Fondi TARP: si segnalano code (e malumori)

Sun 23 Nov 2008, 16.02 Stampa

Il TARP (Troubled Asset Relief Program), piano da $700md del Tesoro USA, doveva essere l'azione risolutiva contro la crisi bancaria. Inizialmente, come dice il nome, il TARP doveva portare pulizia negli attivi delle banche, rilevando titoli tossici. Molti hanno criticato il segretario Paulson per questa impostazione, accusata di fare regali alle banche e di essere inefficiente per il fatto di immobilizzare denaro pubblico nell'acquisto di attivi illiquidi dal valore incerto. I 700 miliardi rischiavano di finire in fretta, andare a pochi e contro prezzi poco affidabili. I prezzi applicati avrebbero comunque rappresentato un benchmark per svalutare le posizioni rimaste agli investitori, facendo emergere perdere preoccupanti.
Accogliendo queste obiezioni, il Governo ha riconvertito una larga fetta del piano verso un Capital Purchase Program (CPP) da $250md: meglio iniezioni di patrimonio (supplementare) che acquisti di asset, si è pensato, per far leva sulle risorse pubbliche e affermare la volontà dello Stato di proteggere la solvibilità delle banche USA. Come riporta questo articolo di Risk il Tesoro ha già impegnato $180md su $250md del CPP. Oltre che alle nove banche principali, sono andati a 75 banche statali e savings and loan associations. Altre 92 hanno presentato domanda per $9,2md. Tra i beneficiari anche il gruppo American Express e tre assicuratori i quali, per essere ammessi, si sono riqualificati come holding di savings and loan associations acquisendo società del settore. Il gruppo assicurativo olandese Aegon, che ha già ottenuto €3md dal suo Governo, sta pensando di fare la stessa cosa per bussare alla porta del TARP.
Il mercato delle ABS e delle CDO non ha gradito il cambio di destinazione: per l'Economist The TARP Trap ha prima illuso poi disilluso i mercati che avrebbero beneficiato del piano nella sua prima versione, facendo impennare i credit spread sulle ABS legate a mutui residenziali e commerciali. Una column di Caroline Baum su Bloomberg dà voce allo sconcerto degli operatori per il ripensamento di Paulson.
Il problema di fondo è che questi mega-interventi non sono la cura. I Governi (spalleggiati dalle istituzioni internazionali) non possono stare senza far nulla, e devono sparare alto per rinsaldare la fiducia dei mercati e dei cittadini. Decine o centinaia di miliardi statali non guariscono all'istante gli squilibri accumulati nei bilanci delle banche, delle famiglie e delle imprese, che cùbano cifre incerte, probabilmente di un ordine di grandezza superiore. Senza questi interventi il sistema avrebbe rischiato il collasso. Per la guarigione ci vorrà tempo. E' sempre difficile assegnare forti trasferimenti di denaro pubblico a operatori in difficoltà, gestendo la coda delle richieste in maniera equa ed efficiente. Quando l'aiuto è massiccio, come nel caso del TARP, le richieste arrivano da tutto il mondo tramite gruppi cross-border, e vanno per forza in overbooking.
Se in Italia le banche non corrono rischi immediati, allora è molto meglio puntare sul sostegno finanziario dell'economia reale, come pare intenda fare il nostro Governo (conosceremo i dettagli in settimana).

Luca
PS 24/11 mattina e sera: Annuncio del piano di sostegno di Citigroup, che la scorsa settimana ha perso il 60% del suo valore di Borsa; il Governo USA garantirà, attraverso il Tesoro e la FDIC, $306md di mutui in sofferenza e altre attività e immetterà altri $20md di liquidità che si aggiungono ai $25md conferiti il mese scorso nell'ambito del TARP-CPP di cui sopra. In cambio otterrà $27md di preferred shares (di cui $7md in conto commmissioni di garanzia) con dividendo dell'8%. L'intervento di oggi ha una struttura molto complessa, tesa ad evitare l'eccessiva diluizione delle azioni in essere. Trovate da questo documento della FDIC i dettagli del piano. Il Governo copre il 90% del rischio di seconda perdita (fino a $5md, a carico del Tesoro sui fondi TARP) e terza perdita (a carico di FDIC fino a $10md) sul portafoglio di crediti immobiliari. La first loss grava su Citigroup fino a un cap uguale alle rettifiche di valore già imputate + $29md. Pare roba da poco, perché tutto questo clamore? Aspettate: la parte rimanente del pool di crediti da $300md è finanziato con fondi della Federal Reserve non recourse (dovuti nei limiti dei flussi e del valore di recupero del pool stesso, come dire pro soluto) remunerati al tasso overnight + 3%; tali interessi sono dovuti da Citigroup fuori dalla clausola non recourse. Il TARP rinasce con discrezione dalle sue ceneri e mette su casa nel bilancio della Fed.
Altre tutele per il Governo: riduzione dei dividendi distribuiti e warrant inclusi nelle preferred shares. In crisi come questa il contingency planning non serve molto, il contingency management è tutto.

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