Pensieri da casa
Sun 11 Oct 2009, 11.42 Stampa
Amici, sono a casa da mercoledì un po' malato, e la vostra presenza sul blog mi fa compagnia.
Quando leggo i commenti sui temi della finanza Pmi che ci appassionano, penso: che varietà di situazioni: di aziende, di banche, di confidi! Le soluzioni buone a priori e per tutti non esistono. Pensare che esistano è un errore irrimediabile: il dibattito diventa una contesa tra posizioni preconcette (e interessi precostituiti) e, quel che è peggio, della situazione reale si parla di sfuggita, e alla fine non interessa più a nessuno.
Per trovare la strada (le strade) occorre un lavoro comune. A volte, noto nei vostri commenti un atteggiamento che fa ben sperare. Ma c'è una quantità enorme di lavoro di approfondimento che serve anche solo per capire dove siamo.
Le crisi sistemiche, come quella in cui navighiamo da un anno e più, portano un virus pericoloso: la perdita della speranza, tanta è la mole di incertezza e minacce che il futuro fa temere. Di qui il senso di impotenza, di inutilità del fare. In questo clima i problemi non si guardano in faccia. Si lasciano cuocere nel loro brodo, finché si può. Le terapie, preventive o chirurgiche, sono rischiose, penose, impopolari e spesso vane.
Questa sfiducia contagia il direttore di banca che deve gestire un incaglio, il presidente del confidi che deve dire di no a tante richieste, le amministrazioni locali che ripensano il sostegno all'economia, l'economista che fa previsioni, il Governo, il G-8, il G-20.
Io penso che la speranza possa rivivere in tutti noi, singole persone, se ci impegniamo nell'oggi, partendo da un'ipotesi costruttiva. In maniera molto concreta, cercando di curarsi al meglio dei problemi che ci vengono incontro e, se da soli non bastiamo, mettersi con altri. Soltanto così si rianima la tensione al bene comune nei soggetti collettivi, associativi, istituzionali che possono fare di più.
Luca