Rating ECAI: nuove esperienze a Trento e alcune riflessioni

Thu 15 Jan 2009, 09:18 AM Stampa

Confidimpresa Trentino ha deciso di ricorrere al servizio di rating della società Lince per le società di capitali. La decisione è maturata in seguito al grande successo del programma di riassetto finanziario della Provincia Autonoma di Trento, sul quale i confidi trentini hanno raccolto centinaia di richieste. L'outsourcing della fase di scoring creditizio verso Lince sta consentendo una lavorazione più spedita di questa coda di pratiche, ma non è questo l'unico motivo. Parlando con il direttore di Confidimpresa, Sergio Anzelini, ho appreso che il servizio ha un costo per pratica competitivo in un'ottica make-or-buy. La tariffa, che ovviamente non è divulgabile, è differenziata tra semplice scoring ad uso gestionale e rating ECAI valido a fini di Vigilanza. Confidimpresa per ora si avvale del servizio del primo tipo, ma quando diventerà un 107 (è sopra la soglia degli €75mn e ha già intrapreso il percorso di trasformazione) potrà anche avvalersi del rating ECAI per ponderare il rischio delle esposizioni garantite. Un altro utilizzo potenziale di questo rating, che è corredato da una PD/LGD, riguarda il calcolo dell'intensità di aiuto di Stato secondo una metodologia basata sul rischio (altro argomento gettonato su aleablog, vedi mio intervento a Taormina).
Altri enti di garanzia, confidi o finanziarie regionali, ricorrono ad agenzie di rating. Ad esempio Finlombarda prevede di utilizzare il rating del modello Pmi di Standard and Poor's nel programma Made in Lombardy. Non saranno quindi solo le banche ad usufruire di questo servizio.
Premettendo che giudico interessante questa nuova opportunità di gestione, appunto alcune osservazioni:
Luca

Commenti precedenti:


sapio (15/01/2009 11.37) n/a

Luca, qual'è secondo te il volume di garanzie minimo (BEPoint)per rendere conveniente il calcolo in casa (make)della PD/LGD ?

Un'altra cosa, secondo i miei calcoli il ricorso ai rating esterni è conveniente per quelle istituzioni che hanno una clientela con una PD media ponderata migliore del 2,67% (metodo di valutazione individuale e non retail). Se la loro qualità è peggiore allora che si tengano lo standard senza rating esterni anche se i loro clienti saranno gravati da un onere (costo del credito)non equo. I migliori pagheranno per i peggiori).

Luca (01/15/2009 03:55 PM)

Sapio, in un sistema di rating quantification l'asset critico è il database aziende, e un soggetto esterno specializzata ha dei vantaggi indiscussi sotto questo aspetto, senz'altro li ha nei confronti di una banca o un confidi medio o piccolo.

Per quanto riguarda la soglia di PD media sopra la quale conviene l'acquisto di rating esterni, fai rifefrimento a una banca IRB (rating esterni vs interni) o standard (rating esterni vs. coefficienti unrated) ?

sapio (15/01/2009 16.33) n/a

La seconda delle due.

Luca (01/16/2009 08:53 AM)

Per le banche standard metterei in conto anche l'impatto sulle politiche di bilancio: se si agganciano a una valutazione esterna dell'ECAI, la transizione a partita problematica diventa meno discrezionale.

Ugo (24/02/2009 15.20) n/a

In questo momento Lince conviene a chi usa sistemi di rating point in time, i quali sicuramente avranno adeguato le valutazioni ai peggiori dati andamentali.

Però la differenza sulla definizione di default non è da poco.

Luca (02/24/2009 04:49 PM)

Concordo, lo score andamentale pesa parecchio nei sistemi di rating interno small business. La sua natura retrospettiva accentua il carattere point in time del giudizio di rating, con le connesse implicazioni di prociclicità

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