Fondo centrale di garanzia: tutte le strade conducono a Roma, con una o più tappe

Mon 7 Jun 2010, 16.02 Stampa

Il Fondo centrale di garanzia rimane ad oggi lo strumento di garanzia anti-crisi con dotazione più ampia, ponderazione zero per Basilea (sia pur condizionata), e costo competitivo (1% di commissione anticipata su una garanzia pluriennale è un affarone, non parliamo poi delle pratiche a costo zero). Quando è stato rilanciato, col DL 285 del dicembre 2008, molti potenziali utenti non lo conoscevano, o non lo usavano, o non vi erano ammessi. Oggi la popolazione delle banche e dei confidi che hanno accesso, e se ne avvalgono, cresce continuamente. Mi hanno parlato di banche che stanno spostando sul fondo posizioni per risparmiare capitale di vigilanza. Altre che lo stanno usando come leva per accaparrarsi nuova clientela: si procurano i bilanci, calcolano gli score MCC, e se l'azienda rientra nelle fascia 1 (che assicura la proposta positiva al Comitato) partono con la proposta di mutuo liquidità. Alcuni dei maggiori confidi veicolano contro-garanzie del Fondo in pacchetti attivamente collocati dalle banche convenzionate.
Alcuni dei nuovi potenziali richiedenti (specialmente confidi di minori dimensioni), per ridurre i costi procedurali e le attese, stanno valutando la possibilità di accedere indirettamente al Fondo chiedendo una contro-garanzia a un confidi di secondo livello, il quale si contro-garantirebbe sul Fondo; si attiverebbe in tal caso una catena di coperture piuttosto lunga: Stato (firma ultima istanza) => Fondo centrale => Confidi 2° livello => Confidi 1° livello => Banca. Si deve però verificare se la ponderazione zero si trasmette anche con due passaggi di contro-garanzia, in luogo dell'unico passaggio dello schema solito (Stato => Fondo centrale => Confidi => Banca). Non so se qualche visitatore ha affrontato il problema e può darci il suo parere.

Luca
PS: Se le voci che ho raccolto sono vere, c'è il rischio che il Fondo vada a sostenere i coefficienti di solvibilità delle banche, più che l'offerta di credito addizionale alle Pmi (senza dimenticare il rischio opposto di scarico di rischi problematici).

Commenti precedenti:


Nic&Gabri (07/06/2010 22.26)

La Comunicazione di Bankitalia del 3 agosto 2009 (Garanzia di ultima istanza dello Stato trattamento prudenziale) stabilisce che sono riconoscibili ai fini prudenziali le controgaranzie a prima richiesta, che hanno caratteristiche analoghe alle garanzie dirette e sono concesse dal Fondo a fronte di garanzie rilasciate da confidi che abbiano a loro volta caratteristiche analoghe a quelle delle garanzie dirette rilasciate dal Fondo (non le controgaranzie sussidiarie).

Nella nota 11 in calce al provvedimento si richiamano i DM del 20.6.05 e del 23.9.05.

Questi ultimi prevedono che la controgaranzia è concessa ai confidi cui all'art. 13 L 269/2003 o ad Altri fondi di garanzia (fondi gestiti da banche, intermediari o soggetti ex 106) senza distinzione tra quelli di primo e secondo grado, anzi consentendo, sul piano soggettivo, di essere entrambi ammissibili.

L'operazione a catena parrebbe quindi consentita e comunque non sembrerebbe essere espressamente esclusa.

Nella specifica filiera, il confidi di secondo grado garantirebbe l■inadempimento del confidi di primo grado a favore della banca.

Per la ponderazione zero sembrerebbe comunque necessaria l■omogeneità; ogni controgaranzia di filiera deve essere analoga a quelle dirette concesse dal Fondo.

Pensate sia giusta questa interpretazione?

Sapio (08/06/2010 07.32) n/a

Ogni passaggio in più consuma risorse a favore delle burocrazie ed a sfavore delle imprese.

Fabio (08/06/2010 08.51) n/a

In merito al post del Professore, ritrovo molto di quanto scritto nella presentazione del 15 aprile che il Professore ha pubblicato sul blog. L'interpretazione di Nic&Gabri concorda con quella fornitami da altra fonte, anche se personalmente ritengo che il rapporto convenzionale tra banche e Confidi dovrebbe quantomno prevedere l'intervento diretto del Confidi di secondo grado alla banca garantita nel caso di mancato intervento del primo grado (diversamente si interrompe la catena).

In merito al commento di Sapio, direi che anche questo argomento si inserisce nel workshop in programmazione. Da un altro punto di osservazione la filiera con un secondo grado potrebbe invece contribuire ad evitare appesantimenti burocratici, prevedendo la controgaranzia del secondo grado con o senza controgaranzia del Fondo Centrale di garanzia (chiaramente con pricing diversi) e per quelle controgarantibili, di fatto un'attività centralizzata per l'accesso alla stessa; a mio avviso da approfondire.

jaures (08/06/2010 10.10) n/a

in passato, fino a 2 anni fa, ho utilizzato lo strumento del MCC per le controgaranzie, per un certo numero di pratiche. Che dire? è il solito discorso. Nella misura in cui l'ammissibilità dipende dalla teoria (i bilanci) e non dalla prassi (i bilanci delle piccole imprese non valgono niente, spesso)si tratta di esercizi intellettuali nella migliore delle ipotesi. Anzi, si corre il rischio a mio avviso in questi tempi, di bilanci "ridipinti" in meglio....

Viviamo nel paese dell'ipocrisia contabile e fiscale.

Nic&Gabri (08/06/2010 10.23)

@Fabio: è giusto. Nella specifica filiera, come abbiamo detto, il confidi di secondo grado deve garantire l'inadempimento di quello di primo grado direttamente a favore della banca. Sembrerebbe essere questo l'impianto normativo.

Cristiano (08/06/2010 10.28) n/a

A me risultano questi dati:

- garanzie concesse da MCC nei primi 4 mesi dell'anno 2010: 1468,8 milioni di Euro.

- Fondi disponibili di MCC nell'anno 2010: circa 200 milioni di Euro.

- Accantonamento di MCC: 8% delle garanzie accolte.

Per fare anche ragionamenti successivi, potete confortarmi su questi dati ? Qualcuno ne ha di più aggiornati?

Sapio (08/06/2010 10.38) n/a

@ Jaures: certo far dipendere una agevolazione pubblica dalla "prassi (i bilanci delle piccole imprese non valgono niente)" sa di amaro. E' della serie come agevolare gli evasori fiscali!

jaures (08/06/2010 11.09) n/a

@sapio: potremmo fare una lunga discussione sulla capacità di credito = capacità di rimborso = capacità di reddito, desumibile quest'ultima dal documento principe a ciò deputato da legge e economia aziendale: il bilancio.

Lo dico a malincuore, proprio perchè ho, fin dagli anni universitari, una formazione e una passione per l'analisi del bilancio, in particolare per i rendiconti finanziari (strumento principe dei principi per vedere se un'azienda ha il sedere a terra)che costruisco "a mano".

Ciò detto, la realtà spesso e' sconfortante: utili inesistenti o quasi, come tutte le indagini sulle società (e mi riferisco a quelle di capitali: le famose srl con 10 mila euro - sic - di capitale sociale) riportano spesso.

Quindi - nel nostro paese - il merito creditizio deve necessariamente passare per altre strade: andamentale pregresso e garanzie visibili (depositi, immobili ecc.)

Non in tutti i casi eh! Alla brutta dico: 3 aziende su 10 sarebbero affidabili per chirografi a medio termine sulla base dei bilanci.

Sapio (08/06/2010 11.27) n/a

@ Jaures: condivido, ma almeno non diamogli agevolazioni pagate con i soldi nostri.

P.S. Anch'io prediligo il rendiconto finanziario!

jaures (08/06/2010 11.31) n/a

@sapio:

e' lo Stato per primo che favorisce nei fatti l'opacità contabile, a danno di chi adotta serietà amministrativa e di bilancio.

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