Banca popolare di garanzia: il punto della situazione dal Mattino (di Padova)
Wed 7 Oct 2009, 12.40 Stampa
Un corrispondente mi segnala un articolo uscito ieri sul Mattino di Padova. E' un resoconto articolato che riassume i punti essenziali della questione. Ne cito alcuni passaggi.
Il futuro di Banca Popolare di Garanzia continua a rimanere molto incerto, a
quattro mesi dall’avvio dell’amministrazione straordinaria. Le banche
creditrici sembrano defilarsi da un impegno diretto, e Banca d’Italia storce il
naso di fronte alle ultime manifestazioni di interesse che sposterebbero il
modello di business della Bpg. E i 60 dipendenti cominciano ora a scalpitare.
In piedi oggi c’è un dialogo con una finanziaria torinese, Conafi Prestitò,
quotata in Borsa che, tramite una controllata, ha recentemente acquisito la
maggioranza di Alta Italia Servizi Srl di Busto Arsizio (Varese). Alta Italia è
specializzata nelle procedure di istruttoria di pratiche relative alle garanzie
prestate dai Confidi, il cui ruolo è stato valorizzato in questi periodi di
crisi per favorire l’accesso delle imprese al credito. E’ il business più
vicino a quello storico da cui è nata la Bpg che ha tra i suoi oltre 3 mila
soci la crema dell’imprenditoria padovana. Un’intesa con Banca Popolare di
Garanzia servirebbe ad accrescere i volumi della società acquisita da Conafi
Prestitò, gruppo attivo in particolare nei finanziamenti con cessione del
quinto dello stipendio. [...] Un accordo con la banca padovana, però, non troverebbe il consenso di Banca d’Italia che
vuole la presenza nel capitale di Bpg di banche vere e proprie, come indicato a
suo tempo dallo schema predisposto dall’advisor Imi-SanPaolo. Le banche
creditrici hanno già messo in bilancio la perdita, ma non intendono rischiare
oltre mettendo sul piatto altri soldi. E questo appare lo scoglio maggiore che
si trovano di fronte il commissario straordinario Isacco Marchesini e il
consiglio di sorveglianza della banca. E’ tramontato invece il dialogo avviato
durante l’estate con La Centrale Finanziaria Generale presieduta da Giancarlo
Elia Valori. Veneziano, Valori ha esaminato subito il dossier di Popolare
Garanzia: anche perché La Centrale, nel cui cda siedono nomi illustri, da quest’
anno si è affacciata al settore del credito alle famiglie in virtù di un
accordo con il gruppo Prometeo Spa. Il progetto su Padova prevedeva la
trasformazione della banca in società di credito al consumo, ipotesi di fronte
alla quale hanno storto il naso gli altri istituti e Veneto Sviluppo,
finanziaria della regione Veneto coinvolta nell’operazione di salvataggio. La
stessa Centrale Finanziaria, esaminati i conti della Banca, ha lasciato
comunque subito cadere la proposta.
I 60 lavoratori della banca, un tempo
diretta da Giampaolo Molon che ne era anche amministratore delegato, temono ora
per il loro posto. Si trovano senza tutela sindacale perché fino al Natale
scorso, quando è emerso il crack, non ne avevano bisogno. Ma anche al loro
interno, inspiegabilmente, ci sono vedute assai diverse. Bankitalia tuttavia
non potrà non seguire le sollecitazioni del governatore Draghi in tema di
occupazione: collocare 60 dipendenti non dovrebbe essere un problema anche in
caso di liquidazione della banca e in presenza di situazioni molto diverse di
inquadramento. Ferma, con l’arrivo del commissario, è infine anche l’
operazione di supporto lanciata da Confindustria tra i proprio associati per
rilevare quote della nuova banca.
Che dire? Partiamo dal positivo. In BPG ci sono: la tradizione del confidi di un'importante Assindustria del Veneto, una licenza bancaria, professionalità specifiche nel settore garanzie (più o meno quelle di un confidi 107). Sono valori da salvaguardare. Per rilanciare il soggetto ex-confidi penso che serva un veicolo nuovo: la licenza bancaria non è indispensabile, e non è detto che aggiunga valore. Non è una crisi bancaria come le altre. Tenendo tutto legato la soluzione diventa impossibile.
Riguardo alla tutela dei dipendenti, l'articolo prospetta azioni di ricollocamento, comunque sia risolta la crisi.
Luca