Banca popolare di garanzia: nodi da sciogliere sulla via della liquidazione coatta
Fri 26 Feb 2010, 13.53 Stampa
Sul Mattino di Padova di ieri è comparso un
articolo a tutta pagina sulla Banca popolare di garanzia, segnalato da un gentile visitatore. Lo spunto della notizia è l'esposto presentato da un'azienda che aveva ottenuto da BPG una fideiussione, costituendo un pegno di denaro. A seguito del commissariamento, la società ha chiesto di estinguere la fideiussione e la restituzione del pegno, che però non è avvenuta. Ora si ritrova creditrice della liquidazione coatta.
Nell'esposto, e nell'articolo, si stigmatizza anche il cambio di trattamento dei fondi DOCUP della Regione Veneto iscritti come patrimonio nella domanda di autorizzazione, e successivamente riclassificati dalla Vigilanza a debito per la mancanza dei requisiti di piena disponibilità e assenza di vincoli (vedi ns
post sulla comunicazione in materia della Banca d'Italia, con link al documento). Questa incertezza ha falsato la rappresentazione in bilancio della consistenza patrimoniale della Banca.
Nel riferire la notizia, non do ragione o torto all'azienda che ha fatto l'esposto, non ho gli elementi per farlo. Anzi, prendo decisamente le distanze dalle accuse mosse agli organi che hanno seguito la fase di commissariamento della Banca, intervenuti in una situazione non più recuperabile, e alla Banca d'Italia, per i motivi che ho già detto in altri interventi.
L'episodio però richiama i confidi (in particolare i 107) ad essere molto attenti ai dettagli dei contratti e dei rapporti con gli enti pubblici, che possono essere fonte di un interminabile contenzioso.
Luca