Ritorno alla base. Un primo flash sulla crisi dei mutui subprime

Tue 28 Aug 2007, 19.04 Stampa

Gentili visitatori,
sono tornato a Trento per restarci (e cominciare a lavorare a pieno ritmo), dopo un bel mesetto di vacanza, durante il quale il blog si è preso qualche libertà.
Ho ritrovato i progetti aperti prima della pausa estiva, e ci sono alcuni temi nuovi che vorrei approfondire. Il primo riguarda la crisi dei mutui subprime, che getta un'ombra sinistra su cartolarizzazioni e CDO, gli strumenti che su queste pagine tanto abbiamo spinto, nel dibattito sul futuro dei confidi e delle forme di aiuto pubblico alle Pmi.
Ad una prima sensazione, penso che siamo di fronte ad una crisi finanziaria cucinata con i classici ingredienti ben noti in letteratura dai lavori di Minsky e Litzenberger (li potete ripassare in questo nostro paper): una crescita esplosiva di investimenti in asset intrinsecamente molto rischiosi (mutui insostenibili in termini di rate), ma che non apparivano tali perché il mercato era liquido e in espansione, gli spread appetibili (grazie a strutture e forme di investimento con altissima leva), il grosso dei rischi nascosto dietro argini che sembravano solidi, ma si sono sbriciolati (vedi declassamenti a CCC di tranche investment grade). Le CDO, e le CDO di CDO (per non parlare delle CDO di CDO di CDO) hanno fornito una nuova batteria di pentole e stoviglie per cucinare e servire il piatto. L'esperienza appare traumatica, ma può essere istruttiva per far decollare con il piede giusto il mercato delle cartolarizzazioni di prestiti alle PMI, evitando errori fatali nella costruzione dei portafogli, nel tranching, nel rating e nel collocamento dei rischi.
Per stasera è tutto. A presto, e non fateci mancare i vostri commenti (altrimenti, che blog sarebbe?).

Luca

Commenti precedenti:


Massimo (29/08/2007 09.39)

Temo che la crisi sui mutui subprime possa ritardare lo sviluppo di cartolarizzazioni "true sale" pittosto che sintentiche, perlomeno nel breve periodo. A metà luglio una AAA di ABS girava a 20 bps dopo la crisi dei subprime a metà agosto girava a 40 bps. Su classi inferiori, ad esempio BB, si è passati da 200 a 650 bps. Con i margini attuali (spread bancari per le "true sale" e commissioni di garanzia per le sintetiche dei confidi) non ci sono i margini per acquistare protezione a questi costi. L'unica speranza e che sia una crisi circoscritta e che il mercato sia in grado di assorbirla nei prossimi 6/8 mesi.

Luca (30/08/2007 04.27) n/a

Sì, la crisi ha dato un duro colpo alla credibilità dei rating esterni sulle operazioni strutturate. Il rischio di downgrading di un BB ABS è un ordine di grandezza più alto rispetto a un BB corporate. Trasferire rischi sul mercato internazionale delle ABS o delle CDO comporta costi più alti e volatili.

Con la tranched cover però una banca IRB si valuta in casa i rischi. Anche il pricing della tranche junior passata ai confidi (o ai fondi pubblici) è gestibile con relativa autonomia. L'effetto di attenuazione ai fini di Basilea 2 non dipende dal rating esterno se si applica la supervisory formula.

Si tratta di difendere il comparto del credito alle Pmi italiane con un cordone sanitario, insistendo sulla solidità dei criteri di affidabilità applicati ai singoli prestiti.

Certo che non è l'ideale gestire il rischio di credito in un contesto di questo genere. L'esposizione delle banche italiane alla crisi dei subprime appare per il momento esigua, ed egoisticamente possiamo cercare di affrontare i problemi a casa nostra.

Marta (02/12/2007 16.13)

Ciao Luca,

per caso mi sono trovata sul tuo blog. Sto cercando delle informazioni sui mutui subprime e soprattutto sul profilo del cliente subprime per una tesina universitaria. Purtroppo non ho trovato molto in rete, vorrei chiederti se, gentilmente, puoi fornirmi notizie in merito.

Te ne sarei davvero grata, la mia e-mail è: marta_mele@libero.it

grazie davvero tanto. Spero tu possa aiutarmi.

Marta

Luca (03/12/2007 09.11)

Cara Marta, in rete sui subprime trovi tonnellate di materiale. Puoi cominciare dai siti delle agenzie di rating. Naturalmente è materiale in inglese.

Buon lavoro!

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