Confidi e informatica: impressioni dal convegno al SEC di Padova
Mon 19 Nov 2007, 21.14 Stampa
Se qualcuno ha avuto la pazienza di scaricare la mia
relazione al
convegno di Padova organizzato da SEC e Finetwork su confidi, banche e ICT, avrà trovato qualche spunto sullo stato dell'arte dell'informatica per i confidi.
Al momento, i confidi (106, non ce ne sono altri) utilizzano software gestionali di due tipi: (a) sviluppati in casa per singoli enti, e poi fatti propri da altri, oppure (b) la piattaforma
Pratico Confidi di Galileo sistemi. Pratico è leader di segmento con circa 250 referenze. Anche questo software è nato come progetto custom per il confidi di Reggio Emilia, poi ha conosciuto una più larga diffusione anche grazie alla convenzione stipulata con
Fedart, che l'ha reso popolare tra le cooperative artigiane di garanzia. Peraltro sono utenti di Pratico anche confidi di grandi dimensioni non artigiani (ad esempio, il Confidi province Lombarde di Milano). Ho conosciuto a Padova Roberta Pratissoli, l'imprenditrice che ha creato questa azienda a Modena, ed è rimasta fortemente impegnata sul business di Pratico. Galileo è un'azienda familiare tutta al femminile: la figlia di Roberta, di cui non ricordo il nome, è responsabile dello sviluppo applicativo, su piattaforme Microsoft (linguaggio C#, database SQL Server, web application framework IIS e ASP.Net).
Fino alla legge quadro, il settore del software per i confidi era una
cottage industry. Con la prospettiva della trasformazione in intermediari vigilati, si sono stuzzicati gli appetiti di player più grandi. Ha fatto da apripista la società
Finetowrk del gruppo Infracom, sponsor con SEC del convegno di cui sopra. Lo spunto le è venuto dal progetto
FSP per l'allora Inteconfidi Nordest (oggi
Banca popolare di garanzia, siamo sempre a Padova), e per altri confidi industriali del nord. Il progetto FSP è poi diventato la piattaforma custom della Banca popolare di garanzia di Padova. Quest'ultima ha acquisito una partecipazione in Finetwork, ma sul fronte applicativo le loro strade si sono divise: Finetwork, per ampliare la propria offerta sul promettente mercato dei confidi, oggi 106 e domani 107, ha optato per la crescita esterna, e ha acquisito la proprietà di Pratico confidi. Contemporanemaente, si è alleata con SEC per adeguarsi agli obblighi di Vigilanza (contabilità e segnalazioni). A quanto ho capito, nell'offerta Finetwork il nucleo della soluzione gestionale confidi rimane Pratico, che nel frattempo sta evolvendo: c'è una versione con client web, si sono adeguati i processamenti contabili alla contabilità IAS richiesta per i 107, ed è di fatto Pratico il transazionale che alimenta gli archivi del sistema SEC per le segnalazioni di Vigilanza. In questo modo si è mantenuta una base applicativa comune tra utenti 106 (l'attuale parco clienti) e i futuri 107. Inoltre è cambiata la modalità di deployment: non più installazioni in casa, ma accesso via web ai server applicativi del fornitore in modalità ASP.
Qualche mese dopo hanno cominicato a muoversi le società e i centri servizi di informatica bancaria (quelli del credito cooperativo come
Iside,
Phoenix attraverso
DeltaDator e
Cabel, o delle popolari come
SEC), o società specializzate sul parabancario e le banche prodotto (come
Liscor). Anche altri si stanno muovendo, o cominceranno a farlo.
Nel mio intervento ho voluto sottolineare che un confidi ha esigenze diverse da quelle di una banca o di una finanziaria di piccole dimensioni. Non può quindi essere soddisfatto da una tipica piattaforma bancaria o parabancaria, che contiene moduli che al confidi non servono, e viceversa necessita di personalizzazioni per le procedure core, come ad esempio fidi e garanzie, sistemi di rating, controgaranzie e risk transfer, controllo dei rischi di credito. L'altro aspetto cruciale è la capacità di integrare soluzioni su misura delle esigenze dei confidi, che a sua volta dipende dalla presenza di competenze normative, organizzative, finanziarie sia nei team di sviluppo, sia tra i consulenti / commerciali dei fornitori di IT. Nei progetti software bancari vincono le squadre corte, con la minima distanza tra gli esperti funzionali e gli sviluppatori, meglio se sotto lo stesso tetto societario.
Un modello di questo tipo non è ancora praticabile perché le esigenze dei confidi sono in evoluzione, e pochi le hanno sinora analizzate in profondità. E' però un modello, quello di squadra corta, che indico agli amici delle società di software come vincente.
Un’architettura a
patchwork che interfaccia soluzioni di provider diversi con
expertise funzionale comprata a tassametro da consulenti (anche se professori) può facilmente superare i limiti di complessità tecnologica e organizzativa sopra i quali diventa difficile fornire un servizio efficace a costi compatibili con il conto economico dei confidi. Per illustrare meglio il concetto ho ripreso l'animazione sopra riportata dal gioco
The incredible machine (cliccateci sopra per avviarla, e spero che nessuno si offenda).
Luca