Da Catullo a Geanakoplos, passando per Shylock: letture suggestive della crisi
Fri 6 Nov 2009, 03.50 Stampa
Un'altra segnalazione dagli amici di Teramo, un
pezzo di Mario Margiocco sul Sole 24 ore che illustra il pensiero sulla crisi di John Geanakoplos, già trader e gestore di hedge fund che oggi insegna a Yale dalla cattedra intitolata a James Tobin.
Partendo da Shakespeare, dal Mercante di Venezia, dall'usuraio Shylock e dalla sua assurda richiesta di una libbra di carne umana del debitore Antonio a garanzia del prestito concesso e in caso di default, Geanakoplos ha incominciato a riflettere sulla affidabilità degli algoritmi che sorreggono tanta finanza contemporanea. Se Shylock avesse avuto expertise matematica invece dell'arte avara innata, avrebbe creato l'impossibile algoritmo della carne umana.[...]
Se si va al nocciolo della questione, aveva già capito qualcosa Catullo, mezzo secolo dopo Cristo. Male in arnese in Bitinia alle dipendenze del governatore Memmio, si consolava mettendo le spese fra le entrate, i passivi fra gli attivi, refero datum lucello, scrivo quanto ho speso fra i guadagni. E così titoli che avevano molte probabilità di diventare passivi - e lo sono diventati, legati a mutui facili o spropositati - sono stati piazzati come attivi a tripla A.
Anche Totò in
47 morto che parla riusciva a fare la spesa senza pagare e facendosi dare il resto ...
Come mi piacerebbe avere il talento narrativo di questi economisti non ortodossi! Mi accontento però di fare qualcosa di utile, nel mio piccolo, sulle conseguenze della crisi.
Luca
PS: Come bonus, vi giro la seconda segnalazione da Nicola e Gabriele: l'intervento di
Guido Tabellini su mercato e moralità, ovvero etica ed economia sono sorelle e non rivali (tratto dall'introduzione al dibattito all'Università Bocconi, "Caritas in veritate - Un'altra economia è davvero possibile?", con la partecipazione del cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano.)