Decreto anti-crisi: l'art. 11 sul Fondo centrale di garanzia
Sat 29 Nov 2008, 11:52 PM Stampa
Dopo il mio precipitoso
Chi l'ha visto scritto ieri, ecco finalmente le norme del
Decreto-legge del 28-11-2008 che, all'art. 11, estendono e potenziano il Fondo Centrale di Garanzia per le Pmi. Lo commenta una
articolo di Carmine Fotina sul Sole 24 ore, da cui cito:
Il Fondo di garanzia per le Pmi e per i confidi, che fa capo al ministero dello Sviluppo, viene esteso alle imprese artigiane e rifinanziato ma, soprattutto, è potenziato attraverso la «garanzia di ultima istanza dello Stato».
La dotazione del Fondo potrà inoltre essere incrementata attraverso contributi delle banche, delle Regioni e con l'intervento della Sace. Nel ruolo di gestore del Fondo viene confermato Mediocredito centrale la cui convenzione scade però nel settembre 2009. A quel punto si dovrebbe procedere attraverso gara, anche se nei giorni scorsi era emersa l'ipotesi di far transitare l'incarico a Invitalia (ex Sviluppo Italia).
Criteri e condizioni con cui lo Stato farà da "controgarante" saranno stabiliti con un decreto del ministero dell'Economia che dovrà valutare la compatibilità con le regole di Basilea 2 e i criteri di ponderazione per i Confidi.
Primi apprezzamenti dalle imprese, ma restano diversi punti aperti. Il rifinanziamento è per un «massimo» di 450 milioni ma è «subordinato alla verifica della provenienza delle risorse», da individuare nelle revoche degli incentivi concessi con la legge 488. Il tutto «fermo restando il limite degli effetti stimati per ciascun anno in termini di indebitamento netto». Insomma, il potenziamento finanziario che dovrebbe portare il Fondo a 600 milioni (150 sono già disponibili e derivano dal Fondo finanza d'impresa) è ancora sub iudice. Anche la "controgaranzia" statale, si sottolinea nel decreto, è vincolata alle disponibilità del bilancio dello Stato.
Dal testo dell'art.11 traspare la non facile ricerca di un punto d'incontro tra le istanze degli stakeholder (Governo, banche, confidi). Non è arrivata la panacea che forse qualcuno si aspettava (garanzia statale per tutti alle condizioni del Fondo centrale di oggi) e non c'è copertura certa del grosso del rifinanziamento. Per contro, si aprono discorsi interessanti.
Le parole scritte dicono della volontà di potenziare lo strumento, di destinarlo ai confidi per almeno il 30%, di introdurre sotto condizioni la garanzia statale, il tutto condito dai molteplici intralci regolamentari e contabili che si devono superare per farlo. Le intenzioni espresse tra le righe prospettano un Fondo centrale come piattaforma nazionale di supporto al credito alle Pmi, utilizzabile per iniziative cofinanziate o cogarantite da altri soggetti: banche, regioni, altri enti pubblici, come le Camere di commercio (penso io), SACE.
Sulla piattaforma si gioca la partita più importante. €600mn sono tanti, ma divisi per 20 regioni fanno in media €30mn per ciascuna, non molto di più di quanto singole regioni stanno stanziando per il sostegno ai confidi. E non aspettiamoci molta generosità sui plafond di garanzia statale, né diamo per scontato che sarà gratis.
Già, ma quali saranno i modelli di governance e di gestione del nuovo Fondo piattaforma? Attenzione, ciò non equivale a chiedersi: "Chi sarà il nuovo gestore?".
Luca