Rizzo (Corriere): su Scajola il gelo degli industriali (?)
Tue 8 Sep 2009, 11.56 Stampa
Un articolo di Sergio Rizzo dal Corriere di oggi (
qui ripreso dalla Rassegna stampa del Governo) riporta il presunto
cahier des doléances di Confindustria sulle attività del Ministero dello sviluppo economico. Mi permetto di riprendere questa perla:
Fatto sta che gli industriali si sono trovati davanti uno scenario molto diverso da quello che immaginavano un anno fa, e soprattutto un ministero con il portafoglio sempre più vuoto. Un esempio? Il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, che a suo tempo fece sbottare Emma Marcegaglia chiedendo al governo «soldi veri» per le imprese alle quali le banche stavano chiudendo i rubinetti del credito. Scajola annunciò che per quel fondo sarebbero stati disponibili subito 1,6 miliardi: poi però si scoprì che le risorse erano state scaglionate da Tremonti e che per il 2009 la somma utilizzabile non era che di 169 milioni. A questo si devono poi aggiungere le assurdità burocratiche. Per dirne una, la domanda per accedere a questo fondo non deve essere presentata dall'impresa, ma dalla banca a cui è stato chiesto il prestito. Con il risultato di allungare notevolmente i tempi. Un problema serio. Tanto che per risolverlo il ministero sta studiando la possibilità di introdurre i voucher del credito: buoni di garanzia che le imprese possono spendere direttamente per avere prestiti in qualsiasi banca scavalcando le procedure bizantine.
A onor del vero lo scaglionamento degli stanziamenti era noto fin dal botta e risposta sui "soldi veri" tra ministro (Scajola) e presidente (Marcegaglia). L'articolista, autore del best seller
Rapaci, deve essere andato a caccia di malumori, non di notizie. Confindustria non si è mai lamentata della procedura telematica di accesso al Fondo Pmi. L'idea del voucher del credito (non entro nel merito) sottintende che banche e confidi siano un ostacolo, e non un tramite, tra Pmi e Fondo centrale. Non mi risulta che le cose stiano così.
In un anno di crescita sostenuta dei volumi (con le risorse che ci sono), il Fondo ha bisogno di una messa a punto di alcuni dettagli del suo impianto normativo, e di un collaudo dei nuovi strumenti (a cominciare dalla garanzia dello Stato). E occorre una collaborazione più assidua e collegiale tra gli attori (MEF, MiSE, associazioni, banche, MCC), senza lasciare vuoti tra produzione normativa, affinamenti procedurali, assegnazione di fondi, politiche di allocazione, scelte operative di erogazione.
Sui soldi veri, penso che il Ministro Scajola darà presto le opportune precisazioni.
E anche i media facciano la loro parte. Tutti parlano di imbarbarimento del gusto, della sensibilità dei lettori: i giornali si comprerebbero soltanto per spiare dal buco della serratura, e sentire di gente che si azzuffa, condanna, recrimina, o almeno si indigna. Io personalmente mi indigno quando leggo un quotidiano di 60 pagine che ha la consistenza dell'albume a neve. Se anche l'economia finisce con la politica nel pentolone del gossip velenoso possiamo andare tutti a casa, soldi o non soldi.
Luca