Dalla Regione 28 milioni per il patrimonio di Artigiancredito Toscano

Mon 9 Nov 2009, 12.26 Stampa

Da questa news di Repubblica.it apprendo quanto segue dall'Assessore alle attività produttive della Regione Toscana, Ambrogio Brenna:
La Regione ha dato poi 28 milioni per la patrimonializzazione di Artigiancredito toscano, tra i primi Confidi d´Italia (i consorzi di garanzia collettiva dei fidi per prestiti alle imprese, ndr), nato proprio con l´obiettivo di garantire l´accesso al credito.
Dopo il Piemonte e la Lombardia, ora anche la Toscana interviene per sostenere il capitale del suo confidi strategico per l'artigianato.
A questo punto tutti i 107, presenti e futuri, avranno titolo per chiedere apporti pubblici al patrimonio. E' una nuova tendenza delle politiche pubbliche, che sottrarrà risorse a quelle precedenti (apporti ai fondi rischi e fondi di controgranzia). E siamo soltanto all'inizio.
Sono d'accordo sulla necessità di sostegno patrimoniale per i confidi.
Sono perplesso per il modo in cui si è cominciato a dare questo sostegno: sotto la pressione della duplice emergenza, 107 e picco di sofferenze, e senza aver prima messo a punto un modello di equilibrio gestionale dei confidi. E non per fare accademia: mi interessa sapere (non sono il solo) se i capitali supplementari che entrano nei confidi sono destinati a trasformarsi in apporti a fondo perduto (speriamo per effetto della remissione del rimborso, non del defalco per deficit patrimoniale), o ci sono le condizioni per remunerarli e rimborsarli.

Luca

Commenti precedenti:


Dodona (09/11/2009 14.27) n/a

I recenti casi di supporto regionale ispirano qualche domanda:

a) esiste un criterio di finanza pubblica con quale vengono asegnate queste somme ad un confidi piuttosto che ad un altro (salvo, forse, nel caso toscano per cui è spiegabile in quanto unico 107)?

b) Meglio: perchè la risorsa pubblica (scarsa) non viene "conferita" (in senso atecnico) attraverso un sano bando?

c) c'è stato un preventivo vaglio da parte della Vigilanza in merito alla computabilità nel PV? o avviene tutto "al buio"?

Grazie

Luca (09/11/2009 17.43)

Provo a rispondere:

a) in Lombardia ci sarà un bando, in Piemonte mi pare che il provvedimento disponga le assegnazioni caso per caso, non so se discrezionalmente o in base a indicatori misurabili;

b) i bandi necessitano di un criterio di ordinamento della convenienza pubblica rispetto al quale i confidi dovrebbero competere; a prescindere dal fatto che i confidi (così come le banche) non amano essere messi testa a testa, non è facile trovare un criterio semplice e rappresentativo per un subordinato; ad esempio, si fa un'assegnazione premiando chi offre il tasso di rendimento maggiore sul titolo? Ma come la mettiamo col rischio, che nel caso del subordinato è affine a quello di un'azione? E come si fa a valutare la solvibilità dei concorrenti? Alla fine penso che anche nel caso dei bandi prevarranno logiche di ripartizione concertata e ragionata;

c) le messa a punto delle caratteristiche tecniche dei titoli è il frutto di input congiunti di confidi, ente pubblico, consulenti (di entrambi), e ovviamente la parola ultima spetta alla vigilanza; la normativa sulla composizione del capitale regolamentare sta evolvendo, e in futuro si punterà di più sul capitale netto tout court, riducendo il favore per forme ibride e debiti subordinati; io ho visto qualche proposta (che non era ancora passata al vaglio della Vigilanza) che mi è parsa un po' pasticciata; le proposte più recenti mi paiono più solide, anche se l'ultima parola di Banca d'Italia arriva quando il singolo emittente confidi sottopone il suo specifico programma di emissione; se Claudio (D'Auria), vero esperto della materia vuole aggiungere qualcosa, gliene saremo grati.

anonimo (09/11/2009 18.32) n/a

Credo che i 28 milioni siano il frutto dei contributi a fondo rischi che la Regione Toscana ha erogato ai Confidi negli ultimi 10 anni...in poche parole non rappresentano un intervento supplementare della Regione sui Confidi.

Luca (09/11/2009 19.03)

Quindi il provvedimento sarebbe uno svincolo di risorse già assegnate per consentirne la ridestinazione a patrimonio di vigilanza. Anche in Trentino la Provincia ha agito allo stesso modo con i confidi locali già dal 2007, e penso che ci siano altre esperienze simili.

Mike ... (09/11/2009 20.12) n/a

Esiste un ente pubblico che concede la contribuzione per la patrimonializzazione dei confidi in questa maniera :

ART. 2 Tale contributo deve essere utilizzato esclusivamente per la concessione di garanzie a favore delle imprese associate, con esclusione di qualsiasi altra destinazione. In ogni caso, come indicato in premessa, considerando un tasso massimo del 13%, una garanzia pari a € 750.000,00

può essere considerata come equivalente sovvenzione lordo identico alla soglia generale "de minimis■ il Consorzio provvede alla quantificazione mediante il calcolo secondo il parametro indicato del "quantum" di contribuito erogato a ciascuna impresa garantita. La garanzia non deve superare l'80% dei prestito sotteso e non può essere automaticamente prorogata. A codesto Consorzio spetta, inoltre, l'onere di garantire II rispetto dei massimali previsti dai Regolamento "de minimis" nell'arco di tre esercizi finanziari, in capo a ciascuna impresa associata.

ART. 3 Ai fini delle verifiche delle condizioni di cui al precedente art, 2 codesto Consorzio trasmetterà,con cadenza trimestrale a decorrere dall'erogazione del presente contributo, la documentazione relativa alle eventuali garanzie concesse. In caso di mancato adempimento, verrà sospesa qualsiasi ulteriore forma di contribuzione. Qualora codesto Consorzio non provveda a quanto indicato nei 15 giorni successivi a nota di diffida del servizio competente i contributi saranno revocati con conseguente restituzione delle somme predette.

Ora, secondo voi, un 107 - con tale delibera - puo' e potrebbe destinare i fondi a patrimonio di vigilanza ?

Attenzione alla risposta .......

Sapio (09/11/2009 20.51) n/a

Una volta che i fondi sono entrati nel PV dovrebbero coprire tutto, anche le perdite pregresse. Così sembrano contributi vincolati a nuove erogazioni, quindi non dovrebbero entrare nel PV.

Romano (09/11/2009 21.49) n/a

Pv che copre (dovrebbe coprire) la ul (perdit inattesa). Mentre i fondi vincolati sono a copertura Dell perdita attesa...

anonimo (10/11/2009 09.07) n/a

sono contributi già assegnati...

Claudio D'Auria (10/11/2009 11.44) n/a

Luca, ti ringrazio per avremi chiamato in causa.

La normativa BI vigente consente la computabilità dei prestiti subordinati nel patrimonio supplementare, fino a un limite massimo pari al 50% del patrimonio di base.

Le caratteristiche che i prestiti devono avere sono contenuti nella Circolare 216, Cap. V, Sez. II, All. A.

La procedura non prevede alcuna autorizzazione. L'intermediario li computa e poi, se non ne aveva diritto, sarà costretto a toglierli dal PV dopo che la Vigilanza avrà fatto le sue verifiche documentali e/o ispettive.

Ciò vuol dire che prima di computare il subordinato, il confidi deve essere ragionevolmente certo che il prestito subordinato rispetti tutti i requisiti previsti dalla normativa.

Rispondo anche a Mike. Qualsiasi apporto di capitale, pubblico o provato che sia, non deve essere in alcun modo vincolato a una determinata operatività Pertanto, la computabilità a PV degli apporti pubblici da te decsritti mi sembra molto difficile, visto il vincolo (forse inutile, ma chiaramente prevsito dall'art. 2) che le somme devono essere destinate alla concessione di garanzie per le imprese socie.

Il vincolo è abbastanza inutile perchè i confidi già sono tenuti a fare, per legge (e per istruzioni di vigilanza), prevalentemente questa attività. Il fatto di prevedere l'esclusività di tale attività rende inutilizzabile l'appporto pubblico a PV in quanto prevede un vincolo ulteriore (e specifico) rispetto a quelli di legge e regolamentari.

Mike (10/11/2009 15.33) n/a

La risposta di Claudio D'Auria conferma quanto piu' volte affermato in questo fantastico Blog nel merito di PV. Pertanto vi divertirà sapere che - s.e. - uno fra i primi 107 ha ricevuto diversi milioni di euro ( post comma 881 ) dalla regione e questi sono entrati serenamente nel PV. Infatti tale destinazione e vincolo specifico appare solo nella determinazione finale di assegnazione della Regione ma non nelle delibere di ripartizione iniziali .

Questo solo per sottolineare quanto sia urgente erudire sia la parte politica che la classe dirigente degli enti pubblici affinchè molto del disordine che capiterà a breve possa essere evitato. Infatti alcuni istituti di credito si sono accorti del fatto e ........

Luca (10/11/2009 19.19)

Il comma 881 della finanziaria 2007 (che riconosce ai confidi la facoltà di deliberare d'imperio la soppressione dei vincoli di destinazione dei fondi pubblici e la loro conseguente inclusione nel patrimonio di vigilanza) è l'esempio emblematico di un certo modo conflittuale (e approssimativo) di rappresentare gli interessi dei confidi, magari in buona fede.

mariolino... (11/11/2009 09.54) n/a

Appunto !

excelsus (12/11/2009 00.03) n/a

Ad averne di comma 881 vista l'enorme inefficienza dimostrata dalle varie finanziarie regionali nella gestione dei fondi pubblici!

Luca (12/11/2009 09.06)

Excelsus: se i confidi dipendono, come non manchi di sottolineare spesso, da risorse finanziarie pubbliche, in buona parte regionali, che senso ha un provvedimento come il c.881 che forza la ridestinazione delle stesse? Se la Regione è d'accordo, non c'è bisogno di forzature, se non è d'accordo (come è successo in alcuni casi), diffida i confidi ad avvalersi della norma sotto la minaccia di chiudere i rubinetti per il futuro.

Per non parlare dell'imbarazzo di Banca d'Italia che si è vista spennellare questa norma che impatta sulle materie di sua competenza.

Bastava veramente poco per ottenere lo stesso risultato senza tanto rumore per nulla.

Eusebio (12/11/2009 09.49) n/a

ieri alla presentazione della monografia di CRIF dedicata ai confidi si sono udite cose interessanti:

- pil italia: -5,1 %

- l'onda lunga delle sofferenze arriverà nel 2010;

- i confidi prendono atto che il forte ricorso alla loro garanzia è segnale sia della debolezza del sistema ma che ciò rischia di far assumere rischi "esosi";

Quale futuro allora? Come attrezzarsi?

Magari gli altri presenti, possono dare il loro contributo...

Gigi (12/11/2009 15.22) n/a

Il modello di equilibrio gestionale dovrebbe rappresentare in pieno i contributi del settore pubblico. I confidi dovrebbero sapere se e quanto dipendono dal pubblico in modo che il pubblico sia una scelta strategica del confidi e non un aiuto in extremis per evitare il default e/o ridare fiato alle scarse risorse patrimoniali in momento di contingenza negativa. Ci può stare da parte di un soggetto cooperativo e di rappresentanza come il confidi la scelta di dipendere, almeno in parte, dal settore pubblico. L'importante è esserne consapevoli e che le risorse pubbliche vengano assegnate in maniera trasparente con criteri condivisi e soprattutto consumate nella maniera più efficiente possibile, ovvero non sprecate.

Tra la massimizzazione del profitto e la minimizzazione delle perdite non passa molta differenza.

excelsus (12/11/2009 17.03) n/a

No Professore io sostengo da sempre, al contrario di molti altri, che i confidi devono camminare sulle loro gambe poichè sono cosciente che l'apporto pubblico non potrà mai risolvere del tutto il problema delle scarse risorse patrimoniali dei confidi. Per la verità in precedenza ho anche illustrato delle possibili soluzioni.

excelsus (12/11/2009 17.04) n/a

...soluzioni peraltro già adottate dai principali confidi...

Luca (12/11/2009 17.13)

Allora, Excelsus, non capisco il commento sul c.881 (a meno che non lo si consideri come un modo di fare ordine su fondi pregressi che di fatto erano già nella disponibilità di confidi).

E con le sottoscrizioni di subordinati con fondi regionali come la mettiamo?

Gigi (12/11/2009 19.54) n/a

Caro Excelsus, i confidi, spesso, dimostrano di non voler camminare con le proprie gambe. Quando c'è da incassare l'obolo, lo incassano. Almeno questo venga fatto in maniera trasparente e l'utilizzo sia efficace ed efficiente.

Sapio (12/11/2009 20.20) n/a

La conseguenza più grave di questa situazione di indecisione è che nessun Confidi sa se deve fare un business plan prevedendo aiuti pubblici o no. E se si quanti.

mike (12/11/2009 22.55) n/a

Capita anche che un confidi definisca un business plan mettendo a disposizione somme importanti, svincolate dagli impegni correnti e a medio periodo, per precise tipologie di garanzie a supporto di determinate linee di credito da offrire a segmenti d'imprese ben individuati.

Il tutto attraverso un'analisi precisa del territorio delle sue criticità e quindi della debolezza di alcuni comparti produttivi che necessitano dell'agevolazione all'accesso al credito. Ebbene la proposta formulata con numeri e dettagli chiari, attualmente non interessa ai partner bancari. Questi ultimi sono impegnati a finalizzare i loro conti ed i loro rischi e quindi i loro bilanci (anno corrente) e rallentano i mutui, bloccano i leasing, e applicano il credit crunch senza pietà !

E' un cinismo comprensibile ma la ruota gira ...bisogna solo avere un po' di pazienza e resistere.

Sapio (13/11/2009 08.49) n/a

Per sapere: imponevate alle banche tassi massimi?

MIKE (13/11/2009 12.38) n/a

No' !

Sapio (13/11/2009 13.13) n/a

Ma quella frase "mettendo a disposizione somme importanti, svincolate dagli impegni correnti..." fa pensare a fdj basate su un fondo, come noto garanzie non eligibili se non all'interno di un complicatissimo schema di tranched cover.

Ferruccio Vannucci (13/11/2009 14.15)

Leggo soltanto ora il post relativo all'affermazione dell'assessore Brenna sulla contribuzione della Regione Toscana alla patrimonializzazione di Artigiancredito Toscano. Il contributo di 28 milioni di euro è stato liquidato in 25 anni di attività sulla base di un impianto legislativo e una disciplin degli aiuti di stato completamenti diversi da quelli vigenti. In fase di presentazione della domanda di iscrizione al 107 la Regione ha certificato la piena disponibilità di questo importo da parte di ACT per coprire le perdite. Banca d'Italia ci ha così consentito di computarlo nel patrimoinio di vigilanza.

Ora il periodo delle "vacche grasse" sembra definitivamente tramontato, riceveremo dalla Regione un contributo alla patrimonializzazione sulla base di un bando riservato ai confidi che riusciranno ad evolvere in intermediari finanziari vigilati.

Per il futuro, mentre fioccano le sofferenze, anche qui in Toscana le prospettive sono molto incerte

Sapio (13/11/2009 15.52) n/a

Dr. Vannucci, BdI ha esaminato la composizione del PV ed ha dato esplicita via libera o si è riservata di esaminare successivamente l'includibilità nel PV di alcune poste come Fondi rischi generici etc? Questi ultimi essendo a copertura della PA pluriennale non dovrebbero far parte del PV. La questione è controversa e c'è una discrasia fra IAS e Basilea.

Luca (13/11/2009 17.10)

Grazie della precisazione, dott. Vannucci. Ci vorrebbe un deflatore automatico degli annunci riguardanti fondi assegnati ai confidi.

Sapio, i fondi pubblici si cerca di allocarli a qualche voce inclusa nel PV a quel punto non è più allocabile a copertura di perdite su garanzie attese o realizzate, ma soltanto a copertura di perdite di gestione post chiusura esercizio.

Sapio (13/11/2009 17.48) n/a

Luca, non ho capito bene perché manca qualcosa. Comunque nel caso di esposizioni pluriennali con fondo (anticipato) a copertura, non andrebbero iscritti fuori del PV?

Inoltre, con l'occasione domando, i fondi di terzi in amm.ne (fondi antiusura, Docup) non dovrebbero essere rendicontati fuori bilancio in apposita relazione?

Luca (13/11/2009 18.16)

Sapio, la prassi che raccomando è di girare la parte di fondi pubblici liberamente disponibili che si vuole trattare come PV in conto specifico che non sia confondibile con un fondo rischi. Due passaggi quindi, prima si individuano i fondi liberi, poi si decide quanto e come imputare a PV. I fondi docup non ancora rendicontati non superano il primo passaggio.

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