti i soggetti che hanno a cuore i confidi, hanno bisogno di numeri chiari, robusti, comparabili, che coprano 106 e 107.
Come si può tenere la rotta, navigando nella nebbia?
Luca