XBRL: nessun trucco
Wed 18 Oct 2006, 19.25 Stampa
Oggi ha partecipato ad un incontro a Milano con il gruppo di lavoro sulla tassonomia XBRL GAAP Italia. Stiamo procedendo come indicato nei
precedenti blog sull'argomento. Il terreno è fertile, ma deve essere consolidato.
Al momento c'è attenzione su XBRL per due fattori: (a) la costituzione della giurisdizione XBRL Italia e (b) il decreto Bersani, che introduce il deposito, dal 2007, dei bilanci in "formato elettronico elaborabile". Perché questo interesse si incanali tra argini sicuri, e non si esaurisca, dobbiamo sgombrare il campo da alcuni equivoci.
Prima di tutto: XBRL
non è una misura accessoria al pacchetto fiscale del governo. I dati di bilancio delle società di capitali, ovvero i contenuti di cui parla il decreto Bersani, sono già disponibili in formato elettronico da diverse banche dati commerciali, che tra l'altro sono utilizzate dalla stessa Agenzia delle entrate. Nelle dichiarazioni fiscali si richiede di inserirne una parte consistente. Con l'introduzione di XBRL si coinvolge in questo processo di comunicazione il suo protagonista, ovvero l'azienda che redige il bilancio. Aumenta l'accuratezza dei dati che l'azienda elabora. Si evitano doppie e triple comunicazioni a referenti istituzionali diversi. Gli stessi possono essere condivisi più facilmente con i consulenti e le banche.
Chi perde con XBRL? Le società di software, che devono intervenire sui loro pacchetti gestionali? No, perché XBRL allargherà la platea di chi utilizza soluzioni evolute per elaborare i bilanci. I servizi di banca dati dei bilanci, che oggi trasformano informazioni cartacee e file pdf in archivi digitali? No, perché rimarrà una domanda di servizi informativi commerciali a valore aggiunto che integrino dati contabili e non; XBRL aiuterà questi
provider ad abbattere i costi improduttivi di
data entry manuale e di scansione ottica dei dati da digitalizzare. Le banche, che devono interfacciarsi con un'altra fonte dati? No, potranno continuare ad utilizzare i servizi di oggi, ma - se vorranno - potranno caricare automaticamente nelle pratiche di fido i dati XBRL, acquisiti con visure camerali o forniti direttamente dal cliente. Le aziende, che dovranno pagare i costi di tutto questo? Non necessariamente, se la crescita della domanda, in quantità e qualità, si accompagna ad una concorrenza vivace tra fornitori di consulenza e sistemi.
XBRL, non ci stancheremo di ripeterlo, è uno degli ingredienti per gestire in maniera sana e consapevole la finanza d'impresa.
C'è urgente bisogno di chiarire che cosa si deve fare adesso, i passi concreti:
1) quali adempimenti introduce il decreto Bersani, cioè cosa si deposita in XBRL? è un adempimento aggiuntivo o sostitutivo al deposito del bilancio nelle forme attuali? E' obbligatorio o volontario? La norma prevede che si approvi con regolamento ministeriale il formato elettronico entro dicembre. OK, ma per essere credibile, questa scadenza deve essere la prima di un percorso graduale. Fissare per il 2007 adempimenti chiari e realistici (solo le tabelle di conto economico e stato patrimoniale, per cominciare, si diceva anche oggi nella riunione). Senza certezze normative nessuno investe, né prende troppo sul serio la cosa;
2) e di questi dati XBRL, una volta creati e depositati, che cosa ne facciamo? Qui entra in gioco la giurisdizione, che deve comunicare agli stakeholder e agli utenti finali di XBRL i vantaggi di questa tecnologia, e avviare progetti nei quali dimostrare applicazioni utili.
Se vendiamo ics-BRL come fisc-BRL, siamo sicuri di bruciarlo. Per favore, mettiamoci più concretezza (fare cose possibili che servono) e curiosità (aspettarsi qualcosa di ancora più bello e utile domani).
Luca