Caso Popolare di garanzia, gli animi si scaldano. Ragioniamo sul perché
Tue 24 Feb 2009, 09:57 AM Stampa
Il mio
post sulla crisi della Banca Popolare di garanzia ha attirato una striscia di commenti lunga e animata (per non dire animosa, e troppo spesso anonima). Ho tenuto a precisare che aleablog non è una micro-gogna mediatica per attacchi alle persone che possono avere sbagliato nel definire la strategia della Banca o nel controllarne l'esecuzione. Il problema non si riduce agli errori personali, ma ha radici nel
bias, nello sbilanciamento che caratterizza da anni il dibattito sull'evoluzione del sistema della garanzia collettiva (106, 107 confidi, 107 spa, banche di garanzia confidi o popolari, ecc.).
Con rare eccezioni, le persone con responsabilità di rappresentanza nel sistema confidi, al centro e in periferia, esibiscono un nobile disinteresse per la materia tecnica. L'analisi dei costi/benefici e della fattibilità economica è spesso rimpiazzata da affermazioni di principio (sia pro, sia contro il cambiamento), annunci a effetto (pensiamo al piano di
maxi-confidi tra Piemonte, Lombardia e Sardegna di due anni fa), difesa di posizioni, richieste di aiuti finanziari pubblici. Il livello politico - lobbistisco ha praticamente silenziato la riflessione tecnica in pubblico (ma spesso anche in privato) sui meriti strategici, gestionali, mutualistici delle diverse scelte.
In un contesto del genere non è una sorpresa che partano dei progetti industriali non sostenibili.
Luca