Le due rincorse dell'economia italiana: l'analisi di Salvatore Rossi

Sun 7 Mar 2010, 12.04 Stampa

Ho un buon consiglio di lettura per chi cerca profondità storica e lucidità nell'analisi della crisi: è l'intervento di Salvatore Rossi, direttore della ricerca economica in Banca d'Italia, alla giornata di studio in onore di Guido Rey organizzata lo scorso 5 marzo a Roma. In 18 pagine di testo e altrettante di grafici Rossi traccia il cammino dell'economia e della politica economica in Italia dalla crisi del 1992-93 (uscita della lira dallo SME) a quella del 2008-09. Lo fa con dono raro di chiarezza e di sintesi, concludendo che il nostro paese si sta giocando tutto, o quasi, nella seconda rincorsa (dopo la prima, del 1997-98 per entrare nell'euro): l'adeguamento strutturale all'impatto della globalizzazione e della rivoluzione tecnologica delle ICT, da completare sotto i colpi della crisi reale e gravati da ritardi strutturali. Cito:
I difetti strutturali del sistema economico italiano rappresentano altrettante difficili sfide per una politica economica che voglia rilanciare la produttività, la competitività e la crescita di lungo periodo. E’ in questo vasto e variegato campo delle politiche cosiddette “strutturali” che la capacità decisionale del sistema politico viene messa alla prova decisiva, un campo irto di difficoltà perché tecnicamente complesso e disseminato di agguerriti interessi di gruppi di pressione e corporazioni.
E' una battaglia durissima, chi è disposto a combatterla? Se i centri decisionali pubblici sono bloccati e debilitati, che cosa si può fare dal basso, sussidiariamente, per sopperire? Se qualcun altro pensa che queste domande siano importanti, ci faccia dono anche soltanto della sua trepidazione, del suo disagio. Ma anche dei motivi che alimentano la sua speranza di costruire.

Luca

PS: Dimenticavo: Salvatore Rossi è l'autore di Controtempo. L'Italia nella crisi mondiale (Laterza, 2009). Un saggio (che l'autore ha presentato nella nostra facoltà, qui c'è il video) che si legge benissimo, per capire le origini del male oscuro che affligge il nostro Paese, che da anni cresce poco e distribuisce male. Poco gergo, molti fatti e narrazioni. E una visione del futuro positiva, malgrado i pesi che ci trasciniamo dietro.

Commenti precedenti:


Nic&Gabri (08/03/2010 01.43)

Nulla sarà più come prima. E■ la frase che, dall■inizio della crisi, ci ripetiamo ogni giorno. La valutazione dello stato attuale dell■economia e della società data Rossi è liquida e oggettiva. Per restare nel solco tracciato, assolutamente condivisibile, oggi si può, anzi si deve, tentare di operare, di colmare i profondi vuoti creati, sussidiariamente solo lavorando dal basso. Chi pensa di avere idee buone, con lo sguardo rivolto sempre verso la realtà, deve ad ogni costo condividerle con altri e sperare di unire le forze con chi le approva. Anche se si è in pochi è comunque un inizio su cui sperare. Comunque non si è soli. Altrettanto, ci si deve aprire senza pudore acquistando la piena consapevolezza, però, dei propri limiti e delle proprie urgenti necessità. Alla base di tutto vi è anche l■impellenza di ricreare rapporti umani costruiti sulla fiducia e sulla stima reciproca. Questo, secondo noi, dovrebbe valere anche nel mondo professionale e dell■impresa.

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