XBRL e i paladini dell'open source

Thu 12 Oct 2006, 18.03 Stampa

Da quando il Decreto Bersani ha disposto l'obbligo di di deposito dei bilanci in formato XBRL, ho ricevuto qualche mail o telefonata di persone interessate al tema. Mi ha sorpreso ricevere ben due mail di tono polemico: i mittenti sono due dottori commercialisti i quali, dopo aver letto del decreto, si sono informati sul sito Telemaco - Infocamere e hanno scaricato il nosto modello excel che genera i bilanci XBRL. Hanno provato a farlo girare in OpenOffice, la suite open source alternativa a Microsfot Office, e non ci sono riusciti (OpenOffice non è compatibile con le macro di Excel).
Capisco il fastidio che possono aver provato, ma dopo tutto hanno utilizzato uno strumento che è stato messo a punto per una sperimentazione su base volontaria avvenuta in maggio che ha coinvolto poche decine di studi professionali, tutti orientati verso Excel. Il decreto Bersani è venuto dopo. Siamo consapevoli che una parte degli utenti utilizza software open, e adesso che il deposito del bilancio XBRL sta per diventare obbligatorio si forniranno versioni OpenOffice.
"Usare Excel e non OpenOffice è stato un errore grossolano" mi si è detto. Non condivido questo approccio ideologico alla scelta degli strumenti informatici: per risolvere un problema concreto, e urgente, come la sperimentazione XBRL, abbiamo scelto la soluzione più praticabile.
Per il futuro, i bilanci XBRL dovrebbero essere generati dagli stessi pacchetti gestionali (pensiamo ad uno studio che ne deve elaborare qualche centinaio). Stiamo lavorando con Assosoftware per dare questa possibilità in tempo utile, a chi la vorrà usare, beninteso. Chi preferisce usare strumenti gratuiti diversi dal suo gestionale, lo potrà fare, in Excel e in OpenOffice.

Luca

Commenti precedenti:


Paolo Romano (12/10/2006 22.22) n/a

Forse ha un po' ragione nel pensare che alcuni motivi di opportunita' pratica hanno determinato questa scelta che apparentemente potrebbe sembrare non molto felice. Pero' quello che mi fa dispiacere è che dal tono della sua risposta non vedo una sufficiente conoscenza e consapevolezza delle ragioni del software libero. Mi sembra che lei voglia ridurre il tutto ad una questione di "settarismo tecnologico". Non è questo l'approccio giusto. Io credo comunque che non sia un merito dell'Università quello di non fare un uso di default di software libero. E a tal proposito le invio un link dove un *ideologo_puro* del software libero, Richard Stallman, parla di come il mondo universitario si rapporta con la produzione di software. Condivido quello che Stallman dice in un passo di questo articolo: l'Università ha la missione di stimolare l'avanzamento della conoscenza umana e non quello di perpetuare se stessa.

http://www.gnu.org/philosophy/university.it.html.

In considerazione della sua importante posizione nell'ambito di questo progetto di "iniziazione" alla "comunicazione finanziaria" per il nostro sistema paese Italia, le chiedo comunque, di tener conto che esiste un mondo di utenti che rivendicano il proprio diritto ad utilizzare software libero. Non le chiedo di farsi "paladino" di questo mondo ma semplicemente di ascoltare le proprie legittime rivendicazioni.

Affettuosi saluti.

Paolo Del Romano

Luca Erzegovesi (12/10/2006 22.28) n/a

Restiamo in ascolto, può starne certo.

La nostra scelta, "apparentemente infelice", ha funzionato. Mi levi una curiosità: che diffusione ha il software open source nelle applicazioni gestionali e contabili? Mi pareva che ci fosse un progetto. In Italia c'è qualche utente?

Paolo Del Romano (13/10/2006 05.28) n/a

Dunque bisogna fare attenzione e non confondere "open source" e "software libero".

Nel mio studio usiamo (siamo uno studio associato composto da 3 dottori commercialisti ) da 16 anni un programma "open source" in ambiente unix (all'inizio xenix, adesso linux) che è un prodotto molto diffuso: MULTI della Teamsystem.Si tratta di un software open source (cioe' a sorgente aperto) ma non gratuito. Gestionali a software libero (cioe' con licenza GPL) ce ne sono pochi e tutti sono ad uno stadio incompleto. Ci sono diverse iniziative di alcuni programmatori "volontari" che lavorano anche molto duramente ma soltanto nel loro tempo libero.

Io ne conosco uno in particolare: http://gazie.sourceforge.net

Queste iniziative non sono ancora mature perche' manca un punto di coordinamento forte che potesse aggregare la miriade di programmatori liberi che sarebbero disposti a collaborare a costruire anche solo delle piccole parti del gestionale.

Insomma dovrebbe accadere la stessa cosa che è accaduta con OpenOffice: un grande promotore (la Sun) che aggrega e coordina tutte le altre forze.

Potrebbe essere qualche Dipartimento Universitario di Economia Aziendale che mi sembra possa essere il soggetto candidato naturale a patrocinare, promuovere, dirigere un progetto forte di applicativo gestionale in ambiente di sofware libero. Io credo che prima o poi questo accadra' anche se non so quanti anni passeranno (è la conseguenza della rete e fenomeni simili sono gia' accaduti per altri software: basta vedere che cosa è successo con linux in soli 10 anni).

Saluti Paolo

Davide Prina (18/10/2006 13.38) n/a

Veramente di gestionali aziendali ne esistono molti e non è vero che sono incompleti.

Io ho raccolto qui alcuni link a programmi gestionali.

http://linguistico.sourceforge.net/wiki/doku.php?id=elenco_di_software_libero#gestionali_aziendali

Nella stessa pagina sono presenti anche altri link a programmi utili a livello aziendale.

Davide Prina

Luca (20/10/2006 19.27) n/a

Soprendente! Ho visitato alcuni dei siti degli ERP open source e si presentano bene, anche se non ho approfondito il confronto delle funzionalità con le soluzioni commerciali. Certo che ci vuole una comunità di entusiasti e volenterosi per mantenere un ERP open source aggiornato alle normative di diversi paesi. Non parliamo poi delle attività di servizio agli utenti.

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