Oltre il declino: Guiso e Zingales su evasione fiscale e trasparenza

Tue 1 Mar 2005, 16.31 Stampa

In un intervento al convegno del 3/2 Oltre il declino della Fondazione Rodolfo De Benedetti, Luigi Zingales e Luigi Guiso hanno presentato diverse proposte per migliorare l'efficienza dei mercati finanziari in Italia.
Una di queste è stata rilanciata da Zingales sul Sole 24 ore del 23/2: "Meno tasse in cambio di maggiore trasparenza". L'evasione fiscale rende i bilanci aziendali più opachi, il credito bancario più inefficiente e più costoso (specialmente con Basilea 2). Non e’ solo un problema fiscale, ma un freno alla crescita. Come porvi rimedio? Zingales propone: riduciamo l’aliquota fiscale alle imprese disposte a presentare bilanci più trasparenti e a rinunciare al segreto bancario su tutte le transazioni, nonché a sottoporsi ad un regime di controlli più frequenti. Riducendo in questo modo l'area di evasione si potrebbe ridurre anche il livello dell'aliquota senza sacrifici di gettito e con inestimabili benefici per la legalità e l'efficienza informativa delle istituzioni dell'economia di mercato.
Apprezzo molto i lavori di Zingales sulle interconnessioni tra istituzioni, aspetti socio-culturali, governance, finanza aziendale e mercati finanziari. Proprio in queste settimane riflettevo su questi temi riprendendo il modello di business office (figura di consulente finanziario integrato alle PMI) su cui sto da tempo lavorando. In una situazione come quella italiana, nella quale l’amministrazione e la finanza d’impresa sono da sempre subordinate alla “pianificazione” fiscale, il business office non potrebbe ignorare tale problematica, in stretto coordinamento con il tributarista. Gli studi professionali di adeguata dimensione e i centri servizi contabili delle associazioni d’impresa troverebbero quindi nell’offerta di consulenza integrata - contabile, fiscale e finanziaria - uno sbocco naturale della loro attività. Per farlo, devono recuperare un gap di competenze, peraltro non insuperabile.
Una simile evoluzione avrebbe ricadute positive a livello di sistema, e potrebbe innescare un processo virtuoso nel quale la tensione alla trasparenza nel controllo interno e nella comunicazione finanziaria agiscono da freno all’elusione fiscale, in questo modo ampliando la base imponibile e rendendo praticabile la riduzione delle aliquote d’imposta, come si dice nell'intervento citato sopra. Il business office potrebbe in questo processo essere un interlocutore ideale dell’Amministrazione Finanziaria per l’attuazione di una “pianificazione fiscale concordata” più equa di quella sinora attuata con provvedimenti a carattere per lo più contingente. In tale disegno, possono giocare un ruolo importante gli incentivi fiscali alla trasparenza contabile, ad esempio l’adozione volontaria della contabilità ordinaria unita al ricorso alla consulenza dei business office. In aggiunta, nella numerosissima popolazione delle piccole e micro imprese in contabilità semplificata, interessate dagli studi di settore, si può costruire qualcosa di più adeguato partendo dall’esperienza sin qui accumulata, che pure offre elementi conoscitivi di estrema utilità.
Zingales e Guiso auspicano un apparato giuridico di enforcement di premi e sanzioni che stimoli la singola impresa a comportamenti virtuosi. La mia visione, potete giudicarla ingenua, vede nei gruppi di imprese il soggetto che può innescare un'evoluzione positiva. Parlo non soltanto delle associazioni di rappresentanza, ma in generale di gruppi di imprese che si mettono insieme per rispondere ad esigenze comuni nel rispetto di scelte di valore condivise. La validità di questa posizione non è dimostrabile sul piano teorico in via generale, l'unica prova può essere data sul campo, facendo nascere delle esperienze di questo tipo. La sfida è aperta.

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