Da Trento: la carica dei 107
Wed 23 Dec 2009, 18.54 Stampa
Finalmente! Oggi a Trento tre plichi piuttosto voluminosi sono stati consegnati alle poste o a corrieri espresso, destinazione Roma.
Mittenti (in ordine di invio):
Cooperativa artigiana di garanzia,
Confidimpresa Trentino e
Cooperfidi Trento. Abbiamo verificato la nota legge della fisica aristotelica
motus in fine velocior. Vi chiederete perché una provincia di 400.000 abitanti abbia tre aspiranti confidi 107. La risposta è nei volumi di garanzie in essere, che sono cresciuti negli anni fino a 100 milioni circa per Cooperativa artigiana e Cooperfidi, e a più di 200 milioni per Confidimpresa. La Provincia Autonoma di Trento ha sostenuto lo sviluppo dei "suoi" confidi con una politica di apporti a fondi rischi tra le più generose e, soprattutto, chiaramente formulata e stabile nel tempo. Le buone relazioni con le banche hanno fatto il resto: le Casse rurali, specialmente dopo gli interventi anti-crisi del 2008-2009, fanno la parte del leone, ma anche Unicredito sviluppa un'operatività interessante.
Dei 107 trentini ho parlato molto su aleablog. E' stato per me "il" lavoro degli ultimi quattro mesi, fatta eccezione per i corsi. Visto dalla partenza, il passaggio a 107 pareva un percorso piano e ben tracciato, ma una volta in marcia ci siamo resi conto che richiedeva buoni polmoni, e spirito di avventura. All'inizio ho fatto il possibile per tranquillizzare i compagni di cammino. Sul finire, mi sono reso conto che il trauma da passaggio a 107 è inevitabile. Pathei mathos, per imparare occorre soffrire, e un po' di babau è salutare, fin dall'inizio. E di cose da imparare ce ne sono a carrettate, per quanto siano qualificate le esperienze da 106. Il 107 fa cose molto simili, ma con un cambio di passo e di professionalità. E' stata l'esperienza nostra, e penso di altri confidi che si sono lanciati in questa avventura.
L'organizzazione del lavoro è stata del tutto atipica, più da progetto di ricerca che di consulenza (del resto io faccio il primo mestiere, non il secondo). Ho avuto il supporto competente delle strutture tecniche delle Casse rurali trentine. Abbiamo assegnato chiare responsabilità sui diversi filoni (organizzazione, credito, IT, IAS, statuto) ai direttori e al personale dei confidi. La continuità del lavoro la si deve a Roberta, che è stata con noi dalla partenza fino al traguardo, facendosi carico dei lavori più qualificati così come di quelli esecutivi. Tutti le siamo molto grati. Per diversi mesi ci ha aiutato moltissimo anche Elena (valente editor di regolamenti di ogni genere), sostituita sul finire da Paolo, realizzatore da zona Cesarini. Tutti miei ex-studenti, laureati da poco. Spero di non disperdere queste competenze, e gli amici della Federazione della Cooperazione mi hanno assicurato che faranno partire un team confidi dai primi mesi del prossimo anno.
Io mi sono divertito, mi piace affrontare le novità che non sono mai mancate: ho prima disegnato un modello di economicità che mettesse al posto giusto gli apporti pubblici; d'estate ho scorso le istruzioni di Vigilanza sui bilanci per scovare le voci tipiche dei confidi (si devono usare sottovoci di voci generiche). Abbiamo poi riconciliato questi schemi IAS con i bilanci confidi ex DL 87/92. Con lo stesso formato ho sviluppato il modello di bilancio previsionale, che ha avuto una gestazione lunga e modulare. Alla fine abbiamo montato i pezzi e, miracolo, ne è venuta fuori una simulazione quadrante.
Nelle ultime settimane ho passato al setaccio gli archivi dei gestionali confidi (tre sistemi diversi, tutti prodotti custom, in attesa del nuovo sistema condiviso). Ho estratto pratiche in bonis e a sofferenza, rimappato i campi, fatto proiezioni di volumi, commissioni di competenza, rettifiche di portafoglio e specifiche, altre componenti di reddito, assorbimenti patrimoniali, ecc (vi sto annoiando, vero?). Il modello di bilancio è semplice concettualmente, ma per applicarlo ci vuole una scatola di Lego con tanti pezzi.
Le carte che abbiamo impacchettato tra ieri e oggi sono venute fuori da questo lavoro comune. Il morale ha retto bene la pressione dell'ultimo sprint. C'è ancora tanto da imparare e da fare, ma adesso sappiamo dove andremo a parare, e che cosa mettere in valigia per il prossimo viaggio.
Luca