Confidi in Campania: l'autorevole scheda della Banca d'Italia
Mon 7 Jun 2010, 18.25 Stampa
Dopo la Relazione del Governatore, la Banca d'Italia sta pubblicando gli interessantissimi rapporti sulle economie regionali, come questo sulla
Campania, dove a pag. 34 si traccia un profilo dei confidi in quella regione:
In base ai dati della Centrale dei rischi, nell’ultimo
biennio, il credito erogato alle imprese assistite da garanzia confidi è cresciuto in regione del 4,1 per cento, a fronte di un calo dello 0,8 per cento registrato nei confronti di quelle non garantite; inoltre, durante lo stesso periodo, il tasso di interesse applicato ai finanziamenti assistiti da garanzia è risultato in media di circa 50 punti base inferiore a quello rilevato sui prestiti non garantiti.
In Campania il sistema dei confidi si presenta nondimeno scarsamente sviluppato. Sotto il profilo dimensionale, in particolare, il sistema risulta ancora frammentato: in base ai dati di bilancio del 2008 il volume medio di garanzie è largamente inferiore a quello utile per la trasformazione in intermediario vigilato.
A fine 2009 la quota dei prestiti con garanzia confidi sul totale di quelli erogati alle imprese di minori dimensioni era pari al 3,3 per cento, contro il 10,2 per cento del Mezzogiorno e il 13,3 per cento rilevato a livello nazionale. In più, dei 360 milioni di euro di garanzie complessivamente erogate a favore delle imprese campane, il 40 per cento risultava concesso da confidi non locali. Solo un quarto del valore delle garanzie concesse dai confidi a imprese campane, è stato erogato a favore di quelle con meno di 20 addetti. Una proporzione praticamente identica si riscontra restringendo l’analisi ai soli confidi campani.
La qualità dei crediti erogati a imprese campane garantite dai confidi ha mostrato un deterioramento più marcato rispetto al complesso delle imprese regionali con meno di 20 addetti. Come nel resto del paese, al fenomeno potrebbero avere contribuito le agevoli modalità di accesso al fondo di garanzia mutualistica, attivabile in tempi molto ristretti da parte delle banche. In rapporto ai crediti che non presentavano alla fine del 2007 profili di problematicità (sofferenze, incagli, crediti scaduti), i prestiti entrati in sofferenza nel biennio 2008-09 sono risultati pari al 10,2 per cento per quelli garantiti dai confidi e all’1,7 per cento per quelli non garantiti; un divario
sensibilmente più rilevante di quello registrato a livello nazionale, dove il tasso di ingresso in sofferenza per le due categorie di imprese è stato pari al 2,6 e all’ 1,3 per cento, rispettivamente.
Confidi sottodimensionati, cresciuti assorbendo esposizioni con rischiosità nettamente peggiore della media. Poco impegnati verso la piccola impresa (anche se qui potrebbe influire la soglia minima per la segnalazione in Centrale rischi). Meno male che c'è un effetto positivo sul costo del credito.
Quanto lavoro da fare! E quante trappole da evitare!
Luca
PS: La Banca d'Italia osserva i confidi attraverso la Centrale dei rischi, compresi i 106.