Il perché dei confidi (e il come): le riflessioni di Fabio Cutrera (Confapi Lombarda Fidi)
Fri 16 Apr 2010, 08.40 Stampa
Fabio Cutrera, direttore di Confapi Lombarda Fidi, mi ha inviato le
slide di un intervento da lui stesso presentato a un convegno a Brescia, insieme ad alcune considerazioni sul "nostro" dibattito in tema di confidi. Le slide riportano alcuni dati sulla composizione dell'offerta di credito alle imprese e sul peso delle garanzie confidi. Cutrera stima una quota di mercato pari al 25% del volume potenziale, quest'ultimo associato alle consistenze di credito bancario senza garanzia reale di importo unitario fino 5 milioni di euro più il 10% delle esposizioni da 5 a 25 milioni. Commenta il mutato ruolo dei confidi, e i pericoli di ridurlo al soccorso anti-crisi, che da solo non dà un futuro a nessuno. Tocca altri temi caldi, come l'accesso diretto delle banche al Fondo Centrale di Garanzia (escluso in Lazio e in Toscana), e l'urgenza (o meno) di cambiare i modelli operativi, andando verso pochi grandi confidi che accentrano la gestione di rischi di credito assicurabili (con interessanti paralleli con il mercato, e la regolamentazione, delle polizze RC auto).
Cito un passaggio sulla valutazione del credito, sul quale concordo pienamente:
Il metro di valutazione delle imprese da parte dei Confidi attuato fino agli anni novanta, si è rilevato in parte non appropriato per la concessione del credito negli ultimi anni; la maggiore selettività del mercato si è però mostrata in un arco temporale relativamente breve e fino a che gli effetti non hanno iniziato a manifestarsi con l’incremento dei default delle imprese finanziate, non si è di fatto metabolizzato l’entità del cambiamento del contesto economico e quindi non si è attuata una marcata revisione dei parametri per la concessione del credito
In pratica, alcuni elementi qualitativi fino agli anni novanta in molti casi determinanti per la solvibilità delle imprese (moralità degli imprenditori, storicità dell’azienda, radicamento nel mercato, ecc.), si sono rilevati meno determinanti.
Un’ultima considerazione: I Confidi non sono tutti uguali. In un contesto economico selettivo, i Confidi di riferimento industriale hanno una criticità aggiuntiva rispetto a quelli di altri settori, criticità derivante dalla concentrazione del rischio, per forza di cosa maggiore rispetto a Confidi
attivi con imprese di minore dimensione e quindi che, senza operare scelte, hanno una maggiore frammentazione del rischio; ai Confidi industriali si impone quindi un maggior sforzo nella valutazione del merito di credito e nella valorizzazione di nuovi elementi qualitativi.
Luca