A proposito di educazione finanziaria
Thu 10 Jun 2010, 12.53 Stampa
Ieri la Banca d'Italia, come riferisce
Repubblica - Finanza & Mercati, ha annunciato per voce di Ignazio Visco una strategia comune per l'educazione finanziaria, d'intesa con le altre Authority (CONSOB e ISVAP). Sarà creato un portale web che conterrà tutto il materiale e gli strumenti già presenti sui siti internet delle singole autorità. E' stato avviato inoltre un protocollo con il Ministero dell'Istruzione per svolgere test di apprendimento a conferma dell'efficacia del programma. L'annuncio è stato reso nel corso dell'OECD-Bank of Italy Symposium On Financial Literacy (qui le
conclusioni di Anna Maria Tarantola).
Ora consentitemi un parallelo con l'educazione su un tema non meno importante, quello della salute. Ci sono persone in grado di occuparsene da sole, per cultura e più ancora per indole. Altre invece devono essere guidate, e per farlo occorrono figure vicine alle persone e alle famiglie (principalmente i medici di base). Le campagne di sensibilizzazione e screening sono utili, ma alla fine in una visita (periodica o più spesso per qualche acciacco imprevisto) raccogliete consigli e ragioni molto più convincenti per occuparvi della vostra salute in modo non fatalista (senza però scadere nell'ipocondria).
Non è mio compito valutare la qualità dell'assistenza medica di base, che dipende da fattori territoriali e dalla competenza / passione di ogni singolo dottore. Voglio dire qualcosa dell'assistenza finanziaria di base. Chi la fornisce, di norma? In ordine di apparizione: la banca (o il promotore finanziario, o il mediatore creditizio) e, per chi vi fa ricorso (tipicamente le imprese familiari), il commercialista, o il centro di assistenza contabile e fiscale, o il confidi. C'è anche la copertura dei media, generalisti e specializzati, ci sono i siti, i blog, e tutto il resto, ma anche qui si tratta di materiale utile per chi già ne capisce.
Mancano quasi del tutto il consulente finanziario indipendente (rara avis), e parlo sia di prodotti di risparmio, sia di accesso al credito e pianificazione finanziaria aziendale. Le altre figure legate alle reti distributive (sportellisti, promotori, mediatori) hanno modelli di formazione e di incentivazione ancora e sempre legati alla "produzione" di raccolta o erogazione. La formazione tecnica non manca, ma, quando c'è, è orientata alla vendita, specialmente quando i modelli di remunerazione a tutti i livelli della piramide enfatizzano la componente variabile (come potrebbe essere altrimenti?). Ci sono esempi virtuosi, specialmente quando la rete, bancaria e non, si avvale di un portafoglio prodotti multi-brand, ricco e di qualità, ma sono cose non sempre alla portata del cliente al dettaglio (e anche i clienti private non sono immuni dal rischio "sola").
Se non si interviene qui, sulle figure a contatto con i clienti, la
financial literacy non farà grandi progressi.
Per quanto riguarda i rapporti con le piccole imprese, torno ovviamente a rilanciare la figura del business office, del quale ci sarebbe un disperato bisogno. Ma il mercato, e il quasi-mercato, del credito, della garanzia, della consulenza contabile, stentano a farla nascere.
Continuiamo a insistere con esperimenti concreti, se la pianta è sana attecchirà.
Luca