Banca d'Italia: l'attività dei confidi in Toscana nel rapporto sull'economia regionale
Wed 9 Jun 2010, 09.55 Stampa
Dopo la
Campania, è la volta della Toscana. La Banca d'Italia conferma l'interesse che sta dedicando al settore dei confidi con ben quattro pagine (37-41) inserite nel rapporto
L'economia della Toscana pubblicato ieri. Qualche passaggio:
Alla fine dello scorso anno, i prestiti complessivi che le banche erogavano in favore di imprese con meno di 20 addetti garantite da confidi erano pari a circa 2 miliardi di euro (tav. a20), il 15,8 per cento del totale dei finanzia- menti bancari a piccole imprese regionali; tale quota era lievemente superiore rispetto all’analogo dato nazionale. A livello settoriale, il ricorso ai confidi è più frequente nell’industria: i prestiti concessi a imprese assistite da consorzi fidi rappresentavano il 32,2 per cento del complesso dei finanziamenti alle imprese garantite con meno di 20 addetti.[...]
Con riferimento al costo del credito, nella media dell’ultimo trimestre del 2009 le imprese assistite da confidi fronteggiavano un tasso di interesse sui prestiti a revoca di circa 8 decimi di punto inferiore rispetto alle imprese non garantite. Il divario di tasso, che non tiene conto di possibili commissioni aggiuntive relative alla garanzia mutualistica, appare più marcato in Toscana rispetto alle altre aree del paese. Inoltre, esso si è ampliato rispetto al periodo precedente la crisi: alla fine del 2007, in un contesto di tassi mediamente più elevati, il differenziale era pari a 6 decimi di punto.
Analogamente a quanto emerge in altre realtà, anche in ambito regionale la qualità dei crediti erogati a imprese garantite da confidi ha mostrato un deterioramento più marcato rispetto al complesso delle piccole imprese. In rapporto alle posizioni che non presentavano alla fine del 2007 profili di problematicità (sofferenze, incagli, past-due) i prestiti entrati in sofferenza nel biennio 2008-09 sono stati pari al 2,9 per cento per quelli garantiti da confidi, a fronte dell’1,3 per quelli non garantiti, in linea con quanto rilevato in media nazionale. Al più elevato tasso di ingresso in sofferenza rilevato per le imprese garantite dai consorzi fidi potrebbero avere contribuito, oltre alla maggiore rischiosità, le più agevoli modalità di accesso al fondo di garanzia mutualistica, attivabile in tempi molto ristretti da parte delle banche.
Sarebbe una bella occasione per i confidi prendere spunto da queste analisi della Banca d'Italia per approfondirle utilizzando i loro dati gestionali. E' materiale per il futuro
organismo gestore dell'elenco confidi.
Luca