Articolo di Gai e Rossi su garanzie e politiche pubbliche per le PMI

Wed 4 Nov 2009, 09.36 Stampa

Lorenzo Gai (collega a Firenze ben noto ai visitatori) mi ha gentilmente inviato il pdf di un recente articolo pubblicato da Bancaria, "Le politiche pubbliche di sostegno alle PMI: una comparazione economica degli strumenti attivabili". Coautore è Federico Rossi di MPS. Lo potete scaricare qui.
Gli autori mettono a confronto quattro strumenti di sostegno alle garanzie sul credito alle PMI: apporti al capitale di base e supplementare dei confidi, controgaranzia pubblica eleggibile (come quella dello Stato sul Fondo centrale), garanzia pubblica con fondi "cappati" e apporto della tranche equity a strutture di tranched cover. Il criterio di comparazione è l'effetto moltiplicativo misurato come multiplo del credito massimo erogabile (assumendo una copertura del 50% con garanzia) rispetto alle risorse pubbliche stanziate. Le quattro forme analizzate non sono tra loro perfettamente omogenee rispetto a questo criterio. Inoltre, il potenziale di erogazione è misurato nello studio in funzione dell'assorbimento di capitale regolamentare minimo. Le azioni pubbliche incrementano la dotazione di capitale (nel primo caso) o attenuano il rischio della banca riducendo il fabbisogno di capitale del garante (negli altri casi). E' un buon punto di partenza per la comparazione tra le diverse alternative, ma chiaramente il problema è molto più complesso, nel senso che erogando crediti a medio-lungo termine possono succedere tante cose dopo l'erogazione che producono ulteriori fabbisogni (o rilasci) di capitale, e le diverse forme non sono indifferenti a questo riguardo.
Buona lettura.

Luca

Commenti precedenti:


Sapio (04/11/2009 13.47) n/a

Mi sembra che i vari casi non siamo perfettamente equivalenti perché nel caso 1) non c■è nessuno che paga la PA, mentre nel caso 4) tranched cover è compressa nel Kirb.

Sapio (04/11/2009 14.15) n/a

Se accettiamo una perdita pari al 5% dell'erogato allora quel 44,4 scende a 13,8 (il più basso di tutti).

Come ho fatto ? così (1-Erx0,05)x44,4=Er . Risolvendo Er=13,8

Sapio (04/11/2009 14.20) n/a

Se poi la garanzia copre il 50% allora Er sale a 21,1. Cioè 1 a capitale (o subordinato) dei Confidi provoca 21,1 di erogato.

Luca (04/11/2009 14.21)

Sulla tranched aggiungo che l'assorbimento cambia nel corso della vita del pool, se il tasso di default/lgd superano il livello atteso, la qualità della tranche senior si deteriora a meno che il cash collateral venga reintegrato.

Claudio D'Auria (04/11/2009 14.50)

Luca, l'esempio sulle tranche di Lorenzo è solo nel caso di applicazione di rating esterno. In tale caso l'assorbimento di capitale non cambia, a meno che le perdite del portafoglio siano tali da prevedere un tranching diverso.

Quello che dici tu è corretto nel caso di SF. Ma nel caso di SF (che Lorenzo non cita nel suo paper) porta ad assorbimenti ben più bassi, con effetto leva anche più elevato del caso 1.

Sapio, non ho capito il tuo ragionamento. Se il PV del confidi aumenta di 1, la leva regolamentare è 16,67. Lorenzo fa salire la leva fino a 22,2 ipotizzando che siano tutti retail. La perdita in questo caso non c'entra. Ovviamente se sui nuovi prestiti ho delle perdite dovrò fare più accantonamenti e la leva mi si riduce, ma la potenzialità di nuovi prestiti è quella.

Piuttosto, non capisco perchè Lorenzo raddoppi la leva (da 22,2 a 44,4). In realtà in tutti i casi, l'aumento di capitale libero consente di aumentare l'assunzioni di rischio (cioè, le garanzie) di 16,67 e quindi i prestiti di 33,3 (oppure di 22,2 e 44,4 rispettivamente nel caso di retail).

Claudio D'Auria (04/11/2009 14.51) n/a

scusate, è saltato un pezzo.

Piuttosto, non capisco perchè Lorenzo raddoppi la leva (da 22,2 a 44,4) solo nel caso 1. In realtà in tutti i casi, l'aumento di capitale libero consente di aumentare l'assunzioni di rischio (cioè, le garanzie) di 16,67 e quindi i prestiti di 33,3 (oppure di 22,2 e 44,4 rispettivamente nel caso di retail).

Sapio (04/11/2009 15.11) n/a

Nel caso 1) sale da 22,2 a 44,4 perché la garanzia copre il 50% dell'erogato.

Sapio (04/11/2009 15.15) n/a

Claudio, chi li paga gli accantonamenti? Un ricapitalizzazione di 1 sarà in parte utilizzata per coprire le PA e l'altra per fronteggiare eventuali inattese.

Claudio D'Auria (04/11/2009 15.28) n/a

Sì certo, non nego quello che dici. Solo che il paper si sofferma sul potenziale teorico massimo di crescita e, quindi, non può prevedere tutti i casi di perdita (il 5, il 7 o il 60 per cento).

Sull'altro punto, continuo a non capire. Negli altri 3 casi la garanzia non copre sempre il 50% dell'erogato?

Sapio (04/11/2009 15.42) n/a

Claudio, Gai ipotizza perdite attese cumulate pari al 5% dell'erogato (sono prestiti pluriennali). Anche negli altri casi ipotizza garanzie pari al 50% dell'erogato. Nel caso 2a), una volta tolta di mezzo la quota totalmente garantita dal Fondo PMI il ragionamento si incanala nel caso 1) solo che 5 di rischio che rimangono a carico del Confidi rendono possibile i 30 di cui 5 , come detto a carico, e 25 non garantiti.

Sapio (04/11/2009 15.45) n/a

Scusate ancora. Comunque non è corretto fare i conti con la mosca cocchiera, ipotizzare cioè che una garanzia di x genera erogazioni di 2x. Il fattore moltiplicativo non dovrebbe entrarci e bisognerebbe fare i conti come se la garanzia coprisse totalmente l'erogato.

Luca (04/11/2009 16.02)

Claudio, anche i rating esterni sono rivisti in funzione della performance del pool. Ammetto che anche la garanzia del confidi può degradare, ma nella TC l'impatto sull'efficacia e' più diretto.

Claudio D'Auria (04/11/2009 16.42) n/a

Sapio, sono d'accordo con quanto hai detto nell'ultimo post

Dario Boilini (04/11/2009 17.12)

Sapio e Claudio D'Auria, potreste illustrare con semplicità (per noi ignorantelli!) il ragionamento per il quale "bisognerebbe fare i conti come se la garanzia coprisse totalmente l'erogato".

Grazie

andrea bianchi (04/11/2009 17.24) n/a

mi pare invece che, per il finanziatore pubblico, sia fondamentale calcolare la leva in termini di impatto sulla somma messa effettivamente a disposizione del sistema.

terrei inoltre in considerazione il fatto che, se il canale è il confidi, tale leva debba tenere dell'effetto addizionale delle risorse pubbliche.

pv 1 (esempio 0,5 pubblico e 0,5 privato)

garanzie retail 22

finanziamenti retail 44

per il pubblico la leva potenziale è 0,5 a 44

le risorse per la gestione, la copertura della perdita attesa e inattesa e la remunerazione del capitale (per finanziare con risorse private nuova crescita) devono essere frutto della capacità di efficienza e di efficacia del confidi.

excelsus (04/11/2009 17.34) n/a

10 e lode ai redattori dell'articolo, finalmente un'analisi corrispondente alla realtà operativa del mercato delle garanzie.

Le soluzioni ottimali che emergono sono due:

a) un rafforzamento patrimoniale del FCG previa revisione delle Disposizioni Operative che ad oggi lo normano.

b) CONCESSIONE DI PRESTITI OBBLIGAZIONARI DI LUNGO PERIODO AI CONFIDI IMPUTABILI A PV.

Ottimo!!!

Sapio (04/11/2009 18.19) n/a

Excelsus, hai capito che c'è un errore?

Sapio (04/11/2009 18.24) n/a

Sul moltiplicatore: potrebbe accadere che una operazione venga finanziata anche con una garanzia dll'1%. Naturalmente però il tasso sarebbe quello di un'operazione non garantita. Sarebbe allora giusto dire che quell'operazione è stata finanziata perché garantita?

Per evitare questi errori, nel calcolo del moltiplicatore, bisogna, in prima battuta,ragionare come se la garanzia coprisse tutto il finanziamento. Soddisfatti?

andrea bianchi (04/11/2009 18.29) n/a

Sapio, tenderei a tenere conto, per il calcolo del moltiplicatore, dell'ipotesi più ragionevolmente realizzabile, ovvero della garanzia 50%.

si può garantire da 1% a infinito, ciò non toglie che sia prassi consolidata che il grosso del portafoglio garantito da strumenti confidi o equiparabili sia del 50%.

ciò detto, sul piano del confronto che si prenda 50% o 100% in effetti le proporzioni si mantegono intatte tra le diverse ipotesi.

teniamo però conto della possibilità che le risorse pubbliche siano addizionali a quelle private.

Sapio (04/11/2009 18.44) n/a

D'accordo. Anche circa la possibilità che le risorse pubbliche siano addizionali. Non bisogna però dimenticare che le risorse devono pagare anche la perdita attesa (l'errore di cui sopra), altrimenti sono paragoni fra pere e mele. Indi per cui è vero che il metodo migliore è quello di rafforzare il centrale ma il metodo di rafforzare il patrimonio dei Confidi non segue a ruota bensì è ben distaccato.

Purtroppo non è stato esaminato il mio metodo 2 (vedi altri thread) in cui la Regione da garanzia (ponderazione 20%) ma contemporaneamente stanzia un fondo a protezione della PA affidandolo in gestione ad uno o più Confidi. Sarebbe una trasposizione su scala locale del Fondo centrale di Garanzia.

Marco (04/11/2009 19.15)

Egregi signori scriventi,

ho letto anch'io l'articolo del Professor Gai e l'ho trovato assolutamente interessante e comprensibile, leggendo invece alcuni dei vostri interventi tutto si è complicato e mi è sembrato che ognuno abbia una propria idea sul come utilizzare dei fondi pubblici a favore delle PMI.

Vorrei quindi, se mi consentite e se lo ritenete opportuno, mettervi di fronte ad un fatto concreto per avere da voi una valutazione di merito.

Una società finanziaria regionale( completamente in house ) sta per essere dotata di un fondo di svariati milioni di euro da utilizzare per garantire crediti delle PMI tramite i Confidi locali. Quale potrebbe essere la forma migliore di utilizzo per, cosi come dice Gai, indirizzare le risorse disponibili in maniera razionale, economicamente efficente e nell'ottica della massimizzazione dei benefici per le PMI? Grazie

andrea bianchi (04/11/2009 19.16) n/a

credo si debba perseguire un modello strategico che abbia il pregio di coniugare massa (FGC) e territorio (distribuzione / rete confidi).

è il progetto sul quale mi piacerebbe cominciare a lavorare a breve.

Sapio (04/11/2009 19.20) n/a

Marco, credo di avere già risposto.

Sapio (04/11/2009 19.26) n/a

Andrea, il FCG e gli enti locali hanno risorse limitate. Se, come definitivamente assodato, nel futuro dei Confidi c'è solo la distribuzione di aiuti in forma di garanzia, allora essi sono troppi. Ergo ....

Marco (04/11/2009 19.28) n/a

Intendi la trasposizione su scala locale del fondo centrale di garanzia?

Sapio (04/11/2009 19.29) n/a

SI

Marco (04/11/2009 19.32) n/a

Sapio. In effetti non sarebbe male in un ottica di efficenza economica purtroppo in chiave politica lo vedo meno spendibile. Credo mi abbia capito.

Invece sul discorso tranched cover cosa ne pensi?

andrea bianchi (04/11/2009 19.39) n/a

sapio i confidi resisteranno nel numero che il mercato tollererà.

credo che ce saranno meno e di dimensioni maggiori.

è anche importante che ci sia un sforzo costante (dei confidi e di tutto il sistema del credito) verso il miglioramento dell'efficienza e dell'efficacia.

come sai li vedo non in qualità di meri distributori di garanzie sotto forma di aiuti ma come assuntori diretti di rischi (magari in parte), consulenti e misuratori di rischi.

il fatto che le risorse siano limitate potrebbe non rappresentare un limite se il sistema saprà posizionarsi su standard qualitativi elevati.

Sapio (04/11/2009 19.50) n/a

Marco, le tranched cover le vedo malissimo. Ne parlo per averci lavorato. Sono una trasposizione ai Confidi delle cartolarizzazioni. Servono a recuperare il ruolo dei fondi monetari. In fase di progettazione, per stabilire il tasso di offerta sono complicate. In fase di ramp-up , cioè di formazione del portafoglio che deve comporre il profilo di rischio ipotizzato (PD, LGD,maturity, granularità, settore, area geografica) sono un incubo (non ci si riesce mai) col risultato di un rendimento di gran lunga diverso dallo sperato. In fase di gestione e segnalazione un dramma. Ho chiesto in passato chi sapesse calcolare il Kirb. Nessuno ha risposto, anzi no un gentile blogghista mi ha mandato un esempio. Era il mio, quello che avevo contribuito a far girare io.

mariolino (04/11/2009 20.28) n/a

Proviamo a partire da lontano :

Tanti anni fà il sistema delle banche stipulo' accordi con il sistema dei confidi, ancora privo di una legge quadro e totalmente schiacciato dall'associazione di appartenenza . (i dipendenti dell'uno coincidevano con quelli dell'altra ). Quegli accordi prevedevano in un momento positivo per l'economia la garanzia al 100%. In quel periodo, dove la rappresentanza era ideologica ma era efficiente il grado di penetrazione nazionale dei confidi non superava il 5/6 %. Dal 1998 ad oggi con la legge quadro, basilea 2 e la crisi economica, il grado di penetrazione nazionale comunque non supera il 10/12 %. Di recente una Banca, nel presentare l'ennesimo carnet di prodotti innovativi con tanto di pedissequo utilizzo di nomignoli che poi identificano sempre e solo gli stessi strumenti, ormai presenti da anni sul mercato,ha fornito dei dati che, in sintesi, mettevano in chiaro che su 10 imprese, 8 reclamavano consigli aiuto e orientamento. La missione di agevolare l'accesso al credito è ancora valida ? Oppure le rete dei confidi deve per forza trasformarsi in una rete-business-vigilata e quindi fisiologicamente strozza-imprese ? Ora per arrivare alla giungla di strumenti che, con spirito positivo ma poco efficace, ogni regione, ogni provincia e ogni comune, stà disordinatamente mettendo in campo, non è forse necessario intercettare realtà come la "Conferenza delle Regioni e delle Province autonome" , l'Anci e le rappresentanze dei Confidi nazionali ? Questo affinchè con l'aiuto di alcuni di voi, esperti e studiosi, si possa, nel brevissimo periodo, fabbricare la migliore leva di aiuto per le imprese ? E insisto per le imprese ! E sè il grado di penetrazione è cosi basso da intercettare solo 10 12 imprese su 100 non è forse il caso di analizzare quale conseguenza possa creare, sopratutto in regioni meridionali, questa politica eccessiva e paranoica dell'aggregazione a tutti i costi ?

Abbiamo bisogno di aiuto.

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