XBRL 2008: Società non quotate
Sat 2 Feb 2008, 07.49 Stampa
Ritorno a parlare del
convegno XBRL del 21-22 gennaio. Si è parlato molto del "nostro" tavolo di lavoro sulla tassonomia GAAP Italia per le imprese non quotate: ne hanno riferito Marco Conte (Unioncamere), Paola Fumiani (Infocamere) e Fabio Giordano (Assosoftware). Tornando indietro nel tempo, ricordo che tutto è nato dopo il primo
convegno XBRL del 2005: al nostro dipartimento avevamo pubblicato nel 2004 il
paper di Aste e Panizzolo, e mi ero divertito a programmare un foglio excel per trattare tassonomie e istanze. Al convegno abbiamo conosciuto le persone di Infocamere. Ci siamo poi rivisti da loro a Padova per vedere cosa si poteva fare per dar seguito alle idee discusse al convegno. In qualche settimana abbiamo predisposto la traccia di quella che sarebbe diventata la tassonomia per i bilanci civilistici IV direttiva, oggi nota come GAAP Italia. Da lì è nata l'idea della prima sperimentazione del maggio 2006, che ha coinvolto gli ordini professionali, poi in agosto la sorpresa del Decreto Bersani sull'obbligo di adozione di XBRL. Parte il tavolo di lavoro con Assosoftware, che aveva già mostrato attenzione. Nel 2006 decreto di attuazione del "Bersani" non arriva, e allora si fa una seconda sperimentazione nel maggio 2007. Il resto è storia recente: nasce l'Associazione XBRL Italia, il nostro progetto con Infocamere & partners confluisce nel tavolo di lavoro "non quotate". Alla fine dell'anno, siamo ancora in trepidante attesa del decreto attuativo dell'obbligo, che non arriva. Ed eccoci qua.
Questo è il sunto delle esperienze raccontate. Riprendo una considerazione sull'obbligatorietà di XBRL. Ho sentito dire "Senza obblighi in Italia non si innova". Può darsi, all'inizio la previsione di obbligatorietà ha mosso l'interesse di alcuni. Ma anche suscitato le resistenze di molti altri. L'obbligo oggi non c'è ancora, ma ciò nonostante l'interesse cresce e il lavoro va avanti. Al "tavolo", stiamo mettendo a punto le estensioni della tassonomia per la nota integrativa. Le società di software contabile, grandi e piccole, hanno aperto i loro prodotti a XBRL, e stanno seguendo con assiduità gli sviluppi della tassonomia. Siamo pronti a partire con il tavolo PEF dove il bilancio XBRL verrà utilizzato come input delle pratiche di fido. Penso che in nessun altro paese sia nato questo interesse operoso e diffuso per XBRL.
Curioso: un convegno in cui non si discute di un obbligo incombente, con una presenza molto discreta degli sponsor (soltanto IBM). Un'occasione per conoscere uno strumento liberamente, per quello che può fare di utile, senza il mantra "comprate, adeguatevi o perirete".
Senza obblighi in Italia non si innova? Nel caso di XBRL è vero il contrario.
Luca