Anche per Repubblica è credit crunch

Tue 2 Dec 2008, 01:04 AM Stampa

Un lungo articolo su Repubblica - Affari e finanza di oggi spiega che Così le banche soffocano l’impresa. Si riportano diverse testimonianze di imprenditori e presidenti di confidi e associazioni di categoria. Cose che si dicono da diverse settimane: credito razionato, specie per i piccoli, istruttorie più lunghe, spread in aumento, afflusso massiccio di richieste ai confidi.
La recessione incipiente fa paura, e il coraggio uno non se lo può dare, diceva Don Abbondio. Però ce n'è bisogno, altrimenti ci impaludiamo.

Luca

Commenti precedenti:


luca (02/12/2008 07.56) n/a

i confidi dovrebbero gioire di questa nuova e insistente domanda di intervento da parte delle aziende....in realtà si rinnova il processo presso gli sportelli delle strutture mutualistiche di imprese con gravi squilibri finanziari, volumi d'affari risibili al fine della valutazione del loro merito creditizio...in poche parole imprese che ben presto andranno ad appesantire il lato sofferenze dei bilanci dei confidi

Luca (12/02/2008 09:26 AM)

Caro omonimo, questa è l'Italia, dove la prevenzione è un'arte sconosciuta ai più, sia tra le imprese, sia tra i confidi, sia tra i loro più strutturati ed autorevoli partner pubblici e bancari. Comunque bisogna fare qualcosa. Il problema è che oggi le risorse per fare ci sono (sia pur limitate), ma si è drammaticamente impacciati nel decidere come usarle. E intanto al fila delle imprese già in difficoltà si allunga.

sapio (02/12/2008 09.29) n/a

"Se non sei buono per il re, non sei buono neppure per me!", era la risposta-rifiuto data, nei primi '900, dalle ragazze da marito richieste in sposa da giovani riformati alla visita militare.

Potrebbe essere il motto di Basilea 2: se non sei buono per il fisco (poichè hai presentato un bilancio fiscalmente aggiustato) non sei buono neppure per la banca. E quindi giù aumento del tasso, riduzione dell'affidamento etc. Era logico attenderselo.

Le cure sono aumento della trasparenza e dei capitali.

E' finita l'era delle imprese povere e degli imprenditori ricchi. Lo dicevo su questo blog mesi or sono quando lo preannunciavo agli increduli dicendo : lasciate che Basilea 2 morda (vada a regime) e vedrete le conseguenze!

Il finanziamento bancario concorre alla capitalizzazione delle aziende e non vi si può sostituire (integralmente)! Le banche locali sono ancora indietro nel capire le conseguenze economiche di Basilea2 e per un po' di tempo inbarcheranno naufraghi, ma finirà pure per loro.

Il grave non è Basilea 2 e le sue conseguenze economiche ma l'effetto sulle economie reali della deflazione. E' questa che va combattuta con sistemi di veloce applicazione (riduzione dei tempi di pagamento, contributi in conto interesse etc.). E i Confidi ? Chi mi segue su questo blog sa qual'è il mio pensiero: essi sono parte del problema e non la soluzione del problema.

Luca (12/02/2008 11:07 AM)

Un appello a Sapio e ai tanti che leggono i suoi commenti e non sono d'accordo con lui (per usare un eufemismo): cerchiamo di mettere a tema aspetti specifici, e discuterne nel merito tecnico. Penso che Sapio voglia sollevare una discussione di questo tipo, ma capisco anche che i colleghi dei confidi possano rimanere a disagio di fronte ad alcune sue prese di posizione tranchant.

sapio (02/12/2008 12.17) n/a

Ecco l'argomento specifico: qual'è il TAEG di filiera (banca+confidi) che un prenditore paga allorchè chiede credito NON agevolato tramite un Confidi? Ricordo il recentissimo libro di D. Piatti, I Confidi, Bancaria Editrice, pag. 244 "I risultati empirici del lavoro hanno evidenziato, al riguardo, l'incompatibilità tra il livello commissionale teorico massimo (differenza fra tassi teorici pagabili alla banca rispettivamente in assenza e presenza di garanzia), associabili ad ogni classe di rating, e la commissione teorica minima, compatibile con l'equilibrio economico interno dei Confidi. La situazione, fotografata in questi termini, è dirompente."

Ergo, chiedere credito, NON agevolato,tramite Confidi costa di più che chiederlo direttamente in banca. Confutate questo!

sapio (02/12/2008 13.46) n/a

In preparazione del convegno di domani a Bologna sul pricing dei Confidi offro a tutti questa pillola di buon senso o aforisma. Chi consiglierebbe (ovviamente perchè più conveniente) ad un amico, che deve comprare un'automobile nuova, di acquistarla dal produttore senza pneumatici e di acquistare questi ultimi separatamente dal produttore di pneumatici? Chi consiglierebbe ad un amico di acquistare la copertura del rischio non in banca (produttore di automobili) ma separatamente presso un Confidi (produttore di pneumatici)?

Naturalmente la prospettiva cambia se si tratta di agevolazioni in forma di garanzia.

Luca (12/02/2008 01:59 PM)

Penso che dovremo trovare fuori da aleablog altri spazi di confronto e soprattutto di lavoro per sviluppare un dialogo costruttivo con i confidi. Ad esempio, le nuove misure anti-crisi delle regioni, o la riprogettazione del Fondo centrale PMI, o i modelli operativi dei 107. L'urgenza dei problemi costringerà a farlo.

Dario (03/12/2008 15.13) n/a

Sapio, tu scrivi, giustamente:

"Ergo, chiedere credito, NON agevolato,tramite Confidi costa di più che chiederlo direttamente in banca. Confutate questo!"

Credo di non essere in grado di confutarlo, ne sono sicuro di volerlo fare.

Come sai, se hai letto i miei interventi in questo blog, sono critico sul funzionamento del 'sistema' dei confidi e delle politiche commissionali adottate dai più.

Non posso però fare a meno di notare che tu sottovaluti il fatto che in alcune (oggi molte) occasioni i confidi permettano un accesso al credito altrimenti impossibile o in misura superiore a quella possibile.

Quale è il costo di un credito non ottenuto?

Sicuramente ha un TAEG pari a Zero, ma i costi per opportunità perse, per azioni esecutive subite, etc a quanto ammontano?

sapio (03/12/2008 21.13) n/a

Ammesso e non concesso che questo avvenga, non è l'attività di concessione della garanzia che rende possibile l'erogazione ma l'effetto gruppo d'acquisto, il potere commerciale rappresentato da un intermediario capace di organizzare un forte movimento di domanda ed influenzarne i comportamenti. Il movimento cooperativo si è sempre mosso così. La garanzia rappresenta un esca per attirare clienti ma non è il servizio che da valore alla relazione. Io non auspico la fine dei Confidi ma la loro trasformazione in business offices, in centri di consulenza, abbandonando le spese per trasformarsi in 107.

In un mondo in cui le banche valutano, i 107 valutano, i super 107 valutano, le spese per i beneficiari si triplicano.

Dario (04/12/2008 15.10) n/a

Può essere che tu abbia ragione, non lo metto in dubbio.

Può anche essere che al di la del valore 'basilea' della garanzia conti anche che in caso di insolvenza la banca incassa, subito, il 50% del rischio. In questo modo non può diminuire il patrimonio di vigilanza, riesce solo a diminuire la perdita!

Per quanto al costo sai che ti do ragione. Credo che se un Confidi fa la stessa istruttoria della banca si limita ad aggiungere un costo.

Resta il dilemma di come mai le insolvenze percentualmente registrate sulle imprese assistite da garanzie confidi siano inferiori, e di molto mi sembra, rispetto all'universo delle insolvenze.

sapio (04/12/2008 16.55) n/a

Per la banca riuscire a diminuire il Patrimonio significa aumentare il Roe (le banche non sono enti di beneficenza). La diminuzione della perdita (ammesso che ci sia) non è riconosciuta da BdI e da BRI(Basilea) perchè non ha effetto, è una illusione (miraggio) non misurabile. Le insolvenze, se sono inferiori, saranno recepite in un miglioramento della PD dei Confidi. In conclusione con Basilea il tasso scaturisce (matematicamente si dice che è funzione)della PD (rating) e della LGD (garanzie). Tralascio per semplicità le altre variabili. Rassegniamoci tutti, il mondo è cambiato, niente più tassi nasometrici-relazionali-amicali.

Vorrei tornare sul problema della soglia dell'accesso al credito.

1■caso: prenditore mal valutato dalla banca e dal Confidi e, per questo, meritevole di un tasso sopra soglia usura, il ricorso al Confidi può servire ad aggirare la proibizione, ma non è un risultato di cui menar vanto.

2■caso: prenditore mal valutato dalla banca e ben valutato dal Confidi, il ricorso al Confidi crea valore ma quante volte questo può succedere? Se la banca sistematicamente sbaglia le sue valutazioni il suo sistema di rating è errato.

3■ caso: prenditore mal valutato dalla banca per ragioni di opacità informativa. E qui la collaborazione col Confidi scatena tutto il suo benefico potere. La banca viene portata a valutare meglio l'impresa.

Una chicca : guardate come inizia la Circolare 216 sui Confidi Vigilati , Premessa : "Nell■ambito dell■attività di finanziamento delle imprese, e in particolare

di quelle di piccola e media dimensione, il ruolo dei consorzi di garanzia collettiva dei fidi (confidi) consente di ridurre i costi dell■informazione sui soggetti da affidare ed i rischi per i casi di inadempimento." Notate l'ordine in cui sono presentati gli scopi dei Confidi. I Confidi hanno un grande futuro, basta che lo sappiano vedere ed il coraggio di perseguirlo!

Dario (05/12/2008 15.11) n/a

Interessanti, come sempre, le tue considerazioni.

Mi restano due impressioni:

1) Vedi il sistema del credito come un algoritmo matematico che tende alla perfezione,

2) Dai la sensazione di non avere un confronto reale con tale sistema.

sapio (05/12/2008 16.25) n/a

Purtroppo non è così!

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