Position paper AECM (assoconfidi UE) sui requisiti di Basilea 3 e le azioni degli enti di garanzia
Thu 8 Apr 2010, 21.37 Stampa
Ho ricevuto per mail da Marcel Roy, segretario generale dell'
AECM, un
position paper molto interessante e ben fatto. Il documento è una risposta al
consultation paper CP33 del CEBS (comitato dei supervisori bancari europei). Riguarda un tema centrale per gl enti di garanzia vigilati, che dovranno sottostare alle nuove regole di Basilea 3 sulla qualità del patrimonio di base (core tier 1) che avrà un peso più importante nel soddisfacimento dei requisiti minimi. I confidi (in senso lato) sono interessati dalle nuove regole che riguardano le azioni di società cooperative e consortili. AECM apprezza lo sforzo compiuto dal CEBS nel precisare i requisiti di ammissione al core tier 1 delle componenti del patrimonio delle coperative. Le azioni degli enti di garanzia li rispettano, ma per l'AECM va chiarito un punto non secondario. Il CEBS non ammetterebbe nel capitale le azioni o quote per le quali il socio fruisce di una facoltà incondizionata di recesso o rivendita all'emittente. Per l'AECM non è tale la facoltà riconosciuta dagli statuti di molti suoi associati, laddove consentono al socio di "liberarsi" delle azioni al momento dell'estinzione della garanzia ricevuta. Si tratta infatti di apporti che vengono liberati condizionatamente alla cancellazione di un'esposizione creditizia, al valore nominale, senza partecipare ad utili maturati durante la vita del contratto, ma subendo pro-quota le perdite che si fossero invece nel frattempo rilevate. Inoltre l'uscita non è automatica, quasi fosse la scadenza di un'obbligazione, ma deve essere richiesta dal socio e deliberata dalla società.
Molti confidi italiani chiedono apporti significativi al capitale a fronte del rilascio di garanzie (oscillano da quanto ho visto dall'1% al 5% del rischio garantito). Sono una componente cruciale del capitale di vigilanza dei nuovi 107. Si potrebbe paventare una loro ridotta efficacia quali ammortizzatori delle perdite in un caso: quando il confidi dovesse subire una riduzione dei volumi causata magari da un peggioramento del suo rating e quindi dell'appetibilità delle garanzie rilasciate. Se ciò si verificasse, il confidi non riuscirebbe a rimpiazzare il capitale restituito sui contratti che si estinguono in bonis con nuovi apporti su pratiche sane. Avrebbe rischi in peggioramento e capitale che viene eroso dalle perdite e dai recessi.
E' un rischio che si deve correre, e ancor di più prevenire.
Luca