Tavolo tecnico sulle controgaranzie
Sat 26 May 2007, 09:29 AM Stampa
Ieri a Milano ha partecipato ad un incontro molto speciale su confidi e controgaranzie: l'ha organizzato Marina Taddeo, direttrice di
Artigiancredit Lombardia (confidi regionale di secondo livello dell'artigianato), a seguito di uno scambio di idee cominciato su aleablog, che si è riannodato ad una chiacchierata con Roberto Villa, presidente di AssoConfidi, all'aeroporto di Berlino Tegel dopo il convegno di
Unicredit Banca.
Riassumo il tema dell'incontro nel seguente quesito: c'è spazio per le controgaranzie nel mondo post-Basilea 2? Si tratta di un tema cruciale per i confidi di secondo livello, ma non solo. Anche i confidi che rimarrano 106 vedono nelle controgaranzie eleggibili un punto d'appoggio per competere con i 107. Altro tema correlato è quello dei fondi pubblici, in primis il Fondo centrale di garanzia presso il Mediocredito Centrale.
All'incontro erano presenti Marina e Roberto, naturalmente, e poi Claudio D'Auria (Banca d'Italia), Francesca Brunori di Federconfidi, Maria Pinotti e Cristiano Galbiati di
Federfidi Lombarda (l'omologo di Artigiancredit per l'industria), il presidente di Artigiancredit Angelo Ondei e il suo staff tecnico, Marino Bergamaschi e Andrea Bianchi di
Artigianfidi Varese (il maggior confidi artigiano della Lombardia) e Domenico Piatti dell'Università di Bergamo, esperto di confidi. Volutamente si è ristretto il numero di invitati per poter discutere nel merito dei problemi, con franchezza e senza posizioni preconcette da difendere.
Gli interventi sono stati interessanti, e li riprenderò dettagliatamente in blog separati. In sintesi, siamo arrivati a tre conclusioni (siamo grati a Claudio D'Auria per l'eccellente rassegna della casistica regolamentare, che sarà pubblicata in un articolo su Bancaria, e le puntualizzazioni sulle proposte concrete in discussione):
- di controgaranzie ne esistono almeno di tre generi, (a) le cogaranzie, dove il garante di secondo livello risponde direttamente dell'insolvenza dell'obbligato principale garantita alla banca beneficiaria (è una sorta di credito di firma frazionato in pool), (b) le riassicurazioni, nelle quali il controgarante si impegna a coprire una parte della perdita nei confronti del garante di primo livello (sono quelle più usate dai nostri confidi di secondo livello) e (c) le controgaranzie indirette, nelle quali il controgarante si impegna con la banca beneficiaria ad adempiere l'obbligazione del garante di primo livello nel caso di insolvenza di quest'ultimo (si attivano quindi soltanto in caso di doppio default dell'obbligato principale e del primo garante);
- un confidi 106 può rilasciare garanzie eleggibili per Basilea 2 se queste sono assistite dalla riassicurazione o controgaranzia personale di un ente pubblico, principalmente Stato o Regione (non è efficace quella di un confidi 107);
- se interviene un fondo di garanzia, la riassicurazione o la controgaranzia di quest'ultimo non sono sufficienti, anche se si rispettano regole prudenziali sulla selezione del rischio e sul moltiplicatore massimo; è necessario che l'ente pubblico si impegni a coprire le eventuali perdite a carico del Fondo che eccedono le disponibilità stanziate; usando i concetti delle cartolarizzazioni, per l'ente pubblico ciò equivale a sottoscrivere la tranche di rischio senior di un portafoglio di crediti che è coperto dal Fondo per la parte di first loss;
- se i confidi di secondo livello si trasformano in 107, il loro intervento a supporto dei confidi di primo livello è efficace soltanto nella forma della cogaranzia; la copertura della quota di rischio che è rilasciata dal primo livello, se questo rimane 106, non è eleggibile;
- Roberto Villa ha illustrato una proposta basata su un fondo pubblico di controgaranzia in senso stretto, attivato soltanto in caso di doppio default, che garantisca le banche garantite dai confidi; per rendere le garanzie confidi efficaci, questo fondo deve essere supportato, come prima ricordato, dalla garanzia sul rischio senior dell'ente pubblico sponsor.
Su queste ipotesi di lavoro stanno lavorando le associazioni dei confidi con il governo. Ecco le questioni che agitano il sonno di molti operatori del settore: come riconfezionare i fondi pubblici di di garanzia, a cominciare dal Fondo Mediocredito Centrale? Come mantenere il pluralismo del sistema, senza costringere gli attuali 106 a fondersi o a limitarsi a svolgere il ruolo di agenzie commerciali?
In questo dibattito mi sono inserito con qualche riflessione sui pro e i contro dei due modelli di filiera della garanzia che si confrontano, quello delle piattaforme di
tranched cover, basate su garanzie reali finanziarie, e quello dei confidi 107, basato su garanzie personali e adeguata dotazione patrimoniale. Tutti hanno convenuto che non si può parlare di aiuti pubblici senza misurare i costi e la valenza di mercato delle soluzioni che ne fanno uso. Un segno di grande ragionevolezza.
Non ho nascosto i miei timori sulla proposta di chiedere all'ente pubblico una garanzia residuale. Nel viaggio di ritorno a Trento, ci ho ripensato: la copertura senior ci può stare se alla base c'è una piattaforma di rating e di valutazione del rischio di portafoglio ex ante. Le soluzioni tecniche (tranched cover e modelli di adeguatezza patrimoniale dei 107) e quelle politiche (controgaranzie pubbliche in via residuale) possono quindi convergere, le seconde hanno un bisogno disperato della
disciplina di mercato per avere una leva adeguata e per evitare sprechi, azzardo morale, rischi sistemici.
Si è parlato anche di altri temi caldi: la divisione del lavoro tra confidi, enti pubblici e finanziarie regionali; la concorrenza dei mega-confidi; l'utilità dei business office. Prometto di tornare sui singoli punti con blog dedicati, e mi auguro che i presenti all'incontro e tutti i navigatori aggiungano i loro commenti.
Luca