Dal Libano la vera intelligence contro la crisi: dopo Nassim Taleb, Riad Salameh

Sun 29 Mar 2009, 12.48 Stampa

Riad Salameh è il Governatore della Banca centrale del Libano, ed è stato nominato da Euromoney miglior banchiere centrale dell'anno. Ne parla anche il Sole in prima di oggi, ma se volete conoscere meglio il personaggio, leggete la recente intervista su The Banker, da cui cito:
Q Is it fair to say that you foresaw trouble in the subprime market?
A Yes, we acted with a great deal of caution as we didn’t know to whom the banks would ultimately be lending. We didn’t want their capital to be tied up in illiquid markets because these instruments were traded effectively over-the-counter and outside any exchange. We set out lending regulations that place a ceiling of 50% on the value of an equity portfolio and a requirement of a 20% down-payment on foreign exchange operations. On real estate operation, we determined that banks could not lend more than 60% of a project’s value. Overall we have a liquidity factor to Basel II criteria, in the sense that banks cannot lend more than the equivalent of 70% of their deposits and must keep 30% in liquidity at all times.
By preserving the stability, another element to bolster confidence was added. In 2008, we reviewed all of these regulations and strengthened them by applying even more conservative criteria. We also refined regulations on the holding companies which own a substantial part of any bank. They can hold these shares but cannot enter into any financial operation with them. The markets have rewarded the model we established and confidence has played a major role, as Lebanon has been exposed to many tumultuous events, from assassinations to wars. The banking sector kept it together throughout and this adds to the conviction that our system can operate in stressful situations.
I requisiti stringenti su loan-to-value e liquidità, e la messa al bando delle operazioni con entità collegate, hanno protetto le banche del paese dei cedri, che stanno registrando crescita e profitti record. Salameh è libanese come Nassim Taleb, pure lui fautore di un approccio drastico al controllo dei rischi, e critico feroce dei modelli finanziari fallaci e dei loro propugnatori. Taleb afferma nel suo Cigno nero che le migliori scuole di risk management sono l'esercito e la protezione civile: lì un disastro è un disastro, e la trascuratezza è un errore da punire, se non un crimine. Se uno fa un danno da un trilione di dollari e dice "Scusate, il modello era mal calibrato", come minimo di notte si prende un gavettone biologico e di giorno va a pelare patate. E la punizione arriva dai superiori o dallo Stato, non per mano di black bloc scalmanati.
Forse in Libano decenni di conflitti e di insicurezza hanno forgiato una superiore capacità di reazione alle minacce anche nel sistema finanziario. Mi viene da pensare che il Ministro Tremonti abbia coinvolto i prefetti nel monitoraggio del credito per avere la stessa concretezza e buon senso. Se non funziona coi prefetti, ci penserà Bertolaso, o l'arma dei carabinieri.

Luca

Commenti precedenti:


Gianluigi (31/03/2009 11.45) n/a

trovo il post molto interessante.

ho attivato per la prima volta un blog che segnalo organizzazioneaziendalefedericoii.blogspot.com (devo cambiare nome!).

vorrei segnalare questo post, indicando la fonte anche sul mio blog

grazie,

Gianluigi

Luca (31/03/2009 17.26)

OK, Gianluigi e buon lavoro

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