Convegno a Padova: la mia relazione

Fri 16 Nov 2007, 21.56 Stampa

Al convegno organizzato dal SEC nel suo bel centro convegni a Padova ho presentato una relazione (la trovate qui) aperta da una citazione del Macbeth e conclusa con van de Sfroos.
Negli interventi istituzionali è stata presentata la piattaforma informatica per i confidi di Finetwork e SEC. Tornerò con più calma sulle altre relazioni nei prossimi giorni.
Nutrita partecipazione: 110 iscritti, la mattina la sala era piena con un collegamento video ad un'altra sala.
Altre curiosità: i relatori sono stati omaggiati di un bel volume fotografico su Padova, di una bella penna biro Parker con logo del SEC (uguale al modello che avevo regalato a mio papà per il suo 38° compleanno), e una pallina da golf in una bella scatola blu (la campagna istituzionale del SEC mostra una pallina che va in buca, al motto hole in one). Sul tavolo una ricca scelta di dolciumi (Lindor a pallettone e gelatine); non ne ho approfittato, prima di parlare in pubblico i dolci fanno male. Acqua naturale dal Galles (non ci credevo!) in un'elegantissima bottiglia blu. Sia la mattina, sia il pomeriggio, non ci sono state domande dal pubblico. Allora ho capito che la ritrosia a dibattere non è un problema soltanto di aleablog.

Luca

Commenti precedenti:


Luciano Sassetto (17/11/2007 15.37)

Ho riflettuto più volte anch'io sulla scarsa voglia di parteciopare della gente anche su temi che li toccano da vicino. Al convegno nei giorni scorsi avevo caldeggiato molto i miei colleghi ( Priori ) delle altre Cooperaive di Garanzie che però non ho visto ( purtroppo ). Il pensiero che faccio in questi casi è che lo spazio di rassegnazione è sempre più ampio e la voglia di reagire è poca. E' stanchezza intellettuale, la noia del benessere o che altro ?

Quanto al convegno .... è stata una buona operazione di Marketing della SEC. Ho gradito tutto anche il libro e i cioccolatini lindor ma non mancherò di analizzare attentamente la loro offerta economica e magari confrontarla con qualche altra. Luciano

sapio (17/11/2007 17.10) n/a

Basilea 2 è un labirinto di norme e problemi. Confidi è un sotto argomento altrettanto labirintico e la gente non ha voglia di affrontare argomenti difficili. Ma qui il problema è un altro. Il messaggio è : "Confidi sveglia ! il futuro è diverso dal passato. I nuovi strumenti di valutazione della PD avranno conseguenze importanti sulla opportunità di ricorrere ai Garanti mutualistici. Quindi preparatevi ad un cambiamento di ruolo."

Forse è questo che turba. Forse qualcuno sogna che la politica tiri fuori il ragno dal buco restituendogli il ruolo che Basilea 2 e BdI gli ha tolto. E nel frattempo preferisce tacere.

Luca (17/11/2007 23.10) n/a

L'amore del quieto vivere è un male che ha contagiato molti della mia generazione e di quella precedente. In una situazione del genere, quanti tengono ad agire con testa e cuore hanno una grande responsabilità. E' importante costruire, educare giovani, rischiare, sollecitare instancabilmente chi governa (a vari livelli) e non lavora, non decide. La polemica alla Beppe Grillo (a casa) disperde la capacità di costruzione e di proposta.

Sapio: su Basilea, ho notato in varie occasioni che anche nelle banche, fuori dal risk management e dalle direzioni, il livello di conoscenza è molto vago.

dott. Sassetto: le piattaforme informatiche meritano un'analisi più approfondita, a cui darò il mio contributo. Finetwork (seguita dal SEC) ha fatto una scelta comunque coraggiosa scommettendo sui confidi.

sapio (18/11/2007 16.47) n/a

Luca,

hai ragione. Nelle banche il livello di conoscenza è vago.

Aiutiamoli noi. Basilea 2 (la circ. della Vigilanza etc.)è come Dorando Petri : si ferma prima del traguardo esausta (il traguardo non è il calcolo del PV assorbito ma il tasso che ne risulta). La gente, le banche, devono capire le conseguenze economiche (il tasso finale) di Basilea 2, altrimenti è solo un esercizio intellettuale. Tiriamo fuori questa benedetta formula del tasso finale e facciamo vedere che certe cose del passato, nel futuro non serviranno più perchè avranno un effetto trascurabile.

Luca (18/11/2007 17.28)

La formula del tasso sul credito risk-adjusted è abbastanza semplice, ma ne esistono diverse varianti. La più semplice è:

tasso riskadj = TIT + CO + EL + k x CaR

dove TIT è il costo di funding risk free, CO l'incidenza % dei costi operativi sul credito, EL il tasso di perdita attesa = PD x LGD, k il premio al rischio sul capitale netto e CaR l'incidenza % sul credito del capitale a rischio assorbito, calcolato in base alle perdite inattese o ai requisiti di capitale minimo a fini di Vigilanza. Il problema è specificare i parametri e applicarla. Non parliamo poi del caso in cui sono presenti delle garanzie.

Peraltro le banche possono anche discostarsi da questa formula nel loro pricing, accettando di sottoprezzare alcune classi di rating/CaR e far pagare più del tasso equo delle altre classi.

sapio (18/11/2007 18.10) n/a

Sì, coincide con la mia con una lieve differenza: io divido tutto il termine di destra per 1-PA (nel passato era 1- PD, cioè i clienti sopravvissuti, alias non defaultati, pagavano il conto ai morti, alias defaultati).

Nel mio lessico K è il PV assorbito e risultante dalla formula di Basilea (che mi sembra tu invece chiami CaR) e ROE lordo obiettivo è quello che chiami k. Basta mettersi d'accordo.

Per le banche la cosa più difficile da calcolare è il CO, sembra strano ma le banche non sanno quanto costa un credito erogato, differenziato per forma tecnica.

Una precisazione: TIT è il costo della provvista per ogni banca e può essere diverso anche in funzione della sua PD percepita sul mercato. Sono finezze, ma non è il risk free.

Ora inventiamo noi dei parametri e plottiamo il rultato per PD, sovrapponendo magari tre curve, ciascuna con una diversa LGD. Poi ne riparliamo.

Ultima cosa : alcune banche invertono l'antico proverbio "vai con i migliori di te e pagagli le spese" e lo fanno diventare "vai con i migliori di te e fatti pagare le spese". Lo trovo strano, anche se effettivamente accade, ma per semplici ragioni di mercato il quale ancora non accetta le conseguenze (aumento dei tassi) di un metodo che, se da un lato farà pagare meno ai migliori, dall'altro deve far pagare di più ai peggiori (o a coloro che per ragioni fiscali si presentano come peggiori).

PS è urgente allargare la finestrella. Grazie ancora.

Luca (19/11/2007 04.08) n/a

La divisione per (1-PA) [la mia EL] o per (1-PD) o per niente [come nella mia versione] dipende da come si definiscono EAD e LGD. La formula è valida per prestiti a un anno. Il mio k è la differenza tra il rendimento equo sul capitale netto (al lordo di imposte societarie) e il TIT, quindi secondo la tua terminologia la differenza tra ROE lordo obiettivo e TIT. Nel tuo approccio forse applichi il TIT a (1-CaR). Il fatto che il TIT sia un tasso risk free o il tasso legato al rating della banca dipende dalla determinazione del CaR: il rating della banca dipende infatti dall'adeguatezza del capitale allocato. Il problema è complicato.

Ho allargato la finestrella: così è sufficiente? (non dimentichiamo che alcuni ci leggono con basse risoluzioni di schermo).

sapio (19/11/2007 07.30) n/a

Per adesso grazie.

La finestrella mi sembra vada meglio.

Sapio (19/11/2007 10.01) n/a

Puoi indicarmi qualche paper sull'argomento?

Grazie anticipate.

Luca (19/11/2007 10.40) n/a

C'è un trattazione elementare nel volume di Resti e Sironi Risk management and shareholders' value in banking (Wiley, 2007). Al momento non ho pronti riferimenti più precisi. Un paper sull'argomento è nei miei programmi, e lì vorrei approfondire gli aspetti non trattati nella formula di base (pricing dei prestiti a medio-lungo e delle garanzie, e del credito garantito). Mi sembra però che già ne sai abbastanza dell'argomento.

sapio (19/11/2007 12.41) n/a

La versione italiana non è ancora disponibile. Secondo Libreria Universitaria è' in pubblicazione.

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