Il cigno nero, di Nassim Taleb: l'inesistenza di prove non prova l'inesistenza
Sat 31 May 2008, 06:51 PM Stampa
In partenza da
Bari, cercavo qualcosa da leggere alla fornita libreria dell'aeroporto. Pur tentato dai best seller di denuncia di Gianfranco Stella (ma non dalla serie Harmony di Marco Travaglio) ho scelto la traduzione italiana del
Cigno nero, l'ultimo libro di Nassim Taleb (qui c'è il suo
sito).
Sono un estimatore di Taleb da quando ho scoperto il suo
Dynamic Hedging. Nella mia vita precedente l'era
smefin mi occupavo di rischio di mercato e derivati, e questo libro sul trading delle opzioni mi ha aperto gli occhi. Era lo scritto di un trader appassionato di Popper e molto critico verso la finanza quantitativa scolastica, fatta soltanto di modelli verificati in mercati gaussiani e perfettamente liquidi. Sui mercati gli eventi critici, da cui dipendono le grandi fortune o i disastri, non sono spiegabili né gestibili con i modelli di arbitrage pricing.
Il Cigno nero è un libro difficile da definire. Parla pure di finanza, ma si presenta come un saggio di epistemologia con molti riferimenti autobiografici. Il cigno nero, animale di cui era esclusa l'esistenza finché non se ne osservarono degli esemplari in Australia, è la metafora dell'evento "altamente improbabile con tre caratteristiche fondamentali. Primo: è isolato e imprevedibile. Secondo: ha un impatto enorme. Terzo: la nostra natura ci spinge ad architettare a posteriori giustificazioni della sua comparsa, per renderlo meno casuale di quanto non sia in realtà. Il successo di Google è un Cigno nero, l’ascesa di Hitler e l’11 settembre sono Cigni neri. E lo sono anche la nascita delle religioni, le guerre o i crolli delle borse."
Non ho l'erudizione e l'intelligenza acutissima di Taleb, ma ho scoperto di avere qualcosa in comune: non leggo regolarmente i giornali per non essere sommerso da messaggi irrilevanti; non corro per non perdere il tram che passa (no alla "fretta che l'onestade ad ogn'atto dismaga", Dante, Purg. III,10-11); sono convinto che i modelli scientifici che cercano di riprodurre le complessità del comportamento umano e delle dinamiche sociali riescono ad emulare i fenomeni reali, ma non servono a nulla per spiegare un fatto accaduto, e ancor meno per prevederlo prima che accada. Quello che veramente conta per le nostre vite è insondabile, ci prende di sorpresa e pare impossibile, finché accade.
Molte figure rispettabili non escono bene dal libro: oltre agli economisti finanziari, gli accademici in genere e chi di mestiere fa previsioni su fatti imprevedibili, puntualmente smentite. Non parliamo poi dei modelli di misurazione del rischio di portafoglio, pur essendo stato scritto prima della crisi dei subprime! Non ho bruciato il mio
libro sull'argomento, ma ho ri-compreso quanto sia importante conoscere le falle logiche ed empiriche dei modelli.
Vi consiglio di leggere questo libro. Dà motli consigli pratici per mettersi nell'atteggiamento adeguato verso la realtà, per distinguere le scelte routinarie da quelle cruciali, dove si gioca la nostra libertà, e regolarsi di conseguenza.
Luca