Silvestrini (CNA): fondo con garanzia statale da 1 miliardo per sostenere i confidi e le Pmi
Wed 15 Oct 2008, 10:59 PM Stampa
Sergio Silvestrini, presidente di CNA, lancia un messaggio forte al Governo in questo
intervento:
Roma, 14 ott. - (Adnkronos) - La Cna, propone al governo e all'opposizione di inserire nella legge di conversione del decreto legge anticrisi già approvato di "attivare subito un fondo di riassicurazione per 1 miliardo di euro a copertura delle operazioni dei Confidi, garantito dallo Stato, in modo da consentire alle banche di non comprimere i finanziamenti". La proposta è stata lanciata dal segretario generale della Cna (Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa), Sergio Silvestrini al convegno 'Semplificare per competere nello Stato che cambia' in corso alla sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, alla presenza del ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli.
Noto un salto di qualità rispetto agli annunci degli ultimi giorni. Dopo diverse azioni e proposte su fondi regionali, qui si parla di un intervento nazionale, di caratura importante e, finalmente, si precisa che per abbattere i requisiti di capitale bancari la "riassicurazione" del fondo pubblico deve avere dietro la garanzia dello Stato.
L'intervento, come precisa lo stesso Silvestrini in questa
nota dal sito CNA
potrebbe essere reso operativo in termini brevissimi utilizzando l’impianto del Fondo centrale di garanzia PMI di cui alle leggi 662/96 e 266/97, estendendone gli interventi anche all’artigianato ed utilizzando le risorse disponibili a valere sul Fondo finanza d’impresa e quelle rinvenienti dalle revoche delle iniziative della legge 488 che complessivamente superano il miliardo di euro.
Una stretta sul credito è in atto, e ci sono quindi motivi ancora più validi e pressanti per potenziare il Fondo centrale di garanzia. Bisogna però trovare un punto di convergenza tra le azioni del mondo associativo (che dovrebbe a sua volta coordinarsi) e le riflessioni tecniche sviluppate nel Governo (vedi
gruppo di lavoro del MiSE).
Mi permetto di fare tre osservazioni:
a) diamo dei nomi precisi agli obiettivi del programma. Consolidamento a tasso sostenibile del debito? Finanziamento di investimenti validi in condizioni di razionamento? Ristrutturazione di aziende in crisi? Tutti scopi eccellenti, e se ne potrebbero aggiungere altri. Ma diciamoli in chiaro, e aggiungiamo qualche dato sulle dimensioni del problema. Sono mesi che si ragiona su sensazioni riguardo agli atteggiamenti che cambiano nelle pratiche creditizie della banche. Non basta per agire. Quanto incidono le posizioni problematiche? Quali sono i punti di vulnerabilità finanziaria delle Pmi? Che incremento di tasso riescono a sopportare senza rompere gli equilibri economici? E' il momento di prendere le misure del problema.
b) sarei d'accordo sull'esclusiva ai confidi se la loro rete coprisse in modo omogeneo tutte le Regioni, ma così non è (penso a certe zone del Sud). Inoltre, proprio per la gravità del problema da affrontare, non sarebbe il caso di premiare i soggetti capaci di affrontare i problemi finanziari delle aziende (vedi osservazione precedente), credibili presso le banche? I confidi sono tutti in grado di farlo? E se ci fossero soggetti capaci non confidi, perché tagliarli fuori?
c) accanto agli interventi nazionali ci sono decine di misure delle Regioni, delle Province autonome, delle Camere di commercio, tutte utili, per carità; molte di esse sono e rimarranno inefficaci rispetto ai requisiti di Basilea 2, per non parlare della proliferazione di procedure, organi di coordinamento e di valutazione, pratiche a Bruxelles. Non sarebbe il caso di innestarle su un'unica, solida piattaforma nazionale?
Luca