Un messaggio dall'Abruzzo: confidi ammortizzatori sociali?
Sun 27 Jun 2010, 09.28 Stampa
Questa
news riporta una lettura interessante e rivelatrice del ruolo dei confidi nella crisi attuale:
La crisi economica non accenna ad allentare la morsa, le conseguenze negative del terremoto, come prevedibile, si stanno avvertendo in tutta la Provincia dell’Aquila, anzi nell’intero Abruzzo. La situazione per le nostre aziende, afferma il Presidente della Cooperativa Artigiana di Garanzia Regione Abruzzo (Gruppo Confesercenti) – Mario Del Corvo – , rimane critica[...].
Il sistema dei Confidi sta dimostrando di essere una vera e propria fonte di ammortizzatori sociali per le imprese, ma per continuare ad esserlo, conclude Del Corvo, necessita di un “lavoro di squadra” con enti e istituzioni. Soprattutto lo Stato, la Regione e Bankitalia devono riconoscere l’importanza del nostro ruolo e prevedere lo stanziamento di contributi per rafforzare la patrimonializzazione dei Confidi.
I confidi sono un ammortizzatore sociale? Ovvero sostengono imprese in difficoltà consentendo di pagare stipendi e fatture dei fornitori? In molte situazioni è così: il consolidamento dei debiti aiuta a non chiudere così come la Cassa Integrazione aiuta a non licenziare. Sono due rimedi temporanei, così come temporanea è la loro efficacia.
C'è però una differenza sostanziale: quando finiscono i fondi CIG l'azienda, se rimane in crisi, licenzia. Se i crediti garantiti scadono e vanno rinnovati, oppure se (ahimé) passano a sofferenza, i fondi pubblici dati ai confidi si consumano e ne servono di nuovi. Se l'ente pubblico non ne può dare a sufficienza, le imprese non hanno più credito, e chiudono, il confidi non ha più patrimonio o fondi monetari, e chiude pure lui.
Finché il circuito del credito garantito gira, il confidi ammortizzatore sociale funziona, anzi, promette il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci (la Regione mette 1, il confidi garantisce 10, la banca dà all'impresa 20); nel momento in cui si inceppa, arriva il conto da pagare (una parte dei 20), maggiorato dei costi di struttura e di distribuzione. Col passaggio a 107 questi costi aumentano (ma ha senso un confidi ammortizzatore che passa a 107 impegnandosi a una sana e prudente gestione?).
I confidi sono questa cosa? Allora hanno il destino segnato, perché come ammortizzatori sociali costano troppo, e in ogni caso i soldi pubblici non bastano. Beh, direte voi, se anche dovesse succedere, si immolerebbero per una buona causa. Non ne sono sicuro. Aiutare le imprese dando soldi, e basta, non le aiuta a risolvere la crisi. Non è nemmeno giusto, se fatto indiscriminatamente (dove va a finire la liquidità in un'impresa che annaspa?).
Ringrazio il presidente della Cooperativa artigiana di garanzia della Regione Abruzzo per aver parlato chiaramente. Molti la pensano come lui, ma non lo dicono; e con questo alibi propongono aggregazioni, fondi di garanzia, ricapitalizzazioni, passaggi a 107 (o scissioni per evitarli), senza che mai (dico, mai) si metta a tema l'efficacia degli interventi e i costi a perdere della loro attuazione.
Con alcuni amici dei confidi stiamo cercando di capire meglio la questione, per continuare ad aiutare le imprese, ma senza affidarci soltanto alle buone intenzioni e a Pantalone. Per questo proponiamo il
seminario del 12 luglio a Milano.
Luca