Dalle Considerazioni finali
Tue 1 Jun 2010, 10.55 Stampa
Ieri ho seguito in diretta la lettura delle Considerazioni finali del Governatore della Banca d'Italia mentre ero in viaggio. Cito alcuni passaggi:
L’industria finanziaria sostiene che la riforma regolamentare potrebbe ostacolare la ripresa. Ma l’applicazione delle nuove regole sarà graduale; non comincerà prima che la ripresa si sia consolidata. Il passaggio verso la nuova definizione del capitale delle banche sarà lungo abbastanza da renderne trascurabili, durante la transizione, gli effetti sul valore di mercato delle banche e sul credito. È importante che le difficoltà del presente non portino a una diluizione degli obiettivi di lungo periodo, che devono rimanere fermi.[...]
Il credito alle imprese era sceso del 3,7 per cento a dicembre 2009 rispetto a settembre, in ragione d’anno. La contrazione si è fatta meno intensa dall’inizio di quest’anno: nei tre mesi terminanti in aprile è stata pari all’1,0 per cento. La flessione è più forte nelle regioni del Nord, in cui più intensa è l’attività industriale; i prestiti alle imprese del Mezzogiorno sono tornati a crescere. Il credito alle famiglie continua a espandersi, sebbene a ritmi moderati.[...]
Le grandi banche si giudicano anche da come organizzano l’attività sul territorio: mantenere, valorizzare il rapporto con l’economia locale significa utilizzare nella valutazione del cliente conoscenze accumulate nel corso di anni, ben più accurate di quelle desumibili da modelli quantitativi; significa saper discernere l’impresa meritevole anche quando i dati non sono a suo favore; significa saper fare il banchiere.[...]
L’area dell’euro è nel suo complesso più solida di altre aree valutarie: il suo bilancio pubblico, i suoi conti con l’estero sono più equilibrati. Ma l’attacco che la colpisce oggi non guarda al suo insieme; sfruttando l’opportunità offerta dall’incompiutezza del progetto, si dirige verso i suoi membri più deboli. Non c’è che una risposta: l’euro vive con tutti i suoi membri, grandi e piccoli, forti e deboli. Se è stato illusorio pensare che la moneta da sola potesse “fare” l’Europa, oggi l’unica via è quella di rafforzare la costruzione europea nella politica, con un governo dell’Unione più attivo, nella disciplina dei bilanci pubblici e nel progresso delle riforme strutturali, con un nuovo patto di stabilità e crescita al tempo stesso più vincolante e più esteso.
Siamo nel mezzo di una traversata, e possono far bene le parole rassicuranti del Governatore, mentre si cammina e si lavora.
Luca