Convegno a Roma dei tesorieri d'impresa: la cronaca

Mon 20 Oct 2008, 13.57 Stampa

Venerdì 17 non è per forza un giorno sfortunato. Non lo è stato per me quando, venerdì, appunto, ho preso il volo mattutino per Roma dove nel pomeriggio dovevo parlare al convegno dell'AITI (Associazione Italiana Tesorieri d'Impresa) "Volatilità dei mercati e crisi del credito: come cambia lo scenario per le tesorerie d’impresa", ospitato nel bel centro congressi di Unicredit Banca di Roma all'EUR. Un invito inaspettato: coltivo da tre anni la finanza delle imprese piccole, che non hanno un direttore finanziario, e figuriamoci un tesoriere. Mi sono chiesto: che cos'ho da dire a imprese finanziariamente evolute? Ho colto però l'occasione per conoscere questa comunità professionale, ed in effetti è stato un incontro da cui ho imparato moltissimo.
Ha introdotto il presidente di AITI Giacomo Orlandi dopo il saluto di Francesco Francioni (dirigente di Unicredit Banca d'Impresa). Ho quindi preso la parola per l'intervento di apertura su "Nuovi assetti della Finanza d’Impresa in un mercato del credito in trasformazione" (trovate qui le slide). Ho riassunto i fatti chiave che stanno dietro la crisi in atto, per poi immaginare gli impatti sulla gestione della tesoreria, la raccolta di capitali, il risk management. Mi ha confortato sentire che avevo centrato alcuni punti effettivamente importanti dai successivi relatori. Molto interessanti i loro interventi. Alessandro Canta, treasurer di ENEL, ha raccontato come in queste settimane sta pilotando i piani finanziari della società, i rapporti con gli investitori e le agenzie di rating. ENEL è una delle realtà più solide, non solo in Italia, grazie ai flussi generati dal business regolamentato. Questo non vuol dire che la sua gestione finanziaria sia una passeggiata, tanto più di questi tempi e tenendo conto del forte aumento del debito conseguente all'acquisizione di Endesa. Canta ha insistito sull'importanza della collaborazione / comunicazione tra finanza e unità di business per avere piani finanziari attendibili. Questo dà modo di anticipare la ricerca di soluzioni sul mercato. Ha poi detto che la crisi non ha cancellato i mercati: questi, ha fatto l'esempio della commercial paper, continuano a funzionare, naturalmente in modo più selettivo. Luca Redaelli di Price Waterhouse Coopers ha illustrato in anteprima i risultati di un'indagine tra i tesorieri d'impresa su misurazione, gestione e disclosure dei rischi; emerge un'accresciuta sensiblità per il rischio, sebbene ai tempi della rilevazione non fosse ancora percepito in pieno il rischio di liquidità, portato alla ribalta in settembre. Simone Di Felice, responsabile Finanza di Astaldi, ha portato una testimonianza molto stimolante e concreta, ribadendo quanto sia cruciale coordinare gli aspetti tecnico-operativi e finanziari dei progetti di costruzione che la sua società sviluppa in numerosi paesi, molti dei quali sono economie emergenti. La navigazione si è fatta più difficile: i paesi ricchi piangono, ma anche i paesi dell'est Europa e dell'America Latina fanno i conti con squilibri pesanti. Per fare un esempio, il tasso sulla moneta rumena, al quale Astaldi remunera il debito domestico assunto in quel paese, è triplicato dall'inizio della crisi. La discussione col pubblico è stata animata e piacevole.
Le imprese con business solidi se la possono giocare sul fronte finanziario, in acque meno sicure di prima, ma ancora navigabili. E' questa la nota di ottimismo che ho riportato dal convegno.

Luca

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