Banca d'Italia: i confidi in Veneto e in Umbria
Mon 14 Jun 2010, 17.22 Stampa
Oggi sono stati pubblicati due nuovi rapporti della Banca d'Italia sulle economie regionali. Riguardano il
Veneto e l'
Umbria. Tutti e due trattano dettagliatamente di confidi.
Il
rapporto sul Veneto alle pag. 34-35 evidenzia un tasso di crescita del credito garantito da confidi nel 2008-2009 leggermente negativo (-0,4% medio annuo), mentre il credito non garantito è calato del 2,3% medio annuo. Il credito a revoca garantito è meno caro dello 0,8%. La qualità dei crediti garantiti da confidi ha mostrato un deterioramento più marcato rispetto al complesso delle imprese con meno di 20 addetti. In rapporto ai crediti che non presentavano alla fine del 2007 profili di problematicità (sofferenze, incagli, impagati da almeno 90 giorni) i prestiti entrati in sofferenza nel biennio 2008-09 sono stati pari al 2,1 per cento per quelli garantiti da confidi, l’1,2 per cento per quelli non garantiti, in linea con quanto rilevato in Italia.
Il
rapporto sull'Umbria da pag. 32-34 evidenzia che in Umbria operano a fine 2009 ben 55 confidi (per un totale di 7.729 imprese servite). Ai dieci confidi con sede legale in regione sono riconducibili l’86,6 per cento dei rapporti e circa il 60 per cento delle garanzie complessivamente rilasciate (249 milioni di euro su 409). Le caratteristiche del mercato creditizio umbro, nel quale la significativa presenza dei grandi gruppi bancari è il frutto di progressive integrazioni di rilevanti realtà locali, hanno reso più frequenti della media nazionale i rapporti dei confidi con le banche maggiori, cui è imputabile quasi la metà dei crediti garantiti. Secondo informazioni riferite a un campione di imprese censite nella Centrale dei rischi nel periodo 2008-2009, il tasso di incremento del credito garantito da confidi è stato dello 0,9%, a fronte di un calo registrato per le altre imprese (–0,7%). I prestiti entrati in sofferenza nel biennio 2008-09 sono stati pari all’1,9 per cento per le imprese garantite e all’1,2 per le altre; la differenza, comune a tutti i settori produttivi, è comunque considerevolmente inferiore a quanto registrato in Italia. Ma qui arriviamo al paradosso: contrariamente a quanto osservato nel resto del Paese, alla fine del 2009 le piccole imprese umbre garantite da confidi pagavano un tasso medio sui prestiti a revoca superiore alle altre di circa 60 centesimi (90 centesimi nelle costruzioni). Ricordo che si tratta di tassi non comprensivi del costo della garanzia. Qualche amico può aiutarci a spiegare perché?
In entrambi i rapporti ci sono anche diverse tabelle statistiche nel testo e/o in appendice.
Luca